TITOLO: La casa del male
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORI: Annalisa Strada, Gianluigi Spini
EDITORE: Deagostini
GENERE: narrativa storica per ragazzi (da 12 anni)
FINALE: chiuso
PROTAGONISTA: Arturo, ragazzo di quindici anni.
TRAMA
Arturo ha quindici anni e un pensiero fisso in testa: dichiararsi a Liliana, la ragazza della porta accanto. Col pensiero di Liliana, Arturo non fa quasi più caso all'atmosfera cupa che si respira nelle vie di Milano. Del resto, è abituato alla guerra, agli aerei che sganciano i loro carichi mortali, alle cattive notizie dal fronte e alle estenuanti file per un tozzo di pane da dividere con la mamma e la sorella. Per Arturo questa è la normalità, e tenere un basso profilo è l'unico modo che ha per sopravvivere, a dispetto di quel che pensano i suoi amici: il ribelle Luciano, invischiato in ambienti antifascisti, e lo sprezzante Vittorio, camerata convinto. Arturo guarda Liliana e non vede nient'altro. Non vede la morte, non vede le torture, non vede la Villa Triste. Una casa in cui coloro che entrano difficilmente possono raccontarlo. Nella Milano di Arturo e Liliana, a volte, basta una parola, o un pensiero pronunciato ad alta voce per finire inghiottiti dalla casa, e lì, nemmeno tutto il coraggio del mondo può salvarti. Ma a quindici anni non ci si arrende, si è pronti a giocare la partita, anche se in palio c'è una vita. Con questo romanzo, Annalisa Strada e Gianluigi Spini portano alla luce uno degli episodi più crudi e terribili della Seconda guerra mondiale. Arturo e Liliana non sono realmente esistiti, ma i loro nomi racchiudono la storia di migliaia di giovani che, come loro, hanno vissuto l'orrore delle Ville Tristi sorte sul territorio italiano durante il conflitto. “Villa Triste” era una canzone d'amore un po' strappalacrime che ebbe un grande successo all'inizio degli anni '40. Poi arrivarono i mesi drammatici dell'occupazione nazista e quel nome ― certe volte le parole seguono percorsi inaspettati ― passò a indicare quei centri di tortura gestiti dai fascisti dove, per far confessare i partigiani arrestati, si consumarono con ferocia atrocità e torture di ogni genere. Una pagina poco nota e quasi dimenticata della nostra storia recente.
RECENSIONE
La casa del male è un libro di narrativa storica che narra uno degli episodi meno conosciuti della seconda guerra mondiale, ovvero l’orrore vissuto da uomini e bambini nelle Ville Tristi dove si sono consumate torture di ogni genere perpetrate dai nazifascisti. Protagonista della storia è Arturo, un bambino di quindici anni con tanti sogni e aspettative che si trova a fare i conti con la guerra, la fame e le bombe sganciate dagli aerei nemici. Un bambino che ha dovuto crescere in fretta, farsi forte ed assistere in tenera età alla crudeltà del mondo. Fin dalla prima pagina si respira il puro terrore, la sofferenza negli animi di Arturo e dei suoi famigliari, l’impotenza di fronte a qualcosa di grande lui. Ma c’è una piccola luca, un chiarore sfocato in tutto quel buio rappresentato dal sentimento romantico che il protagonista prova per Liliana, la ragazzina che vive con la famiglia vicino casa sua. A rischiarare le giornate di Arturo ci sono i suoi due amici Luciano e Vittorio che hanno due caratteri differenti e con i quali ha instaurato due diversi legami. Mentre la guerra fa il suo corso, a Milano arrivano i tedeschi e poi i fascisti. La morte si respira nell’aria, tra le strade, come anche la paura che rende inquiete le persone. In questa atmosfera instabile, in tutto il territorio italiano i nazifascisti iniziano a prelevare persone sospette, partigiani o coloro che si oppongono al regime fascista e a portarli nelle Ville Tristi dove vengono torturati e molte volte uccisi. Arturo subirà un destino simile: verrà rinchiuso nella Villa Triste di Milano e subirà torture terribili. La storia ci viene raccontata con una prosa scorrevole e toccante. L’ambientazione è vivida e perfettamente descritta, ci fa camminare tra le strade di Milano e conoscere alcuni personaggi realmente esistiti che sono entrati nella nostra Storia. Anche il periodo storico è ben ricostruito e vivido, ci fa vivere gli stati d’animo della gente di quell’epoca e ci fa sentire come se stiamo in bilico su un filo e sotto di noi c’è un dirupo buio e senza fondo. La casa del male ci racconta una pagina della nostra storia attraverso gli occhi di un ragazzino che dovrebbe giocare, divertirsi ed essere felice invece di trovarsi di fronte alla morte e alla distruzione. Un libro che consiglio a tutti, grandi e piccini, per fare luce su questo evento terribile e duro! Per non dimenticarlo e non ripeterlo mai più!
Raffaella
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