DATA DI PUBBLICAZIONE: 13 Ottobre 2020
TITOLO: Terramarina
AUTORE: Tea Ranno
GENERE: narrativa contemporanea
EDITORE: Mondadori
TRAMA
È la sera della vigilia di Natale e Agata, che in paese tutti chiamano la Tabbacchera, guarda il suo borgo dall'alto: è un pugno di case arroccate sul mare che lei da qualche tempo s'è presa il compito di guidare, sovvertendo piano piano il sistema di connivenze che l'ha governato per decenni e inventandosi una piccola rivoluzione a colpi di poesia e legalità.
Ma stasera sul cuore della sindaca è scesa una coltre nera di tristezza e "Lassitimi sula!" ha risposto agli inviti calorosi di quella cricca di amici che è ormai diventata la sua famiglia: è il suo quarto Natale senza il marito Costanzo, che oggi le manca più che mai. E, anche se fatica ad ammetterlo, non è il solo a mancarle: c'è infatti un certo maresciallo di Torino che, da quando ha lasciato la Sicilia, si è fatto largo tra i suoi pensieri.
A irrompere nella vigilia solitaria di Agata è Don Bruno, il parroco del paese, con un fagotto inzaccherato tra le braccia: è una creatura che avrà sì e no qualche ora, che ha trovato abbandonata al freddo, a un angolo di strada. Sola, livida e affamata, ma urlante e viva.
Dall'istante in cui Luce - come verrà battezzata dal gruppo di amici che subito si stringe attorno alla bimba, chi per visitarla, chi per allattarla, vestirla, ninnarla - entra in casa Tabbacchera, il dolore di Agata si cambia in gioia e il Natale di Toni e Violante, del dottor Grimaldi, di Sarino, di Lisabetta e di tutta quella stramba e generosa famiglia si trasforma in una giostra. Di risate, lacrime, amurusanze, tavole imbandite, ritorni, partenze e sorprese, ma anche di paure e dubbi: chi è la donna che è stata capace di abbandonare ai cani il sangue del suo sangue? Starà bene o le sarà successo qualcosa? Cosa fare di quella picciridda che ha già conquistato i cuori di almeno sette madri e cinque padri?
Tea Ranno torna a percorrere i territori fiabeschi e solari dell'Amurusanza con il suo stile che fonde dialetto siculo e poesia e si lascia contaminare dal realismo magico sudamericano. Il risultato è una narrazione corale ipnotica, un moderno presepe fatto di personaggi vitali e incandescenti, una generosa parabola di accoglienza e solidarietà.
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L'autrice
Tea Ranno è nata a Melilli, in provincia di Siracusa, nel 1963. Dal 1995 vive a Roma. È laureata in giurisprudenza e si occupa di diritto e letteratura. Ha pubblicato per e/o i romanzi Cenere (2006, finalista ai premi Calvino e Berto e vincitore del premio Chianti) e In una lingua che non so più dire(2007). Nel 2012 è uscito per Mondadori La sposa vermiglia, vincitore del premio Rea, e nel 2014, sempre per Mondadori, Viola Fòscari. Nel 2018 ha pubblicato Sentimi (Frassinelli) e nel 2019 L'amurusanza (Mondadori).
OPERE
L'AMURUSANZA
Siamo in un piccolo borgo siciliano che, dall'alto di una collina, domina il mare: una comunità di cinquemila anime che si conoscono tutte per nome. Su un lato della piazza sorge la tabaccheria, un luogo magico dove si possono trovare, oltre alle sigarette, anche dolciumi e spezie, governato con amore da Costanzo e da sua moglie Agata. Sull'altro lato si affaccia il municipio, amministrato con altrettanto amore (ma per il denaro) dal sindaco "Occhi Janchi" e dalla sua cricca di "anime nere", invischiata in diversi affari sporchi. Attorno a questi due poli brulica la vita del paese, un angolo di paradiso deturpato negli anni Cinquanta dalla costruzione di una grossa raffineria di petrolio.
