martedì 10 settembre 2019

RECENSIONE "Iron flowers. Regina di cenere" di Tracy Banghart




TITOLO: Iron Flowers. Regina di cenere
TITOLO ORIGINALE: Queen of Ruin
SERIE: #2 Grace and Fury
AUTORE: Tracy Banghart
DATA D’USCITA: 10 Settembre 2019
EDITORE: DeA Planeta
GENERE: fantasy, Young Adult
NARRAZIONE: pov femminili in terza persona
AMBIENTAZIONE: fantastica
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTINomi e Serina, sorelle che cercano la libertà.




TRAMA

Se c'è una cosa che Nomi ha imparato durante il suo inaspettato anno a corte come Grazia è che non bisogna arrendersi mai. Nemmeno quando tutto sembra perduto. Nemmeno quando Malachi, l'uomo che ama più di se stessa e legittimo erede al trono, viene spodestato dal fratello minore e bandito dal regno. Armata di coraggio, Nomi conduce Malachi nell'impenetrabile prigione di Monte Rovina. È convinta che l'unica persona al mondo che possa aiutarli sia sua sorella, Serina. Ma quando Malachi e Nomi arrivano alla prigione, non trovano ad aspettarli le donne vinte e ferite che hanno sempre immaginato. Perché le prigioniere di Monte Rovina si sono ribellate: alle loro ingiuste condanne, al loro ingiusto destino di donne. E Serina, la dolce, remissiva Serina, è il capo della rivolta. Il dolore, la violenza e la sofferenza hanno cambiato sia Nomi sia Serina, eppure le sorelle sono pronte a combattere fianco a fianco. Per liberarsi dell'usurpatore e per ristabilire la giustizia - e l'uguaglianza - in tutto il regno.

RECENSIONE

Vi ricordate come ci ha lasciati il primo volume della dilogia? Ed eccoci di nuovo qui a parlare del secondo capitolo che, rispetto al precedente, vede insieme le due sorelle Nomi e Serina e il legame forte che le lega, come anche i rapporti amorosi che nel primo volume non sono molto sviluppati. Se nel primo volume abbiamo visto una Serina mansueta e arrendevole, qui la vediamo letteralmente sbocciare, diventare una combattente nel corpo e nell’anima. È lei che ha una maggiore maturazione nel corso della storia, è lei che compie un percorso che la trasforma da bambina docile a una guerriera indomita che lotta per se stessa e per il suo mondo e anche se ha molta paura non si lascia sopraffare da essa ma combatte con i denti fino alla fine.
Serina è un esempio da seguire per tutte noi. Ogni scelta che lei ha compiuto, l'avrei compiuta anch'io. L'essere donna non significa adattarsi alle regole imposte alla sua società, non significa essere devota per cause non consone ai propri ideali, non significa essere asserviti all'uomo. Essere donna è qualcosa di grande, di speciale: vuol dire affrontare con coraggio la vita, le scelte che la vita ti pone lungo il tuo cammino, vuol dire far riaffiorare quella forza interiore che da sempre contraddistingue la figura femminile, quella forza che sa guardare oltre gli ostacoli e oltre il dolore, sapendo che la il punto di arrivo è un nuovo inizio verso un nuovo traguardo. Nomi invece è più fragile e necessita del supporto morale della sorella che le darà la forza necessaria per perdonare se stessa dello sbaglio compiuto. Il futuro di Viridia è nelle loro mani e dovranno rischiare tutto per potersi fidare di Malachi, il vero Erede del regno e per mettere fine al governo del l’impostore Asa. Devo ammettere che la prima metà del romanzo è decisamente lenta, ma nella seconda metà comincia ad acquistare sempre più ritmo. Un aspetto positivo del romanzo è che finalmente emerge il legame tra le due sorelle che diventa sempre più forte e più radicato con la guerra che devono compiere. L’autrice in questo volume evidenzia la forza delle donne di essere libere, di lottare per la propria libertà e liberarsi degli abusi da parte del sistema e dell’uomo. Lancia un messaggio fondamentale e importantissimo, soprattutto nei tempi odierni in cui il male dilaga e la donna nonostante i diritti ottenuti nel corso del tempo viene ancora vista come una figura marginale da poter disporre al piacimento degli uomini. Per chi ama i distopici consiglio assolutamente di leggere questa dilogia.

Raffaella




1 commento:

  1. Ciao, Serina è sicuramente maturata più di Nomi proprio perché la vediamo in un ruolo diverso da quello che era destinata a fare. Molto bello.

    RispondiElimina