mercoledì 11 aprile 2018

RECENSIONE "Warcross" di Marie Lu






TRAMA

Per i milioni di persone che si connettono ogni giorno, Warcross non è solo un gioco, è un modo di essere. Per alcuni rappresenta una via di fuga dalla realtà, per altri una fonte di profitto. La giovane hacker Emika Chen sbarca il lunario braccando i giocatori entrati nel giro delle scommesse illegali. Ma l'ambiente dei cacciatori di taglie, oltre a essere pericoloso, è molto competitivo. Sempre al verde, per racimolare una somma di denaro di cui ha urgentemente bisogno, Emika hackera la partita inaugurale del Campionato di Warcross e, senza volerlo, si ritrova dentro il gioco. È certa che il suo errore le costerà l'arresto, e l'ultima cosa che si aspetta è la telefonata del creatore di Warcross, l'affascinante miliardario giapponese Hideo Tanaka, con una proposta impossibile da rifiutare. Un volo per Tokyo ed Emika si ritrova catapultata nel mondo che fino a quel momento aveva solo potuto sognare. Ma presto le sue indagini sveleranno l'esistenza di un oscuro complotto le cui implicazioni vanno ben oltre i confini dell'universo di Warcross.

RECENSIONE

Warcross è il primo volume di una promettente saga futuristica incentrata sulla realtà virtuale, ma a differenza di altri romanzi dello stesso genere, qui viene esplorato maggiormente l’aspetto ludico nella quotidianità. Si viene portati a riflettere sulla dipendenza che questo provoca nei giocatori e nelle sue conseguenze, ma in questo caso soprattutto sulla facilità con cui questa nuova realtà virtuale possa arrivare a controllare le esigenze e le decisioni delle persone. L'inizio è più lento perché ci fa entrare pian piano nella storia che poi comincia ad acquistare il ritmo, catturando il lettore e portandolo alla scoperta di mondi incredibili e portandoti in mezzo a battaglie davvero adrenaliniche. L’unico difetto che ho riscontrato è che, pur essendo le descrizioni molto ben dettagliate e precise, a volte mi sono ritrovata ad immaginarmi le scene con un po’ di difficoltà, data la complessità delle situazioni. La storia è ricca di intrighi e misteri da svelare, con personaggi ambigui e doppiogiochisti, tanto che fino alla fine non si mai bene da che parte stanno; e io amo davvero tanto quando il bene e il male si confondono e alla fine i cattivi sono così convincenti da farti dubitare di tutto quello che si è fatto fino a quel momento. E proprio questo alone che circonda tutti i personaggi, se da un lato non facendoteli conoscere appieno avrebbe potuto renderli freddi e distanti, dall’altro lì ha resi estremamente interessanti. Sicuramente il personaggio che davvero riusciamo a conoscere e comprendere a fondo è la protagonista che con la sua istintività non sta ferma un secondo, ma con la sua poca maturità ed eccessiva sicurezza nelle proprie capacità, finisce anche per fare un errore dopo l’altro, senza cercare mai un aiuto, senza confidarsi mai con gli altri, anche quando la situazione lo richiederebbe. Eppure la sua buona stella non l’abbandona mai e anche nelle situazioni più disperate una mano arriva sempre a tirarla fuori dai guai, a volte anche in maniera un pochino eccessiva forse. Infine davvero d’effetto sono stati i colpi di scena, non tanto quello sull’identità di Zero, che stranamente avevo intuito già a metà libro circa, ma che comunque resta molto interessante, quanto poi quello finale pazzesco, che non si riesce a comprendere fino in fondo e che lascia mille interrogativi per il seguito che a questo punto non vedo l’ora che venga tradotto!

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