Quando Costanzo muore all'improvviso, Agata, che è una delle donne più belle e desiderate del paese, viene presa di mira dalla cosca di Occhi Janchi, che, oltre a "fottere" lei, vuole fotterle la Saracina, il rigoglioso terreno coltivato ad aranci e limoni che è stato il vanto del marito. Ma la Tabbacchera non ha intenzione di stare a guardare. Attorno a lei si raccoglie, prima timida poi sempre più sfrontata, una serie di alleati: il professor Scianna, che in segreto scrive poesie e cova un sentimento proibito per la figlia di un amico, l'erborista Lisabetta, capace di preparare pietanze miracolose per la pancia e per l'anima, Lucietta detta "la piangimorti", una zitella solitaria che nasconde risorse insospettate, e poi Roberto, Violante, don Bruno… una compagnia variopinta e ribelle di "anime rosse" che decide di sfidare il potere costituito a colpi di poesia, di gesti gentili e di buon cibo: in una parola, di amurusanze. Tra una tavolata imbandita con polpettine e frittelle afrodisiache e una dichiarazione d'amore capace di cambiare una fede, le sorti dei personaggi s'intrecciano sempre più, in un crescendo narrativo che corre impetuoso verso la deflagrazione…
Tea Ranno ha scritto il suo romanzo più solare, magico e sensuale: ha dato vita a una Dona Flor siciliana e l'ha calata in un'atmosfera fiabesca alla Chocolat; allo stesso tempo, con l'aiuto di un pizzico di realismo magico, ha raccontato una parabola attualissima di coraggio ed emancipazione, di una donna e di una comunità.
SENTIMI
Durante una notte surreale, e nello stesso tempo fin troppo reale, una donna, una scrittrice, tornata nel paese siciliano dove è nata, ascolta decine di voci che giungono da un altrove indistinto, che si fanno strada in una nebbia strana, inquietante. Sono voci di donne morte, che vogliono, devono, raccontare le loro storie perché la scrittrice le trascini fuori dall'oblio al quale sono destinate.
Sono storie quasi sempre dolorose, a volte tragiche, che hanno una caratteristica in comune: l'umanità delle protagoniste, la loro complessità emotiva e intellettuale, i loro sentimenti, le loro vite vere. Ma non solo per raccontarsi, i fantasmi di queste donne parlano all'autrice: c'è anche un'altra storia, che tutte le coinvolge, e che vogliono si sappia. La storia di Adele, figlia di Rosa, ma non del suo legittimo marito, Rosario. E la colpa più grave di Adele è quella di avere i capelli rossi, come il suo vero padre, segno inequivocabile della colpa, delle corna. Per questo Rosario passerà il resto della sua vita nel tentativo di uccidere la bambina, poi ragazza. E per questo le donne del paese faranno di tutto per salvarla. Perché levare almeno la piccola Adele dai meccanismi mentali malati di questi maschi brutali, ancestrali e irredimibili, vorrebbe dire aver salvato tutte loro.
SAURA
Saura, dodicenne, figlia di una chirurga pediatrica e di un giudice, soffre dell'assenza dei genitori, troppo presi dal lavoro, odia i suoi compagni di classe, che la deridono per via del nome così ingombrante, e odia le innumerevoli tate che vengono a occuparsi di lei. Una mattina che piove, la mamma decide di non mandarla a scuola: ha il giorno libero e potranno trascorrere un bel po' di tempo insieme. All'improvviso, però, squilla il cellulare. C'è un bambino in fin di vita e la dottoressa deve correre a salvarlo. Fine del divertimento, fine della mamma "tutta per sé". Saura s'arrabbia, si chiude in camera e caccia la tata appena giunta. Si sente tristissima, e il suo petto pare bucarsi per il dolore. Lo sfiora con un dito: davvero c'è un buco. Abbassa la testa per controllare ma in quel momento dal buco esce una mano che l'acchiappa e la porta dentro di sé. Comincerà, così, un viaggio per le stanze del suo cuore. Incontrerà persone amatissime, si riconcilierà con le tate, con i suoi compagni, diventerà la Regina dei sauri, affronterà le iene trasformandosi in istrice e verrà a un confronto con Saurina, la sua parte bambina. Insomma, vivrà avventure straordinarie che la porteranno a superare le rabbie, i dolori, le mancanze e tutto ciò che la ferisce. Età di lettura: da 11 anni.
