venerdì 26 luglio 2019

RECENSIONE "La casa de la Abeja" di Maria Laura Caroniti




TITOLO: La casa de la Abeja
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Maria Laura Caroniti
DATA D’USCITA: 26 Maggio 2019
EDITORE: Dark Zone
GENERE: storico sentimentale
NARRAZIONE: pov vari in terza persona
AMBIENTAZIONE: America, Italia
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Vitalba, donna appassionata di arte.





TRAMA

Guatemala, anni Cinquanta. Il Paese è diviso tra violenza di Stato e guerriglia. Su un’altura, circondata da vulcani, la Casa de la Abeja cela la vita e i segreti di chi ci vive: Miranda, una ballerina canadese che nasconde la fine della carriera e di un amore dietro a un’avventata proposta di matrimonio; Santiago, un sindacalista ladino che lotta per i diritti degli indigeni maya; Mita, una donna che per amore di una bambina decide di vivere insieme all'uomo che l’ha violentata. E, tra tutti, Vitalba Suárez che di Miranda e Santiago è la figlia e affida alla pittura rabbia e paura. Quando alla Casa de la Abeja si presenta Fernando Scania, l’amore mai dimenticato di Miranda, tutto precipita. Dal Guatemala al Messico, dal Messico all’Italia, passando per gli Stati Uniti, Vitalba perderà se stessa e farà i conti con gli incubi che infestano i suoi sogni, ossessionata da un neonato senza volto e dal senso di colpa per aver causato la morte di un innocente. Desaparecida, inseguita dal marito, in fuga con l’uomo che l’ha sequestrata, Vitalba seguiterà a dipingere per l’urgenza di riappropriarsi della propria identità, necessità di bellezza e bisogno di raccontare le ferite del suo Paese; finché non si troverà davanti a un Soggetto Ignoto che il mondo conosce al posto del suo nome.

RECENSIONE

Maria Laura Caroniti mi ha letteralmente spiazzata con questo romanzo. Già la cover e la trama mi avevano intrigate, ma il romanzo ha superato tutte le mie aspettative. Ed è proprio per questo che mi limiterò a non fare spoiler – come in ogni recensione – per lasciarvi la curiosità di leggere questo meraviglioso libro. Questo libro è un viaggio nel passato, da una parte all’altra del mondo, nel centro della guerra civile in Guatemala degli anni Cinquanta, nelle vite di tre generazioni di donne che compiono delle scelte, giuste e sbagliate, ma che vivono intensamente ogni evento. Le descrizioni e la ricostruzione storica degli eventi sono il punto forte dello stile dell'autrice che riesce a riportare su carta emozioni, sensazioni, immagini e suoni. È come se riuscisse a proiettarci con le sue descrizioni all'interno del romanzo, come se noi fossimo protagonisti e allo stesso tempo osservatori della storia che viene descritta. Un talento unico che io ammiro tanto. Ho adorato il coinvolgimento e la trepidazione che l’autrice riesce ad imprimere alle parole, agli avvenimenti e all'intero romanzo, ho amato avvertire quel brivido che corre lungo la schiena durante la lettura. La protagonista Vitalba si trova al centro di tutta la storia, è colei che compie delle scelte, che ci sprona ad entrare nella sua vita per conoscerla da vicino, per cogliere ogni sfumatura di amore che ha avuto e provato. Questo è un romanzo storico sentimentale in cui l’autrice ci racconta azioni e vicende che si susseguono e si intersecano con i ritmi giusti, in modo pulito e perfetto, calamitando l’attenzione del lettore fino all'ultima parola. La mia lettura non è stata affatto facile perché non ero preparata assolutamente al vortice di eventi riccamente descritti, perfettamente intersecati tra loro che danno una visione globale della storia. Miranda è una donna che si sposa in modo imprudente solo per allontanarsi; poi c’è Goyto, un generale che compie scelta per amore di Vitalba e infine Jeremy che compie atti terribili nei confronti di una donna di cui si innamora. E infine, la più importante è Vitalba, colei che nonostante le numerose peripezie ha una grande forza d’animo che ripone nell’amore per l’arte e per la pittura. Se Miranda e Vitalba sono le donne che compiono delle scelte indegne e che fanno molti incontri che cambiano la loro vita, Mita, invece, è l’unica che non scappa dal suo tormento, ma lo vive e lo accetta per proteggere sua figlia. Ogni personaggio è caratterizzato perfettamente nella propria complessità, l’autrice non si limita a delinearli esternamente ma dà al lettore una visione completa, nel bene e nel male. Ogni personaggio quindi ha molte sfumature e in ognuno di loro dimora il bene e il male. Una storia che esalta la figura della donna come donna, madre e figlia, che tratta temi politici e sentimentali sullo sfondo della guerra civile in Guatemala, della storia che cambia e plasma le vite degli esseri umani. Essere donna è qualcosa di grande, di speciale: vuol dire affrontare con coraggio la vita, le scelte che la vita ti pone lungo il tuo cammino, vuol dire seguire i propri ideali, far riaffiorare quella forza interiore che da sempre contraddistingue la figura femminile, quella forza che sa guardare oltre gli ostacoli e oltre il dolore, sapendo che il punto di arrivo è un nuovo inizio verso un nuovo traguardo. Essere donna significa trovare la forza, il coraggio di inoltrarsi nel buio, di sopravvivere nonostante la crudeltà del mondo, contando solo sulle proprie forze e sulla propria fermezza, significa rialzarsi come una fenice riemergendo dalle ceneri, nonostante tante cadute. Quello di Maria Laura Caroniti è un romanzo storico sentimentale intenso e magistrale, con quel ritmo incalzante che fa appassionare il lettore alle vicende, alle rivelazioni e ai colpi di scena descritti. Le mie congratulazioni ad un'autrice fantastica che ha saputo creare una storia degna di essere letta, una storia che mi ha emozionato e fatta soffrire, che mi ha insegnato molto e che custodirò nel cuore come un gioiello prezioso. Fate un favore a voi stessi: leggete questa storia.

Raffaella


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