TITOLO: Universum. Cronache dei pianeti ribelli
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Giorgio Costa
DATA D’USCITA: 3 Dicembre 2019
EDITORE: Mondadori
GENERE: fantascienza
AMBIENTAZIONE: galassia
FINALE: si cliffhanger
PROTAGONISTI: Tom, giovane ribelle.
TRAMA
È il tuo momento. I ribelli stanno venendo a prenderti. Sei prigioniero su Platox Blu, quando una nave imperiale approda al porto. Cinque anni fa, i monaci Simbeliani hanno ucciso i tuoi genitori e preso il potere. Tu, ancora bambino, sei diventato un loro adepto, ma il tuo sangue non poteva mentire. Ti sei ribellato e loro ti hanno confinato qui, condannandoti ai lavori forzati nelle miniere di pitrite. La tua infanzia dorata sulla luna di Dana è un ricordo troppo lontano e troppo doloroso. Il tuo ultimo saluto con Mira, quando ti ha regalato il ciondolo di Virilio, promessa di un'amicizia oltre i confini dello spazio e del tempo, fa parte di un passato che fino a oggi hai voluto dimenticare. Ma qualcosa sta per cambiare. Le riserve di Virilio, la pietra che permette alle astronavi di immettersi nella Trascendenza e viaggiare per distanze incommensurabili in pochi istanti, si stanno esaurendo. Per la ribellione, questo è il momento per sferrare l'attacco finale all'impero. Tu sei Tom Rivert e tuo padre aveva fatto una scoperta che avrebbe potuto cambiare le sorti di Universum, ma è stato fermato dal diabolico Simbelius. Ora hai una scelta: puoi cambiare il destino di Universum, puoi accogliere la chiamata dei popoli e dei pianeti che si stanno ribellando al governo dispotico di Simbelius, puoi rivedere Mira, i suoi occhi, il suo sorriso. È diventata anche lei una ribelle. Non è più una bambina, ora è una donna. La riconoscerai? E soprattutto: sarai pronto a riconoscere il tuo dono, il tuo potere, per farne il migliore uso? Una vecchia gloria della flotta imperiale, il capitano Denon Makar, è pronto a tuffarsi nel vuoto con te. Con lui, una compagnia della quale fanno parte Yori, un bambino speciale - lo chiamano il figlio del cosmo -, Adelmian, l'ultimo dei Cercanti, e Rathi, un tremeriano, il tuo migliore amico. Un respiro, due, tre. Guardi il cielo stellato, i pianeti. È il tuo momento. Lo sai, lo hai sempre saputo.
RECENSIONE
Universum mi aveva già attirato dalla trama e dalla bellissima copertina e devo ammettere che si è rivelata una lettura interessante, soprattutto perché adoro le storie di fantascienza stile Star Wars. Come ben sapete ci troviamo nello spazio, un universo complesso che affascina sempre i curiosi come me, ed è proprio in questo luogo che si svolge questa storia in cui troviamo azione, avventure e disavventure, colpi di scena e un pizzico di amore. Fin dalla prima pagina ci sentiamo catapultati in questa storia inaspettata che ci colpisce per la sua ambientazione descritta perfettamente nei minimi dettagli, per la trama complessa e per i molti personaggi presenti, alieni e umani che coabitano insieme. Ci troviamo di fronte ad un impero governato da una dittatura che i protagonisti devono eliminare per riportare la libertà. Conosciamo il protagonista Tom Rivert, un giovane ragazzo dall’animo forte e ribelle, - rimasto orfano da bambino -, che, stanco del regime dittatoriale, decide di riunire altri ribelli e insieme di sovvertire le sorti di Universum. Importanti sono anche altri secondari che conosceremo pian piano, a partire da Mira - personaggio femminile di spicco della storia nonché amica di Tom che dimostra di essere fiera e combattiva quando si tratta di combattere -, per poi seguire con Yori – il ribelle più giovane avvolto da un’aura di mistero -, Rathi, Alchemian e Makar. Una degli aspetti interessanti di questo romanzo è che l’autore con il suo stile scorrevole e ricercato ci fa entrare in questo mondo, presentandocelo lentamente e facendocelo scoprire pian piano, senza fretta ma in modo graduale. È affascinante quanto questo mondo fantascientifico interessante quanto pericoloso, pieno di azione e di guerre spaziali, mi abbia intrigato e portato a leggere tutto d’un fiato questo romanzo. Un ottimo esordio per un autore promettente. Chissà cosa ci aspetta il secondo volume. Io non vedo l’ora e voi?
Raffaella
INTERVISTA ALL'AUTORE
1. C’è qualcosa di te stesso che hai voluto inserire nella storia?
Ci tengo a dire con forza che questo è un romanzo altamente autobiografico. penso che l’ambientazione remota nel tempo e nello spazio non ci impedisca di raccontare cose intime di noi… anzi credo che ci faciliti il compito. Principalmente nei tre personaggi principali maschili, ovvero Tom, Denon e Yori ci sono tre momenti chiave, tre punti di passaggio della mia vita: quello del bimbo che inizia a fare esperienze in autonomia, quello dell’adolescente che diventa uomo e quello dell’uomo dopo i 35 anni (nel mezzo del cammin della sua vita) che si trova a ridefinire i propri obiettivi e che da eroe diventa mentore. Tra queste tre parabole quella che occupa la maggior quantità di spazio, se così si può dire, è quella di Tom Rivert, che deve accettare il fatto che i suoi genitori non lo possano più materialmente proteggere… deve metabolizzare il fatto di essere stato lasciato solo, circostanza che inizialmente lo porta a rifiutare il suo passato e a reagire con rabbia, alla fine tuttavia Tom accetta la sfida di fronteggiare le difficoltà, di crescere e, dopo questo salto nel buio scoprirà che i suoi genitori gli avevano lasciato il dono più grande, ovvero una ricchezza interiore che gli permette di superare le avversità della vita. Tuttavia anche i due personaggi femminili: Kremys e Mira sono figure che contengono elementi forti che provengono dalle figure femminili importanti che ho incontrato nel mio percorso di vita.
2. Qual è stata la parte del romanzo più difficile da scrivere?
Sinceramente la cosa più complessa è stata moderarmi nelle divagazioni antropologico-filosofico-religiose soggiacenti al mio mondo. Quando un mondo così diverso dal nostro prende vita, la tentazione è quella di voler informare il lettore di un sacco di caratteristiche del mondo stesso, di storie anche secondarie, di usi e costumi, di tradizioni… in questo però ho dovuto moderarmi perché avrei rischiato di appesantire il libro, di fargli perdere ritmo ed equilibrio. Ho quindi dovuto fare delle scelte e non sono sempre state scelte facili...
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