DATA DI PUBBLICAZIONE: 18 Giugno 2019
TITOLO: Arcana. Il castello dei destini sbagliati
AUTORE: Maurizio Temporin
GENERE: fantastico
GENERE: fantastico
EDITORE: Mondadori
TRAMA
INTERVISTA ALL'AUTORE
1. Da quando hai cominciato a scrivere? Hai sempre avuto la passione per la scrittura?
Non è che ho cominciato, mi ci sono ritrovato immerso... Ho sempre voluto fare cinema e scrivere romanzi mi sembrava il modo più economico di girare un film. Il primo libro l'ho scarabocchiato sui banchi della prima liceo durante le lezioni più noiose, cioè tutte. Non pensavo che sarei diventato uno scrittore all'epoca, sinceramente non avevo nemmeno mai desiderato di pubblicare, ma una serie di misteriose sincronicità, che oggi mi appaiono come eventi inevitabili, mi hanno portato qui a Mondadori dove tutti mi fanno veramente sentire a casa.
2. Com’è nata l’idea per Arcana - Il castello dei destini sbagliati?
Dal mio gatto. Si chiama Arcana. Ovviamente è nero. Un giorno era sdraiato sul mio mazzo di tarocchi e mi fissava. Credo abbia comunicato telepaticamente ordinandomi di scrivere la storia e si sa, ai gatti non ci si può opporre. Ho cominciato così ad abbozzare una sceneggiatura insieme a Annc Pacunaye, Francesco Guerrini, e alla mia socia dello studio Spazio Temporin, Tiziana Troja. Con lei ho poi portato a termine la struttura così come la conosciamo oggi. Volevo scrivere una commedia che parlasse in modo leggero di temi che solitamente vengono trattati in modo serioso o oscuro e riportare in superficie quel fantastico italiano che ci stiamo dimenticando.
3. Come hai creato i personaggi della storia? C’è qualcosa di te stesso che hai voluto inserire in loro e nella storia?
Sì, inevitabile che accada, in questo caso però c'è stato un lavoro molto particolare. La storia di Arcana parla di sette persone sgangherate chiuse in un castello che provano a diventare una famiglia... ma non parla davvero di quello. Il castello è concepito come una persona e i personaggi come le sette sub-personalità che abitano ognuno di noi e che si creano in seguito a traumi ben precisi e sono: Subpersonalità depressa: bisogno di amore – paura di essere vuoto. Subpersonalità ansiosa/fobica: bisogno di sicurezza – paura di essere fragile e debole. Subpersonalità ossessiva: bisogno di accettazione ovvero di essere amati per ciò che si è – paura di sbagliare e di essere inadeguato. Subpersonalità istrionica: bisogno di essere visto e riconosciuto – paura di non essere guardato e di non essere interessante. Subpersonalità schizoide: bisogno di libertà e indipendenza – paura di essere invasi nelle relazioni. Subpersonalità narcisistica: bisogno di essere apprezzato – paura di non valere.
4. Da cosa nasce la passione per i tarocchi?
Dal fatto che più li conosco e più mi sembrano familiari e più mi sembrano familiari, più li trovo misteriosi, e più li trovo misteriosi più mi sembrano chiari. Sono un simbolo. 22 archetipi che descrivono l'animo umano in modo impeccabile. Non li ho mai considerati uno strumento magico, per me i tarocchi sono solo carte, ma li trovo incredibilmente efficaci come specchio per conoscerci meglio. Credo invece nella sincronicità dell'universo per cui, quando uno chiede qualcosa ai tarocchi in realtà la sta chiedendo a se stesso e le carte che sceglie sono sempre e puntualmente adatte a risponderci.
5. Qual è stata la parte del romanzo più difficile da scrivere e perché?
Lavoro da così tanto tempo a questa storia, quasi tre anni, che non saprei veramente dirlo... quando qualcosa mi entusiasma è difficile che incontri difficoltà.
6. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti che si potesse cogliere?
Io credo che ogni lettore o spettatore abbia il diritto di vivere l'esperienza della storia secondo la propria percezione, e che le mie intenzioni contino poco o niente. Le storie cambiano ogni volta che le si legge perché anche loro, come i tarocchi, sono un nostro specchio. Più noi cambiamo, più cambiano le storie che leggiamo, si rivelano, e spesso in modi che l'autore non aveva minimamente concepito. Il mio libro preferito per esempio è il Codex Seraphinianus di Luigi Serafini, un libro che non si può leggere che ogni giorno mi appare diverso! Ho la grande fortuna di essere un amico di Luigi e sono estremamente felice del regalo che mi ha fatto scrivendo nella sua indecifrabile lingua una prefazione ad Arcana. La trovate nelle prime pagine insieme a un disegno inedito.
7. Nei prossimi romanzi ti dedicherai sempre al genere del fantasy o cambierai genere?
Non credo di aver mai scritto fantasy... Classificare in generi le cose mi mette un po' a disagio. E' vero, inserisco sempre qualcosa di "fantastico" o "molto fantastico" nelle mie storie, ma lo uso sempre come allegoria. Un termine che mi piace è "realismo magico" o "realismo fantastico". Mi piace perché non credo nemmeno di aver mai scritto qualcosa di realistico. Il realismo presuppone che un'opera si avvicini alla realtà, ma la mia percezione di realtà è veramente molto flessibile.
8. Quali sono i tuoi autori preferiti? Hanno influenzato in qualche modo il tuo modo di scrivere?
Credo di sì, tutto ha influenzato e continua a influenzare tutto. Grandi nomi a me cari sono sicuramente Saramago, Bradbury, Lynch, e Calvino.
9. La tua famiglia ti supporta nel mestiere di scrittore?
La mia famiglia è fatta da strane creature.
10. A quando il prossimo romanzo? Svelaci qualche piccola informazione…
Bisognerebbe chiedere ai tarocchi... Adesso sto investendo tutte le mie energie per far diventare questo romanzo un film. Comunque, in realtà, ARCANA è concepito per essere la storia numero uno di un trittico che mi piace chiamare "trittico della nebbia". Il secondo, sempre ambientato tra le nebbie del nord Italia, potrebbe parlare di dinosauri...
Nessun commento:
Posta un commento