lunedì 12 ottobre 2020

RECENSIONE "Sto pensando di finirla qui" di Iain Reid

 



TITOLO: Sto pensando di finirla qui
TITOLO ORIGINALE: I'm Thinking of Ending Things
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Iain Reid
DATA D’USCITA: 28 Gennaio 2020
EDITORE: Rizzoli
GENERE: thriller
AMBIENTAZIONE: America
FINALE: chiuso
PROTAGONISTI: Lucy, donna che va a conoscere i genitori di Jake; Jake, fidanzato di Lucy.



TRAMA

Interno degli Stati Uniti. Una statale silenziosa e vuota, solo profili piatti che si ripetono, un'altalena, un granaio, pecore ferme nella luce del pomeriggio, fienili e campi. Seduta in macchina, sotto la musica country trasmessa dalla radio, la ragazza di Jake guarda la campagna e continua a pensare che deve farla finita con lui; anche se Jake, con quella sua aria svagata e le conversazioni interessanti, in fondo le piace. Ora sono di ritorno dalla casa dei genitori di lui, una fattoria sperduta dove lei ha incontrato per la prima volta quella coppia singolare e visto i recinti lugubri degli animali, un incontro che le ha lasciato addosso una sensazione inafferrabile, come di chi avesse varcato, per il tempo di una sera, la scena di un'allucinazione altrui. Un disagio che peggiora quando Jake, nel mezzo di quel luogo desolato mosso solamente dalla neve in aumento, si ferma in una gelateria, un edificio che emerge, fluorescente, dal buio, le vetrine sbiancate dai neon, e un attimo dopo imbocca una stradina secondaria, parcheggia davanti al suo vecchio liceo chiuso e sparisce all'interno della scuola. Per la sua ragazza, lasciata sola in macchina, ha inizio allora un altro percorso, vertiginoso, nel versante più oscuro della realtà, dove scoprire che fine ha fatto Jake fornirà finalmente la risposta, del tutto imprevedibile, a cosa sia accaduto davvero in questo silenzioso viaggio a due. Da questo libro è tratto il film di Netflix per la regia del premio Oscar Charlie Kaufman.

RECENSIONE

Sto pensando di finirla qui è un thriller psicologico e angosciante che ci insegna che nessuno è come sembra. Ci troviamo di fronte ad una storia ingannevole e complessa in cui il narratore non è affidabile perché offre indizi al lettore per poi depistarlo. Una tecnica assolutamente geniale che ci calamita alla storia fin dalla prima pagina. La storia inizia con la protagonista Lucy mentre viaggia in macchina con il suo ragazzo Jake che la sta portando a conoscere i propri genitori. Quando arrivano a casa dei genitori di Jake, la cena di rivela più inquietante del previsto e piccoli e grandi dettagli iniziano a confondere Lucy, rendendo la sua percezione della realtà inaffidabile. Il senso di disagio cresce man mano nella protagonista e anche nel lettore che continua attento e curioso la lettura fino al finale. Uno dei temi di questo libro è quello della psicologia femminile, della fragilità e del senso di incertezza e dovere che la società ci impone. La nostra mente è una scacchiera incomprensibile, un uragano di emozioni di tutti i tipi, da quelle positive a quelle negative come l’infelicità e il tormento. Sto pensando di finirla qui è una storia turbinosa che scava nella mente dei personaggi e che lo induce a riflettere, in un climax che cresce man mano fino al picco più alto. Lo stile di scrittura dell’autrice è coinvolgente e ricca di pathos, riesce a calamitare il lettore alla storia, trasmettendogli angoscia e paura e facendogli scaturire tante domande nella mente. I personaggi sono tutti caratterizzati perfettamente e ne leggiamo soprattutto la psicologia. Un libro che parla del disagio mentale in un flusso di coscienza febbricitante. E ora, dopo aver letto il libro andrò a vedermi anche il film Netflix!


Raffaella







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