domenica 28 luglio 2019

RECENSIONE "Il collezionista di bambole" di Erika Tamburini

Buona domenica, Lara ci parla de Il collezionista di bambole, il thriller di Erika Tamburini uscito tre giorni fa con Triskell Edizioni. Chicago e la sua brama di sangue e dolore, un killer inarrestabile, un noir cupo e oscuro.


TITOLO: Il collezionista di bambole
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Erika Tamburini
DATA D’USCITA: 25 Luglio 2019
EDITORE: Triskell Edizioni
GENERE: thriller
NARRAZIONE: vari pov alternati in terza persona
AMBIENTAZIONE: Chicago
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTIKillerAidan, detective.







TRAMA


Febbraio 1929.
Dopo la strage di San Valentino, altri avvenimenti sanguinosi continuano ad abbattersi su Chicago. La città del vento è in preda al terrore, tenuta sotto scacco da un serial killer denominato il Collezionista di Bambole, un assassino che da quasi quindici anni terrorizza gli abitanti creando macabre bambole umane con ragazzi di strada, che abbandona poi in luoghi caratteristici come se fossero un tassello a completamento della sua opera. In questo clima di terrore si incrociano le vite di Aidan, il detective messo a indagare sul caso, René, un giovane che vive nella casa di piacere di Mama Blue e che con la donna condivide un terribile segreto e del giovane Hisui, anche lui un ragazzo della casa di piacere. In una metropoli spazzata dal gelido vento del nord che porta con sé le note della musica jazz, il lamento di vittime innocenti e la voce di una bestia bramosa di sangue e vite umane, è in atto una corsa contro il tempo per evitare che il Collezionista di Bambole colpisca ancora. E ancora.

RECENSIONE



Leggendo la trama ero pronta a tuffarmi in un thriller ambientato nella Chicago del 1929, scossa dagli eventi della guerra tra gangster che ha avuto il suo picco massimo nella strage di S.Valentino, ero pronta ad una corsa adrenalinica per scoprire chi fosse il Collezionista di Bambole che per quindici anni ha disseminato vittime tra i ragazzi di strada.
Ero pronta a collaborare con Aidan, l'unico detective non indifferente alla sorte delle vittime, ragazzi deviati e che non valgono nulla per la società dall'omertà agghiacciante. Invece sono stata letteralmente risucchiata nell'oscurità quasi tangibile di un noir pregevole per l'introspezione psicologica e lo stile accurato e lirico di cui è ricolmo. Un noir talmente tanto denso nella morbosità dei pensieri del killer, nelle descrizioni vivide di una città decadente e crudele che brama la violenza come un tributo, da essermi trascinata lentamente durante la lettura, rallentata come se questa oscurità vivida mi tenesse ferma nella mente perversa del killer e mi trattenesse facendomi strisciare ogni sensazione lungo la pelle. Il serial killer si presenta al lettore in tutta la sua interezza: un uomo colto e importante che si cela dietro l'immagine di un rifiuto della società a cui nessuno fa caso, nascosto nelle ombre sfama la fame di sangue che la sua bestia interiore grida a gran voce, rinnega il suo passato e ciò che ha subito, protegge un segreto dalla sua stessa follia, forse l'unico barlume di bontà che ci mostra. Il killer e la città di Chicago sono i protagonisti più incisivi e determinanti ai miei occhi, ma durante la narrazione incontriamo diversi personaggi, ognuno con il proprio punto di vista, la propria storia e il proprio rammarico. Molti di questi personaggi potrebbero sembrare non determinanti ai fini della storia in sé ma sicuramente lo sono al fine introspettivo e filosofico del libro.
Altri personaggi sono strettamente collegati tra loro e più partecipi e anche se vivono una situazione di staticità, di paura dettata dal passato e dalla città che li circonda, dall'inquietante certezza del pericolo strisciante, sono dei veri quadri di esperienze diverse, di sopravvivenza e di speranza ormai persa. Credo di aver già detto che questa storia è molto più introspettiva che dinamica, più riflessiva su cosa alberga nell'animo umano, più intima. Questi personaggi mi hanno dato ognuno sensazioni differenti ma la malinconia è forse quello che accomuna tutti. 
Aidan per me ha rappresentato la speranza degli ultimi, la speranza di una vita diversa, credo sia stata la figura che mi ha fatto quasi rilassare nonostante le vicissitudini. Ma il mio pensiero va ad un ragazzo innamorato, forse soggiogato dal fascino del male ma non credo, un ragazzo votato all'amore, alla cura e alla salvezza di un'anima oscura. Lui mi ha commosso molto, mi ha toccato il cuore. In conclusione, i miei complimenti a questa autrice che ha creato una storia non semplice, sicuramente non di facile lettura ma impegnativa, dalle sfumature buie e dense come la notte.

Lara


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