Buongiorno lettori, Raffaella ci parla de La lettrice della stanza 128, il giallo investigativo di Cathy Bonidan uscito nel Febbraio scorso con Dea Planeta. Una storia intrigante con protagonista una moderna Sherlock Holmes in gonnella, dotata di spiccata intelligenza e intraprendenza, alla ricerca della risoluzione del mistero che avvolge un manoscritto.
TITOLO: La lettrice della stanza 128
TITOLO ORIGINALE: Chambre 128
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Cathy Bonidan
DATA D’USCITA: 4 Febbraio 2020
EDITORE: DeA Planeta
GENERE: giallo investigativo
AMBIENTAZIONE: Francia
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTA: Anne-Lise, donna alla ricerca della soluzione del mistero che avvolge un manoscritto.
Un amore impossibile. Un manoscritto perduto tra Montréal e Parigi. L’ostinata indagine di una lettrice.
TRAMA
Un amore impossibile. Un manoscritto perduto tra Montréal e Parigi. L’ostinata indagine di una lettrice.
Tutte le sere, cascasse il mondo, Anne-Lise Briard scivola tra le lenzuola e si lascia cullare dalle pagine di un buon libro. È un momento tutto per lei, un rituale al quale non potrebbe mai rinunciare. Perciò, quando nel comodino di un delizioso hotel della costa bretone trova un vecchio plico battuto a macchina, ne approfitta per rimpiazzare il romanzo che, distratta com’è, ha dimenticato di portare con sé da Parigi. Divorare in poche ore l’anonimo dattiloscritto – una struggente storia d’amore – e lasciarsi sedurre dal piccolo mistero che rappresenta per Anne-Lise sono tutt’uno. Ed ecco che, di colpo, un weekend fin troppo tranquillo si trasforma in un’avventura. Sì, perché a pagina 156 di quel racconto così trascinante è annotato un indirizzo – probabilmente quello dell’autore – al quale Anne-Lise decide di rispedire il malloppo, “con tante grazie per la bella lettura che mi ha regalato, sebbene senza volerlo”. Ricostruire le peripezie e i passaggi di mano che hanno portato il libro fino a lei non sarà facile, ma Anne-Lise si getta nell'impresa anima e corpo. Per scoprire il segreto di una storia capace di toccare il cuore e le vite di quanti la leggono. E trovare il coraggio di scrivere per sé un finale inaspettato.
RECENSIONE
La lettrice della stanza 128 è un giallo investigativo originale narrato sotto forma di una corrispondenza epistolare tra vari personaggi e una lettrice accanita che si mette sulle tracce del mistero che avvolge un manoscritto scritto da due autori e in tempi diversi trovato nella stanza 128 di un albergo in cui ha alloggiato.
Fin dalla prima pagina il lettore viene avvolto da questa atmosfera di mistero che si dipana per tutta la lettura, lasciando che la curiosità di scoprire la verità prenda il sopravvento. Le lettere rappresentano il mezzo attraverso cui le vite dei due personaggi si intrecciano a quelle di altri personaggi secondari, seguendo così il percorso che il manoscritto ha fatto nel corso degli anni e la sua capacità di plasmare la vita delle persone che lo hanno letto. La protagonista Anne-Lise è una donna curiosa, pragmatica e determinata che ama immergersi in un buon libro, entrare nelle vite dei personaggi e lasciarsi trasportare da un luogo all’altro per vivere tante storie diverse. È una lettrice come noi, appassionata di libri, di storie che raccontano emozioni, della magia contenuta nelle parole scritte, avida amante dei misteri e degli indizi che la porteranno sulle tracce della storia d’amore racchiusa in questo manoscritto magico che possiede il potere di cambiare la vita delle persone, di aiutarle a superare i problemi, dubbi e paure e di creare legami importanti. Può un libro avere un tale potere? Me lo sono chiesta anch’io più volte non solo nel corso della lettura ma soprattutto ogni volta che termino una storia che leggo, perché sono dell’idea ognuna di esse ha il potere di lasciarmi qualcosa: un’emozione, un insegnamento, una sensazione o uno stato