lunedì 24 settembre 2018

RECENSIONE "Se tu vai via porti il mio cuore con te" di Silvia Gianatti

Buon pomeriggio lettori, oggi Raffaella ci parla di Se tu vai via porti il mio cuore con te, il romanzo toccante e delicato di Silvia Gianatti, uscito ad agosto con la Leggereditore. La storia potente e profonda che affronta le varie fasi del dolore. Come si può dire addio ad un figlio che una mamma ha portato per otto mesi nel suo grembo?


TITOLO: Se tu vai via porti il mio cuore con te
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Silvia Gianatti
DATA D’USCITA: 10 Agosto 2018
EDITORE: Leggereditore
GENERE: narrativa contemporanea
NARRAZIONE: pov femminile in prima persona
AMBIENTAZIONE: Italia
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTA: Valeria, donna che perde suo figlio all'ottavo mese di gravidanza.



TRAMA


Manca solo un mese alla nascita del suo primo figlio, quando Valeria sente pronunciare dai medici le parole che nessuna madre vorrebbe mai sentirsi dire: “Non c’è battito.” Anche se non ha mai visto la luce, al bambino che per otto mesi è cresciuto nella sua pancia Valeria ha quotidianamente rivolto parole, pensieri, racconti, sogni… Come può accettarne la morte?  Per un genitore la perdita di un figlio è una tragica sovversione del ciclo naturale della vita, un’ingiustizia inaccettabile, una sofferenza atroce che congela ogni cosa e da cui sembra impossibile poter riemergere. Lacerata dal dolore e dalla rabbia, Valeria si chiude in sé stessa, finché un giorno non prende in mano carta e penna e inizia a scrivere. E così, pagina dopo pagina, ristabilisce, quasi senza rendersene conto, il legame violentemente interrotto con il suo bambino, e con sé stessa. La vita riprende il suo corso, il sole ricomincia lentamente a illuminare le giornate di Valeria, il mondo recupera colore e calore. E anche se è un buco nero in fondo al cuore, avviene che un giorno il dolore fa spazio ad altre felicità. Bisogna solo avere la pazienza di saper aspettare, il coraggio di farsi aiutare, la speranza che a poco a poco si ritrovi un senso a tutto. Un libro toccante e delicato su un tema difficile: la morte perinatale, un fenomeno diffusissimo ma di cui si parla ancora troppo poco. Ma Se tu vai via, porti il mio cuore con te è anche e soprattutto un libro sulla perdita e sul superamento del dolore, perché alle lacrime e alla rabbia seguono prima o poi la pace e la forza di ricominciare.

RECENSIONE

Ci sono libri speciali che entrano nel cuore e non se ne vanno più. Ci sono libri in grado di farti sentire ogni emozione dalla prima fino all'ultima pagina. Ci sono libri che ti fanno capire che la vita è preziosa, che tutta la felicità può svanire da un secondo all'altro. Se tu vai via porti il mio cuore con te è un romanzo che racchiude tutto ciò, un libro che ti cambia e ti fa vedere il dolore attraverso gli occhi di una madre che a otto mesi perde nel suo grembo suo figlio.
Silvia Gianatti racconta questa storia con una semplicità e una sensibilità strabilianti, tocca con mano il cuore, ti entra fin dentro nelle profondità dell'anima. E' una storia difficile da scrivere ma anche da leggere. E' un romanzo potente e profondo, un vero pugno nello stomaco. Come si può dire addio ad un figlio che hai portato per otto mesi nel tuo grembo? Alla gioia nel vedere crescere un piccolo essere che si trasforma nel tuo bambino, sangue del tuo sangue, corpo del tuo corpo? Come ci si può abituare alla sua perdita? Sono tutte domande che la protagonista Valeria si pone, dando libero sfogo al suo dolore, alla sua sofferenza, alle sue ferite che sanguinano. Come un diario segreto destinato al figlio non nato, Valeria scrive parlando a suo figlio, scava nei suoi pensieri, nella disperazione, nei suoi sogni persi. Vuole urlare, dare sfogo alla sua rabbia repressa, al dolore che prova ogni minuto, al suo cuore rotto che non riesce più a riparare. Credetemi, è una storia toccante ma altrettanto vera. Vera perché tantissime madri non riescono più a vivere dopo aver perso il loro figlio, aver sentito giorno dopo giorno, mese dopo mese crescere il loro figlio nella propria pancia, averlo sentito scalciare con quei piccoli piedini teneri, immaginare di poter stringere quei piedini tra le dita e annusarli, annusare l'odore delicato dei bimbi appena nati. Valeria è tutte noi, rappresenta tutte noi donne che doniamo la vita ad un altro essere umano. La felicità di veder crescere tuo figlio, di poterlo stringere tra le braccia quando nascerà, di consolarlo nei momenti di dolore, di vederlo ridere ma anche piangere nei momenti di sconforto. E' un libro che racchiude la bellezza di una vita che cresce, la forza di una mamma nel saper accettare la perdita del figlio e di ritornare a vivere e a respirare. Pagina dopo pagina, riga dopo riga la sofferenza di Valeria entrerà dentro di voi, vi trasmetterà tutte le emozioni che lei prova e voi le sentirete una dopo l'altra, accuserete ogni colpo e vi sentirete distrutti quanto Valeria.
Attraverso gli occhi di Valeria osserverete anche il dolore di Marco, suo marito e padre del piccolo non nato. Marco è un uomo che tutte le donne vorrebbero avere, un uomo che sa aspettare, consolare, stare in silenzio nel momento giusto, prenderti per mano e trasmetterti tutto l'amore che prova. Perché il dolore non è solo della mamma che dà la vita a suo figlio, ma anche del padre che accanto alla moglie aspetta con impazienza di stringere tra le braccia suo figlio, di essere suo complice quando diventerà grande, di curare le sue ferite quando cadrà dalla bicicletta, di dirgli che le cadute e le delusioni servono per crescere e diventare più forti. E' una storia così intima e dolorosa che è impossibile non amarla. Vi consiglio con tutto il cuore di leggerla.

Raffaella



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