mercoledì 1 luglio 2020

LA VALLE DEI BANDITI di Giorgio Scerbanenco


DATA DI PUBBLICAZIONE: 16 Luglio 2020

TITOLO: La valle dei banditi

AUTORE: Giorgio Scerbanenco

GENERE: narrativa contemporanea
EDITORE: La nave di Teseo

TRAMA

Forte Rand è un paese nato in mezzo al deserto, in un’oasi di terra fertile, fondato da sei famiglie legate dal culto per un Messia del deserto, dove vige un regime di piena condivisione in cui tutti sono chiamati a collaborare e ad aiutarsi. Con altrettanta meticolosità, gli abitanti di Forte Rand sono capaci di vendetta. Quando scompare la moglie di Anthony Ross, l’uomo, seppur assolto dalle indagini, viene considerato colpevole di omicidio dai suoi concittadini e gli viene intimato di andarsene a costo della sua stessa vita. Terrorizzato, a Ross non rimane altra scelta che abbandonare il paese. Molti anni dopo, alla sua morte, il figlio Raffe decide di tornare a Forte Rand e affrontare l’ostilità dei locali. Per difendersi dalle minacce ormai sempre più pericolose, si rivolge al mite investigatore Arthur Jelling, che si troverà solo contro tutti per scoprire le verità nascoste nella valle dei banditi.
Un inedito assoluto di Giorgio Scerbanenco, ritrovato e curato dalla figlia Cecilia. Il nuovo capitolo della serie che ha lanciato il primo investigatore del giallo italiano: geniale come Poirot, implacabile come Maigret.

1 commento:

  1. Non conoscevo Scerbanenco e questo è il suo primo romanzo che ho letto.
    Lo stile è sobrio, essenziale, anche se a volte anche un po' frettoloso, ma la trama e l'ambientazione catturano senz'altro l'interesse del lettore curioso. Geniale l'idea di questa setta apocalittica (uno dei tanti "Doomsday Cults" di cui pullula l'America), che attorno al 1937 si è insediata nello Stoner, un deserto infuocato pieno di rocce, sabbia e serpenti velenosi, simile alle lande desolate di un qualche stato occidentale degli USA (Arizona, Utah, Nevada...). Le idee apocalittiche della setta, che ha una sua letteratura e ha fissato l'arrivo del "Grande Giorno", ovvero la fine del mondo, per il 31 dicembre 1999, richiamano irresistibilmente certe dottrine dei Testimoni di Geova, degli avventisti, dei mormoni delle origini e di tanti altri movimenti religiosi sorti negli ultimi tre secoli in America. Scerbanenco descrive in modo incisivo l'ambiente chiuso e gretto, il fanatismo e la mentalità paranoica dei seguaci della setta fondata da "Padre Andorn" che, convinti della propria purezza e della malvagità del mondo (un atteggiamento che in inglese si chiama "self-righteousness" o farisaismo ipocrita), non esitano a ricorrere all'intimidazione e all'omicidio per eliminare i dissidenti. Il ritratto di questo ambiente potrà sembrare eccessivo, superficiale o addirittura criminalizzante a qualche moderno studioso sensibile ai diritti delle minoranze religiose, ma Scerbanenco, per fortuna, è solo un buon scrittore di gialli e non un sociologo "esperto" di nuove religioni e culti minoritari. Originale la conclusione e l'espediente escogitato dagli assassini per far fuori la loro vittima nel giorno da loro prefissato.

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