d’animo capace di cambiarmi e di plasmarmi. Ed è ciò che capita ad Anne-Lise quando legge questo romanzo e decide di intraprendere una missione, quella di compiere un viaggio indietro nel tempo per seguire le tracce dei posti e delle persone con cui il manoscritto è venuto a contatto, il tutto in via epistolare, senza cedere al fascino della tecnologia. A seguirla in questa missione c’è Sylvestre, l’autore del manoscritto, o meglio colui che ha scritto la prima parte della storia. Lui è l’opposto di Anne-Lise: solitario e scontroso, vive di solitudine e verrà coinvolto dalla ricerca di Anne-Lise per dare un nome e un volto a chi ha terminato il suo manoscritto incompiuto. Impossibile non lasciarvi travolgere dalla bellezza di questo romanzo che sembra appartenere ad un’altra epoca, con la sua prosa scorrevole, raffinata e intrigante con quel pizzico di ironia che ci attira fin dalla prima pagina, con la soavità con cui affronta le varie tematiche e situazioni e il senso delicato di attesa per assaporare ogni momento, ogni descrizione sensoriale. Una storia intrigante con protagonista una moderna Sherlock Holmes in gonnella, dotata di spiccata intelligenza e intraprendenza, alla ricerca della risoluzione del suo mistero.
Fin dalla prima pagina il lettore viene avvolto da questa atmosfera di mistero che si dipana per tutta la lettura, lasciando che la curiosità di scoprire la verità prenda il sopravvento. Le lettere rappresentano il mezzo attraverso cui le vite dei due personaggi si intrecciano a quelle di altri personaggi secondari, seguendo così il percorso che il manoscritto ha fatto nel corso degli anni e la sua capacità di plasmare la vita delle persone che lo hanno letto. La protagonista Anne-Lise è una donna curiosa, pragmatica e determinata che ama immergersi in un buon libro, entrare nelle vite dei personaggi e lasciarsi trasportare da un luogo all’altro per vivere tante storie diverse. È una lettrice come noi, appassionata di libri, di storie che raccontano emozioni, della magia contenuta nelle parole scritte, avida amante dei misteri e degli indizi che la porteranno sulle tracce della storia d’amore racchiusa in questo manoscritto magico che possiede il potere di cambiare la vita delle persone, di aiutarle a superare i problemi, dubbi e paure e di creare legami importanti. Può un libro avere un tale potere? Me lo sono chiesta anch’io più volte non solo nel corso della lettura ma soprattutto ogni volta che termino una storia che leggo, perché sono dell’idea ognuna di esse ha il potere di lasciarmi qualcosa: un’emozione, un insegnamento, una sensazione o uno stato d’animo capace di cambiarmi e di plasmarmi. Ed è ciò che capita ad Anne-Lise quando legge questo romanzo e decide di intraprendere una missione, quella di compiere un viaggio indietro nel tempo per seguire le tracce dei posti e delle persone con cui il manoscritto è venuto a contatto, il tutto in via epistolare, senza cedere al fascino della tecnologia. A seguirla in questa missione c’è Sylvestre, l’autore del manoscritto, o meglio colui che ha scritto la prima parte della storia. Lui è l’opposto di Anne-Lise: solitario e scontroso, vive di solitudine e verrà coinvolto dalla ricerca di Anne-Lise per dare un nome e un volto a chi ha terminato il suo manoscritto incompiuto. Impossibile non lasciarvi travolgere dalla bellezza di questo romanzo che sembra appartenere ad un’altra epoca, con la sua prosa scorrevole, raffinata e intrigante con quel pizzico di ironia che ci attira fin dalla prima pagina, con la soavità con cui affronta le varie tematiche e situazioni e il senso delicato di attesa per assaporare ogni momento, ogni descrizione sensoriale. Una storia intrigante con protagonista una moderna Sherlock Holmes in gonnella, dotata di spiccata intelligenza e intraprendenza, alla ricerca della risoluzione del suo mistero.
Raffaella
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