DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 Settembre 2020
TITOLO: Il signore dei piccioni
AUTORE: Stefano Stanzione
GENERE: thriller soprannaturale
EDITORE: Pubme (Segreti in giallo)
TRAMA
Ponza. È qui che l'ex campione di boxe Eric Dove ha deciso di trascorrere il resto dei suoi giorni. Lontano dai riflettori, in solitudine, l'ormai settantenne gloria del pugilato vive con l'unica compagnia dei suoi piccioni.Una serie di incontri e morti, però, sconvolgono la sua routine e la vita sull'isola. In quello che si rivelerà uno strano incidente perde la vita una sua cara amica: Emilia.Il tragico evento lo spinge a guardarsi intorno. Eric cerca di capire cosa sia realmente accaduto nella notte in cui la giovane è morta sulla statale 49. Quale terribile segreto cela questa strada maledetta?E così, finisce per condurre una vera e propria indagine, tra politica e corruzione, paranormale e superstizione, che lo condurrà in un vortice di rivelazioni, fino alla più inaspettata delle verità.
BLOG TOUR: Intervista all'autore
1. Come è nata l’idea per questo romanzo?
Sono sempre stato un grande fan della saga di Rocky e quindi la decisione di scrivere un romanzo che avesse come protagonista un ex pugile, è venuta quasi spontanea. Senza contare che la stessa narrativa italiana, perlomeno negli ultimi tempi, è povera di personaggi di questo genere, perciò mi sono detto che una scelta simile avrebbe giocato a mio favore. Solo i lettori potranno confermare se ho avuto ragione oppure no, eh, eh!
2. Spiegaci come hai creato il carattere di Eric. Ha qualcosa di te?
Sicuramente l’aspetto che ci accomuna è la grande importanza che rivestono gli affetti. La differenza sta che io ho raggiunto questa consapevolezza già nell’adolescenza, Eric vi giunge in età adulta, solo dopo aver vissuto esperienze crude e dolorose, di cui lui medesimo in larga parte ne è l’artefice. Ma, a essere sinceri, questa affinità tra di noi l’ho scoperta solo alcuni mesi dopo aver terminato il romanzo. In realtà, Eric nasce dalla passione che ho citato prima e dall’ispirazione che ho avuto leggendo la biografia di Mike Tyson. Eric presenta molti più tratti in comune con l’ex campione che con il suo creatore. Di solito, quando descrivo un personaggio, difficilmente penso a me stesso. Preferisco modellarlo prendendo come spunto persone che ho conosciuto in passato o che tutt’oggi mi capita di incontrare oppure pescando in rete da fatti di cronaca. Sicuramente anche i libri e il cinema sono una buona fonte di ispirazione. Certo, è inevitabile che qualcosa di me finisca nelle pagine che scrivo ma funge solo da impronta, diciamo. L’idea di scrivere racconti o romanzi che abbiano me stesso come protagonista ma con un nome differente, la giudico poco allettante. Inoltre, si tratta di un errore grossolano che i miei insegnanti del corso di scrittura mi hanno sempre consigliato di evitare.
3. Qual è stata la parte del romanzo più difficile da scrivere e perché?
Quella relativa all’indagine. Pur essendo amante del genere thriller, spesso fatico un po’ nel mettere insieme i puzzle che compongono la risoluzione di un caso. Ma con “Il signore dei piccioni” devo dire che tutto è stato molto fluido. Penso che in gran parte ciò sia dovuto alla lezione che ho imparato da Raymond Chandler, il papà del famoso detective Philip Marlowe. Chandler affermava che un giallo dovesse possedere una storia valida al di là della trama poliziesca. Ed essendo i personaggi stessi a creare la storia, in questi anni mi sono impegnato nel concentrare i miei sforzi in questo senso, nel tentativo di sopperire alle mie mancanze. Perciò anche se non do vita a chissà quali plot macchinosi, mi impegno a far sì che il lettore si appassioni ugualmente ai personaggi, alle loro emozioni, alle loro vicende personali e all’atmosfera che permea il romanzo. Con “Il signore dei piccioni” ritengo di aver compiuto un passo in avanti poiché, rileggendolo più volte, ho avuto l’impressione di aver creato un intreccio gradevole e ben costruito, seppure la parte relativa al passato di Eric e alle vicende umane costituiscano l’aspetto principale del romanzo.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo “Il signore dei piccioni”?
Quello che ho compreso io e di cui ho accennato prima: solo gli affetti, quelli sinceri, possono salvarti dall'inferno. È un’affermazione banale ma è anche una verità incontrastabile, per come la vedo.
5. Quali sono gli ingredienti che non possono mai mancare in un buon romanzo secondo te?
Ovviamente una bella storia che però vada di pari passo con una buona padronanza della lingua italiana. Anche questo aspetto sembrerà scontato ma spesso mi è capitato di confrontarmi con autori esordienti che ritenevano secondaria la cura per la sintassi e la grammatica. Erano convinti che il disporre di una bella idea fosse sufficiente per ottenere il giusto riconoscimento dai lettori. Niente di più sbagliato. Molti lettori sono assai più disposti a perdonare una trama scadente che un testo zeppo di refusi ed errori.
Altro elemento distintivo di un buon romanzo è sicuramente lo stile. Se fluido e piacevole meglio ancora. In una società dove imperversa la regola “Divora tutto e subito”, un autore che riesce a mantenere un buon ritmo narrativo grazie anche a uno stile frizzante, di sicuro è in grado di attrarre anche coloro i quali sono più orientati ad acquistare l’ultimo modello di smartphone che un libro.
6. Da quando hai cominciato a scrivere? Hai sempre avuto la passione per la scrittura?
Fin da quando ero bambino. Mi sono approcciato alla narrativa grazie ai fumetti. Non c’era foglio di carta che sfuggisse al mio desiderio di raccontare storie. Poi sono passato ai racconti e ai romanzi. Ma tutt’oggi, continuo a dedicarmi anche ai fumetti. Per l’anno prossimo, infatti, è prevista l’uscita di una miniserie a fumetti da me ideata per la Tora Edizioni.
7. Quali sono i tuoi autori preferiti? Hanno influenzato in qualche modo il tuo modo di scrivere?
Nell’affinare il mio stile, indubbiamente hanno rivestito un ruolo centrale autori come Carver, Fante, il già citato Chandler e più di tutti Richard Matheson. Lui è il mio preferito non solo per il suo stile asciutto e pungente ma anche per le storie che ha ingegnato e che hanno fortemente influenzato la narrativa di genere.
8. A quando il prossimo romanzo? Tratterai un genere diverso o ti focalizzerai ancora su questo?
Ci sto lavorando da questa estate. Si tratta di una storia che mescola l’aspetto psicologico con quello fantascientifico. Affronta un tema noto ma che non è mai stato approfondito in maniera esaustiva. È un romanzo a cui tiene particolarmente la mia ragazza, considerato che l’argomento la tocca molto da vicino. Anche per la scrittura ho adottato uno stile un poco più ridondante rispetto a “Il signore dei piccioni” ma non per questo noioso, tenendo conto che il target di riferimento è il pubblico adolescenziale. Quando verrà pubblicato, spero di ritrovarmi ancora in vostra compagnia!
Stupenda intervista
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