lunedì 20 aprile 2020

RECENSIONE "Un posto migliore" di Jay Northcote

Buon pomeriggio lettori, Lara ci parla di Un posto migliore, il terzo volume autoconclusivo della serie Rainbow Place di Jay Northcote uscito due settimane fa con Quixote Translations.


TITOLO: Un posto migliore
TITOLO ORIGINALE: Better Place
SERIE: #3 Rainbow Place
AUTORE: Jay Northcote
DATA D’USCITA: 9 Aprile 2020
EDITORE: Quixote Translations
GENERE: contemporaneo mm
AMBIENTAZIONE: Cornovaglia
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTIJoe, aspirante scrittore; Dylan, barista.





TRAMA



Joe merita di meglio. Incontrare Dylan lo aiuta a rendersene conto. 
Dopo essere stato licenziato per esubero, Joe si prende qualche mese libero per provare a diventare uno scrittore. Il suo partner, Harry, è tutt’altro che di sostegno, ma dopo dieci anni insieme lui ci è abituato, proprio come è abituato alla tendenza di Harry al controllo, e al fatto che abbia l’abitudine di bere. 
Dylan è un cameriere del Rainbow Place, e quando vede Joe che lavora al suo portatile, nella caffetteria, ne resta intrigato. All’inizio, i suoi tentativi di flirtare vengono accolti con imbarazzo, ma un po’ alla volta Joe si apre… e Dylan rimane deluso nello scoprire che non è single. Man mano che la loro amicizia si sviluppa, inizia a preoccuparsi per la natura della relazione di Joe, soprattutto dopo aver visto di persona come si comporta Harry. Maltrattamenti e abuso non sono sempre una cosa fisica, e lui lo sa per esperienza personale. Le sue preoccupazioni, però, aiutano Joe a vedere la sua relazione per quello che è, e gli dà il coraggio per chiudere con Harry. 
Liberi di dare seguito alla loro attrazione reciproca, Joe e Dylan si buttano a capofitto in qualcosa che diventa serio molto in fretta. Joe si crogiola nella passione e nell’intimità di cui sentiva la mancanza da così tanto tempo, ma Dylan teme che per Joe sia soltanto l’effetto della libertà ritrovata. Decide così di mettere un freno, sapendo che se vogliono farcela devono rallentare; perché questo nuovo rapporto funzioni, Joe dovrà dimostrargli che è davvero pronto a lasciarsi alle spalle il passato.

Sebbene questo libro faccia parte di una serie, può essere letto come autoconclusivo e ha un lieto fine soddisfacente.

RECENSIONE

Si torna in Cornovaglia, nella pittoresca e placida cittadina dove sorge il Rainbow Place, il bar qlgbt friendly che fa da scenario alle storie che compongono l'omonima serie. Se non avete letto i precedenti non preoccupatevi perché ogni storia ha protagonisti diversi e può essere letta come autoconclusiva. 
Di questa serie ho da sempre adorato l'ambientazione calda e accogliente del villaggio della Cornovaglia, con le viuzze acciottolate e i tanti negozietti tipici, le scogliere con il mare a strapiombo, il tipico villaggio tranquillo scelto da molti per ricominciare una nuova vita. E poi il Rainbow Place, il bar inclusivo dove tante vite si intrecciano e costruiscono amicizie e nuove storie. Questa volta il Rainbow Place è il catalizzatore delle vite di Joe e Dylan. Joe ha quarantadue anni e dopo aver perso il lavoro ha deciso di prendersi del tempo per seguire il suo sogno di diventare scrittore. Passa giornate al pub scrivendo alla sua opera per uscire un po' dalla solitudine e quotidianità della casa che divide con il suo compagno da dieci anni. Dylan è un artista che in attesa di guadagnare con la sua arte lavora al Rainbow Place, ventisette anni e un passato di abusi che vuole dimenticare lo portano ad essere schivo e sempre con la guardia alzata fino a quando non vede un cliente affascinante che lavora al computer. Da qui inizia la loro storia, tra piccoli e timidi approcci, una conoscenza che potrebbe diventare qualcosa di più se non fosse che Joe non è un uomo libero. Non racconto di più perché la sinossi è più che esaustiva di quella che è l'evoluzione narrativa dall'inizio alla fine. Nonostante adori l'autore perché è sempre in grado di affrontare sentimenti ed emozioni grandi, e temi difficili o importanti con grande semplicità, questa volta ho trovato tutta la storia sottotono e non mi ha coinvolto. Leggiamo del momento difficile che sta vivendo Joe, il suo isolamento e la dedizione totale verso un rapporto che non lo rende più felice, la presa di coscienza che non può più recuperare un divario emotivo che ormai è incolmabile. Leggiamo dei problemi di coppia, la quotidianità sempre uguale e noiosa fino al punto di rottura. Una rottura che dovrebbe segnare il punto di svolta nel romanzo ma che invece si trascina come una presenza costante e fastidiosa fino alla fine mettendo in ombra la storia principale.
Tra Dylan e Joe l'attrazione c'è ed è tangibile ma viene frenata per ovvi motivi, un'amicizia che va avanti e cresce ma tutto fatica a decollare e a prendere consistenza. Per tutta la lettura sono stata in attesa di quel qualcosa, più emozioni e sentimenti, più passione, più Joe e Dylan che non è mai arrivato. 
Un posto migliore è un gap ma tra i due protagonisti Dylan nonostante sia il più giovane sembra più maturo e concreto rispetto a Joe, probabilmente per il suo passato. Mentre Joe deve fare tanta strada ancora per cambiare tutta la sua vita e fa davvero fatica. Tutto scorre tra scenari di quotidianità ripetitiva e la presenza di questo compagno/ex in ogni discorso o pensiero distogliendo l'attenzione dai sentimenti ed emozioni tra i due protagonisti. Nonostante le mie perplessità riguardo alla storia d'amore e la sua evoluzione è stato bello ritrovare vecchie conoscenze e l'ambiente inclusivo del Rainbow Place, in più si incontra chi sarà il protagonista del prossimo libro e si prospetta molto interessante. Naturalmente ve lo consiglio per farvi una vostra opinione.


Lara





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