VIOLA FOSCARI
Arrossire per uno sguardo, tremare per un abbraccio, soffrire per una parola mal detta, sognare ogni notte un'intimità proibita... Sono sentimenti che si provano da ragazzi, al primo amore. In rari casi la sorte ci offre il dono - o la condanna - di sperimentare nuovamente quelle emozioni. Viola Fòscari è una donna di grande carisma: perfetta padrona di casa, madre di due figli, ancora bellissima. Ma è in un momento di fragilità: i figli, che le hanno riempito la vita ogni istante, sono abbastanza grandi da lasciare il nido e da voler costituire una nuova famiglia. È proprio durante la festa di fidanzamento di uno di loro che tutto inizia. Basta uno sguardo, e Viola sente nascere improvvisa la passione per un ragazzo che ha l'età dei suoi figli, e che la guarda con gli occhi affamati e dolci dei giovani quando scoprono la vita... Iniziano giornate ebbre, in cui il desiderio amplifica i sensi e tutto sembra giusto, lecito, tutto salvato dall'Amore, che illumina ogni cosa e ci rende migliori. Momenti in cui l'azzardo porta Viola a giocarsi ogni cosa, e ore in cui la stanchezza prevale, consegnandola allo sfinimento della colpa e dell'angoscia. Ma anche giorni favolosi in cui i sogni diventano possibilità e le porte del reale si aprono verso l'incanto. Sul palcoscenico di una Sicilia gravida di cambiamenti - negli anni Cinquanta iniziano gli espropri terrieri per fondare il grande impianto petrolchimico che muterà il volto del Siracusano -, Tea Ranno intreccia le parole, i profumi, le vite di personaggi memorabili, ciascuno dei quali, come tutti noi, nasconde un segreto destinato a rivelarsi in quelle circostanze speciali in cui l'esistenza apre un varco nella sua rete. E narra la storia senza tempo dell'amore che rinasce dalle proprie ceneri, dell'amore che rischia di bruciare tutto ma che può anche dare spazio a una speranza nuova.
LA SPOSA VERMIGLIA
Vincenzina Sparviero è giovane, innocente, e tanto più bella in quanto non sa di esserlo. Ma, ultimogenita, è destinata al convento: e così sogna, addestrando la sua fervida fantasia, sogna che qualcosa accada a liberarla da quel destino d'ombra. Quando, improvvisamente, l'amatissima sorella muore, è per Vincenzina il compimento di quel sogno - ora sarà lei a potersi sposare, a poter avere una vita vera - e il precipitare nell'abisso del senso di colpa, quasi fosse stata la forza della sua immaginazione a spegnere quella giovane vita. Da quel giorno Vincenzina giura a se stessa che non chiederà mai più niente per sé e accetterà con pazienza qualsiasi cosa il destino le riservi. Siamo in un piccolo paese siciliano a metà degli anni Venti, e nemmeno il profumo degli aranci in fiore può tenere lontano l'odore pesante della Storia: in breve tempo il matrimonio tra la palombella mansueta e il facoltoso don Ottavio Licata, fascista, mafioso e trent'anni più vecchio di lei, è combinato. Vincenzina accetta con coraggio e incoscienza la decisione paterna, ma non ha fatto i conti con una forza destinata a sparigliare le carte, a far irrompere nuovamente nella sua vita il sogno: l'amore, incontrato negli occhi del giovane Filippo Gonzales.
Così, mentre la primavera lascia il posto alla vampa dell'estate e fervono i preparativi per la grande festa nuziale, la ragazza si difende dal futuro che incombe esplorando con la fantasia l'ebbrezza di un amore vero, emozioni di cui può solo intuire la potenza. Seduta al balcone che affaccia sul cuore del paese, intenta a ricamare un'eterna rosa, attende il passaggio di Filippo - ore che si dilatano come melassa per poi dissolversi nei minuti brevi in cui lui attraversa la piazza: il passo lento, le mani in tasca, gli occhi ardenti, una passione assoluta che si nutre solo di sguardi.
Lungo la china inesorabile che conduce al matrimonio annunciato, la colombella si tramuta senza quasi saperlo in una sparviera coraggiosa e libera, capace di una ribellione estrema... Con una lingua imbevuta di tutti i contrasti della sua Sicilia barocca, violenta e dolce, Tea Ranno dà vita a un romanzo che si legge come un giallo - le indagini del maresciallo venuto dal Nord, le pagine di diario di Vincenzina, la testimonianza della cugina Gioconda e del paese tutto -, ma che è insieme il dramma senza tempo dell'amore impossibile e la voce vibrante, vicinissima della passione vermiglia che vince la morte, che dà senso alla vita di ognuno di noi.
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