mercoledì 20 gennaio 2021

BLOG TOUR "Tutta colpa di Alfredo" di Gabriella Candida Candeloro: LE ECOMAFIE

 




DATA DI PUBBLICAZIONE: 24 Novembre 2020


TITOLO: Tutta colpa di Alfredo

AUTORE: Gabriella Candida Candeloro

GENERE: giallo
EDITORE: PubMe (Segreti in giallo)

TRAMA

Valentina non si fida.
Alla continua ricerca di un equilibrio interiore che esprime danzando sulle punte di gesso.
Proprio quando sembra cedere alla tentazione di aprirsi al mondo, accade qualcosa che la destabilizza, qualcosa che minerà la sua intera esistenza.
In questa storia nulla è come appare, i pezzi del puzzle si spargono nuovamente sul tavolo e lei deve ricominciare a comporre una nuova figura.
Un fatto inaspettato, una lettera, un viaggio, la porteranno nel ventre della "testuggine", nelle viscere profonde della sua anima.





LE ECOMAFIE

Eccoci qui con la terza tappa dedicata al romanzo giallo/romance Tutta colpa di Alfredo di Gabriella Candida Candeloro. 
Oggi vi parlerò di una delle tematiche più importanti della storia che coinvolge in prima persona il protagonista maschile: le ecomafie. 

Avete mai sentito parlare del termine ecomafia? 
Il nostro Paese purtroppo è uno dei primi ad inquinare l’ambiente in cui viviamo, recando ingenti danno al territorio e agli esseri viventi che lo abitano. Il termine ecomafia è un termine coniato da Legambiente nel 1994 per indicare le attività illegali delle
organizzazioni criminali, di tipo mafioso, che arrecano danni all'ambiente. Tra queste attività compaiono anche il traffico illegale dei rifiuti, pericolosi e non, l’escavazione abusiva, l’illegalità nel mercanto agro-alimentare e l’allevamento di animali da combattimento. Tutte questo frutta alla criminalità un indotto miliardario ogni anno. Il ruolo giocato dalle mafie "tradizionali" generalmente molto importante nelle attività ecomafiose, ma spesso sono imprese private, amministratori locali e organi di controllo corrotti a costituire reti che compiono reati ambientali. Lo smaltimento illegale di rifiuti tossici o di scorie nucleari da parte di aziende che hanno ricevuto l'appalto per la loro depurazione, gestione e messa in sicurezza è considerato da Legambiente il più lucroso e pericoloso campo di attività delle ecomafie. 



Le organizzazioni mafiose sono in grado di condurre tutta questa filiera dello smaltimento illecito di rifiuti tossici perché hanno controllo sul proprio territorio e possono contare sull’omertà della popolazione. Oltre agli enormi danni in tema di impatto ambientale dello smaltimento illecito di rifiuti che molto spesso avviene riversando rifiuti tossici in buche, discariche abusive o incendiandole, addirittura caricati su grosse imbarcazioni e poi lasciate affondare in mare o in laghi, gettate in cave dismesse o mescolati con il cemento per le costruzioni edili, insomma i metodi sono i più disparati che come è evidente arrecano un danno per la salute poiché dovrebbero essere smaltiti diversamente secondo procedure rigorose che diminuiscono i danni per l’ambiente e la salute. 



Le ecomafie sono quindi un tipo di mafia silenziosa e pericolosa che inquina il nostro territorio e provoca gravi danni anche alla nostra salute. I danni che si generano sono silenti, ma soprattutto devastanti, addirittura potrebbero diventare irreversibili o riparabili nell’arco di decenni rendendo i lavori di contrasto del tutto inutili o estremamente faticosi. Le ecomafie oltre che a devastare l’ambiente, impediscono la libertà economica, strozzano imprese che vogliono restare pulite e non macchiarsi di illegalità, affossano una regione che fa della agricoltura, un cavallo di battaglia, inquinando i terreni e rendendo altamente tossici o inutilizzabili porzioni di terreno, ingenera gravi malattie spargendo sostanze tossiche sul territorio facendo morire miglia di persone nell’ombra, in maniera silente. 






Vi lascio con un estratto del romanzo: 


«Ecomafie?» sussurrò Valentina.
«No, non proprio. Se possibile, è peggio. O forse è un tipo di mafia anche questa, ma senza nome, trasversale, subdola, una piaga dilagante. Tutti sanno, tutti in qualche misura lo fanno, e lo fanno con una leggerezza disarmante.» Alfredo nascose il viso tra le mani sfiancato da quel raccontare che non diceva tutto ma che forse diceva troppo.

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