lunedì 21 settembre 2020

RECENSIONE "L'ultima ricamatrice" di Elena Pigozzi

Buon pomeriggio lettori, Raffaella ci parla de L'ultima ricamatrice, il romanzo di narrativa contemporanea di Elena Pigozzi uscito con Piemme. Un romanzo che ci parla del ricamo, uno dei mestieri più belli che purtroppo con il tempo si sta estinguendo. Una storia che fin dalla prima pagina ci avvolge con un’atmosfera delicata di emozioni e sentimenti che arrivano all'anima del lettore.



TITOLO:
 L'ultima ricamatrice

SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Elena Pigozzi
DATA DI PUBBLICAZIONE: 8 Settembre 2020
EDITORE: Piemme
GENERE: narrativa contemporanea
AMBIENTAZIONE: Italia
FINALE: chiuso
PROTAGONISTA: Eufrasia, ricamatrice.





TRAMA

Appoggiata ai bordi del bosco, sulla via che dal paese va verso le montagne, c'è una piccola casa solitaria: è qui che vivono le ricamatrici. Ora è rimasta Eufrasia a praticare l'arte di famiglia, tesse, cuce, ricama leggendo in ogni persona che le si rivolge i desideri più inconsci. Accanto a lei come prima alla bisnonna, alla nonna e alla madre, da sempre, il telaio di ciliegio, rocchetti, stoffe, spole e spilli. Eufrasia ha settant'anni e ha quasi smesso di lavorare, le mani curvate dall'artrite e la modernità in cui tutto è fatto in fretta le avevano fatto pensare di non servire più a nessuno.
Ed è in quel momento che arriva Filomela, una ragazza giovane con il riso negli occhi oltre che sulle labbra, che le chiede di prepararle il corredo e di insegnarle a ricamare. Eccola, l'ultima occasione di fare ciò che Eufrasia più ama: rendere felice qualcuno, raccontargli la vita che verrà intrecciando trama e ordito. Le parole che ha risparmiato per tutta l'esistenza ora sgorgano come fiumi in primavera. Racconta di una giovane vedova di guerra gentile ed esperta nel taglio e cucito, di una splendida e coraggiosa ragazza troppo bella per non attirare le malelingue di paese, di un amore delicato come il filo di lino e tanto sfortunato, e di un ricamo tessuto da generazioni, in cui ognuna di loro ha scritto un pezzo della propria esistenza, una scintilla luminosa nel buio del mondo.

Elena Pigozzi in questo romanzo, ordito sapientemente come il ricamo più pregiato, ci fa vivere cento anni di storia in un battito di ciglia, a volte vento leggero e luminoso, altre cupo e foriero di sventura. Tante vite si intrecciano in queste righe, tanti amori, ma soprattutto l'amore per la vita stessa e per un'arte millenaria che sono la vera eredità dell'ultima ricamatrice.

RECENSIONE

L’ultima ricamatrice è un romanzo che fin dalla prima pagina ci avvolge con un’atmosfera delicata di emozioni e sentimenti che arrivano all'anima del lettore. Con la sua scrittura poetica, curata e lieve come una piuma l’autrice ci fa immergere in una storia tutta al femminile che narra la forza delle donne e che ci fa conoscere un mestiere che con l’avanzare della tecnologia è andato un po’ perduto: quello della ricamatrice, un’arte antica e preziosa che si tramandava di generazione in generazione.
La protagonista della storia è Eufrasia, una settantenne genuina che ha ereditato dalla famiglia quest’arte bellissima. Lei è l’ultima ricamatrice, l’ultima ad usare il telaio, il filo e le mani per creare splendide creazioni. Sono stata rapita dalle descrizioni del ricamo, dalle mani che si muovono veloci con l'ago e il filo per poi intrecciarsi con la stoffa, dalla passione e dalla pazienza che ha Eufrasia, il tutto reso ancora più interessante dalla scrittura poetica e delicata dell’autrice che ci regala splendide perle. La protagonista sembra vivere nella sua solitudine e dedica tutte le sue energie a questo lavoro che tanto ama, nonostante l’avanzare dell’età, la vista che cala e l’artrosi alle dita. Nel momento più inaspettato arriva Filomela, una giovane ragazza che chiede a Eufrasia di insegnarle a ricamare e a preparare il corredo per il suo matrimonio. Lei non è di tante parole, ma ne ha cura come degli oggetti rari, non giudica ma sa ascoltare ed è incuriosita da Eufrasia che decide di raccontarle la sua storia, quella della sua famiglia e di tre intere generazioni di ricamatrici, Esther, Clelia e Miriam, che hanno amato, sofferto, che si sono rialzate come fenici e hanno preso a pugni la volta, vivendo appieno la vita e godendo dei rari momenti di felicità. La loro è una storia a tratti triste, tragica, drammatica e a volte più gioiosa, più felice. Una storia che ho amato leggere e che mi ha fatto immergere in un tempo lontano, con tradizioni e regole diverse, in uno di quei paesi in cui tutti conoscono tutti e la gelosia e le maldicenze sono il pano quotidiano dei paesani. Tra Eufrasia e Filomela si viene a creare un legame speciale di fiducia, confidenza e affetto, un legame che ci scalda l’animo e ci regala pace e tranquillità. L’ultima ricamatrice è un romanzo bellissimo, intenso e profondo che ci fa conoscere Elena Pigozzi, un’autrice che ama le parole che sembrano essere da sempre il suo pane quotidiano: le mastica e le riporta su carta con un'abilità unica. Parole pronte ad uscire dall'inchiostro della sua penna, come se il suo braccio fosse un prolungamento del suo cuore, come se nel suo sangue scorressero parole in grado di trasmetterci emozioni e amore. Con questa storia evidenzia l’importanza del ricamo, uno dei mestieri più belli di sempre che purtroppo con il tempo si sta estinguendo e che l'autrice riporta alla luce con nostalgia e amore.


Raffaella








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