martedì 5 maggio 2020

RECENSIONE "Electric State" di Simon Stålenhag"



TITOLO: Electric State
TITOLO ORIGINALE: Electric State
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Simon Stalenhag
DATA D’USCITA: 5 Maggio 2020
EDITORE: Mondadori
GENERE: graphic novel distopica e fantascientifica
AMBIENTAZIONE: America
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTA: Michelle, ragazza in fuga con il suo robot.




TRAMA

1997. Una ragazza fuggita di casa e il suo piccolo robot giallo sono in viaggio verso Occidente attraverso un insolito paesaggio statunitense. Le rovine di giganteschi droni da battaglia sono disseminate per le campagne, ammucchiate insieme ai resti abbandonati di una civiltà ipertecnologica e consumistica, ormai in declino. A mano a mano che la loro auto si avvicina all'estremità del continente, il mondo fuori dai finestrini sembra disfarsi sempre più velocemente, come se, da qualche parte oltre l'orizzonte, il cuore vuoto della civiltà stesse infine per collassare.


RECENSIONE

Electric State è una graphic novel distopica e fantascientifica, ovvero un libro a fumetti che permette al lettore di immergersi in un romanzo non solo attraverso dialoghi ma soprattutto attraverso i bellissimi disegni che danno forma al romanzo stesso. Ammetto che è davvero difficile recensire un libro a fumetti ed ogni volta che mi ingegno è una vera e propria sfida con me stessa e con le mie capacità. Dobbiamo sfatare il mito che le graphic novel sono libri per bambini, perché in realtà non è così. Sono libri adatti a tutte le età che ci permettono di immergerci totalmente in un libro, ancora di più di un romanzo normale di solo testo. Ci troviamo di fronte ad un libro eclettico, surreale e inquietante che fonde testo e illustrazioni realistiche -che aggiungono autenticità alla narrazione - in un rapporto simbiotico: il primo non può esistere senza il secondo. La storia è ambientata in un passato non lontano dal nostro in cui l’intelligenza artificiale delle macchine prende il sopravvento sulla mente umana, riducendo quest’ultimo a un guscio vuoto e malato. Protagonista della storia è la giovane Michelle, una ragazza forte, determinata, mossa dall'istinto di sopravvivenza, dal passato inquieto che, insieme al suo piccolo robot Skip, compie un viaggio dal deserto del Mojave alla costa del Pacifico tra le rovine di quelli che erano gli Stati Uniti. Le conseguenze di ciò che è avvenuto sono rappresentate fin dalle prime pagine: un cupo paesaggio desertico, popolato da essere ibridi alieni e disseminato da giganteschi droni da battaglia e di resti di una società che ha perso la sua strada, il cui vento soffia granelli di polvere su scheletri semisepolti e in decomposizione che indossano sul capo i neurocaster. L’autore utilizza un linguaggio diretto, senza farci mancare nulla, descrivendo la realtà di ciò che è avvenuto e andando avanti e indietro nel tempo per farci conoscere come si è arrivato a tutto questo. Seguire la ragazza e il suo robot, osservare attraverso le superbe immagini i resti di una nazione tecnologica e leggere i flashback dolorosi e nostralgici di Michelle per comprendere il presente rende tutto molto inquietante. Nel raccontare la storia la protagonista si rivolge a Walker, un personaggio che non appare mai ma che è sempre presente nella vicenda per tutta la durata del libro. Ciò infatti concorre a creare un’atmosfera surreale e sempre più inquietante. Electric State è una storia di esplorazione dura del decadimento della civiltà che viene consumata dalla tecnologia, di desolazione di un’umanità devastata e ridotta in polvere, che unisce le parole scritte con immagini di un oscuro paesaggio simile e al tempo stesso diverso dal nostro, impreziosito da pennellate accese di colore per evidenziare la flebile speranza che alberga sempre nella mente dei personaggi della storia. L’arte del libro è incredibile e trasmette emozioni: ogni pagina è finemente dettagliata ed evidenzia lo studio approfondito dell’autore. Un libro che ci lascia un retrogusto persistente e inquietante.


Raffaella






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