Buona sera lettori, Raffaella ci parla di Eugenia, il romanzo di narrativa storica di Lionel Duroy uscito oggi con Fazi Editore. Un libro intenso e bellissimo quanto forte e terrificante per il suo significato storico che non cerca di essere la voce degli oppressi e dei massacri, ma che esplora le motivazioni delle persone che hanno permesso che queste atrocità accadessero al suo interno.
TITOLO: Eugenia
TITOLO ORIGINALE: Eugenia
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Lionel Duroy
DATA D’USCITA: 23 Gennaio 2020
EDITORE: Fazi Editore
GENERE: narrativa storica
AMBIENTAZIONE: Romania
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Eugenia, giornalista; Mihail, scrittore e amore di Eugenia.
TRAMA
Eugenia è cresciuta a Iaşi, centro culturale cosmopolita e raffinato, dove però, così come nel resto della Romania degli anni Trenta, gli ebrei iniziano a essere malvisti. Lo stesso accade nella famiglia di questa giovane studentessa di Lettere: sia i genitori che il fratello maggiore di Eugenia si lasciano contagiare dai pregiudizi razziali. Quando lo scrittore ebreo Mihail Sebastian, invitato per una conferenza all’università, viene violentemente aggredito da alcuni militanti di estrema destra, soltanto la ragazza si schiera in sua difesa; colpita da un’improvvisa presa di coscienza, che le apre gli occhi di fronte al pericoloso espandersi dell’odio razziale, si trasferisce a Bucarest, dove ritrova Mihail e finisce per innamorarsene. Mentre il malinconico scrittore, impegnato a confrontarsi con il suo ruolo di intellettuale nel contesto dell’antisemitismo crescente, è esposto a rischi sempre maggiori, Eugenia è determinata a opporsi alla barbarie e a difendere i suoi ideali di libertà: cercando di sopravvivere in un paese sconvolto dalla guerra arriverà a comprendere che l’unico modo per combattere il male è ricercarne l’origine.
Sullo sfondo di una nazione contraddittoria e affascinante, questo romanzo vede intrecciarsi magistralmente la grande storia del secondo conflitto mondiale e le vicende intime dei suoi personaggi. Traendo ispirazione dalle voci degli intellettuali che animarono la scena culturale dell’epoca, in particolare quella del brillante scrittore romeno Mihail Sebastian, Lionel Duroy firma un libro appassionante e profondo: accuratissimo nella ricostruzione storica, al tempo stesso Eugenia invita il lettore a porsi gli stessi interrogativi che qui animano la riflessione sull’origine del male portata avanti dalla protagonista, riflessione oggi più che mai necessaria.
RECENSIONE
Lionel Duroy crea il personaggio immaginario di Eugenia per raccontarci meglio l’oscura partecipazione della Romania nella seconda guerra mondiale e nel genocidio ebraico. Attraverso Eugenia lo scrittore cerca di capire come è nato l’antisemitismo, come ha messo radici nella popolazione romena e come si è arrivati all'orribile olocausto.
Eugenia, cresciuta in un’atmosfera antisemita, si troverà di fronte all'ingiustizia della discriminazione degli ebrei e si ribellerà. Prima studentessa e poi giornalista, cercherà di trovare le origini del male, per capire e combattere. Conosciamo anche lo scrittore ebreo e romeno Mihail attraverso il suo diario, gli occhi innamorati di Eugenia e la sua sofferenza. Mihail compare sin dall'inizio e anche se lui non è presente fisicamente, la sua presenza è costante per tutta la lettura. Ho letto molti libri che trattano il genocidio ebraico ma ogni volta rimangono senza parole di fronte ad un popolo che ha cercato di sterminare un altro popolo con l’odio, la crudeltà, la violenza e la disumanità. Ed è proprio di fronte a questa insensata inumanità dell’essere umano che Lionel Duroy colloca questo libro che oscilla tra finzione e storia. La prosa è delicata, fluida ed elegante con immagini e pensieri profondi, con personaggi ricercati e descrizioni intense. Un libro intenso e bellissimo quanto forte e terrificante per il suo significato storico. È una testimonianza forte e spaventosa di ciò che l’uomo è stato capace di fare, un resoconto dettagliato della crudeltà e della disumanità dell’uomo costruito su continui flashback che ci fanno ripercorrere l’amore fra Eugenia e Mihail e la storia della Romania attraverso delle descrizioni vivide di Iasu e Bucarest. A differenza degli altri romanzi storici dedicati alle vittime, questo libro non cerca di essere la voce degli oppressi e dei massacri, ma fa uno sforzo sorprendente per esplorare le motivazioni delle persone che hanno permesso che queste atrocità accadessero al suo interno. È una storia poco conosciuta dai listi di testo che mi ha affascinato e al tempo stesso commosso. È la storia di ogni uomo, donna e bambino che ha vissuto l’inferno, la storia personale di ognuno di loro, di quelli che ce l’hanno fatta e degli altri che non ce l’hanno fatta, di quelli che sono morti nel tentativo di aiutare gli altri e di quelli che hanno lottato con le unghie e con i denti fino alla fine; una storia che anche se è straziante, cruda e profonda deve essere raccontata, letta, ascoltata e ricordata affinché tutto ciò non accada mai più.
Raffaella
Eugenia, cresciuta in un’atmosfera antisemita, si troverà di fronte all'ingiustizia della discriminazione degli ebrei e si ribellerà. Prima studentessa e poi giornalista, cercherà di trovare le origini del male, per capire e combattere. Conosciamo anche lo scrittore ebreo e romeno Mihail attraverso il suo diario, gli occhi innamorati di Eugenia e la sua sofferenza. Mihail compare sin dall'inizio e anche se lui non è presente fisicamente, la sua presenza è costante per tutta la lettura. Ho letto molti libri che trattano il genocidio ebraico ma ogni volta rimangono senza parole di fronte ad un popolo che ha cercato di sterminare un altro popolo con l’odio, la crudeltà, la violenza e la disumanità. Ed è proprio di fronte a questa insensata inumanità dell’essere umano che Lionel Duroy colloca questo libro che oscilla tra finzione e storia. La prosa è delicata, fluida ed elegante con immagini e pensieri profondi, con personaggi ricercati e descrizioni intense. Un libro intenso e bellissimo quanto forte e terrificante per il suo significato storico. È una testimonianza forte e spaventosa di ciò che l’uomo è stato capace di fare, un resoconto dettagliato della crudeltà e della disumanità dell’uomo costruito su continui flashback che ci fanno ripercorrere l’amore fra Eugenia e Mihail e la storia della Romania attraverso delle descrizioni vivide di Iasu e Bucarest. A differenza degli altri romanzi storici dedicati alle vittime, questo libro non cerca di essere la voce degli oppressi e dei massacri, ma fa uno sforzo sorprendente per esplorare le motivazioni delle persone che hanno permesso che queste atrocità accadessero al suo interno. È una storia poco conosciuta dai listi di testo che mi ha affascinato e al tempo stesso commosso. È la storia di ogni uomo, donna e bambino che ha vissuto l’inferno, la storia personale di ognuno di loro, di quelli che ce l’hanno fatta e degli altri che non ce l’hanno fatta, di quelli che sono morti nel tentativo di aiutare gli altri e di quelli che hanno lottato con le unghie e con i denti fino alla fine; una storia che anche se è straziante, cruda e profonda deve essere raccontata, letta, ascoltata e ricordata affinché tutto ciò non accada mai più.
Raffaella
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