giovedì 25 febbraio 2021

RECENSIONE "Le cose possono cambiare" di Miku Sophie Kuhmel

 



TITOLO: Le cose possono cambiare
TITOLO ORIGINALE: Kintsugi
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Miku Sophie Kuhmel
DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 Febbraio 2021
EDITORE: Corbaccio
GENERE: narrativa contemporanea
AMBIENTAZIONE: Germania
FINALE: chiuso
PROTAGONISTI: Max, archeologo; Reik, artista; Tonio, amico di Max e Reik; Pega, figlia di Tonio.




TRAMA

Max e Reik stanno insieme da vent’anni e da vent’anni sono invidiati da tutti i loro amici. Per la loro armonia, per il legame speciale che li unisce, per il modo perfetto di completarsi. Hanno deciso di trascorrere il loro anniversario nella casa sul lago. Hanno invitato soltanto il loro amico più caro, Tonio, e sua figlia Pega, ventenne, esattamente come gli anni di convivenza tra Max e Reik. L’inverno sta finendo, il lago è calmo, in parte ancora ghiacciato, il terreno è indurito dal gelo e ogni tanto una gru vola sull’acqua. Un paesaggio quasi immobile, di una bellezza struggente. Ma le cose cambiano e questo non sarà un fine settimana come i tanti trascorsi insieme. Ben presto emergerà che la verità è un concetto sfuggente, difficile da afferrare. E mentre l’archeologo Max si conta i capelli bianchi e si domanda che cosa possa aspettarsi ancora dalla vita, Reik, artista di successo, ha la sensazione di aver creato solo opere futili con tutte le sue sculture e i suoi quadri. Desidera un figlio. Tonio sta per cominciare un nuovo capitolo, di cui gli altri tre sono ancora all’oscuro e Pega… già, che cosa passa per la testa di Pega?
Le cose possono cambiare è un romanzo luminoso e delicato sui figli delle madri e le figlie dei padri. Un romanzo sulla fallibilità dell’amore.

RECENSIONE

Le cose possono cambiare è un libro di narrativa tedesca nonché l’esordio dell’autrice Miku Sophie Kühmel. Una storia incentrata sui legami in apparenza forti che in realtà si rivelano fragili e possono rompersi facilmente. La vicenda ruota tutta attorno al titolo originale di questo romanzo, Kintsugi, una tecnica di origine giapponese che consiste nell’uso di oro o argento liquidi per riparare e saldare frammenti di oggetti in ceramica. Ogni pezzo riparato diviene unico e irripetibile per via della casualità con cui la ceramica si frantuma e delle irregolari ramificate decorazioni che si formano e che vengono esaltate dal metallo. Con questa tecnica si creano vere e proprie opere d’arte, sempre diverse, ognuna con la propria trama da raccontare, ognuna con la propria bellezza da esibire, questo proprio grazie all’unicità delle crepe che si creano quando l’oggetto si rompe, come fossero le ferite che lasciano tracce diverse su ognuno di noi. Anche le relazioni umane possono essere riparate e riunite per essere più forti di prima? Quanto metallo serve per trasformare qualcosa di rotto in qualcosa di bello? La storia ruota attorno a Reik e Max, due uomini innamorati che formano una coppia apparentemente perfetta. Per celebrare il loro ventesimo anniversario hanno decido di trascorrere un fine settimana nella loro casa sul lago situata nel’Uckermark, nel nord-est della Germania, e hanno invitato soltanto il loro amico più caro, Tonio, e sua figlia Pega. Quattro persone che ci dimostrano che non serve un legame di sangue per essere una famiglia. Nel corso della storia scopriamo che Max è un professore di archeologia e Reik è un artista, viviamo il loro primo incontro e leggiamo come è nato il loro legame e come si è evoluto nel corso del tempo, e infine la loro amicizia con Tonio e come quest’ultimo sia diventato padre di Pega in giovane età. La narrazione è affidata ai punti di vista in prima persona di tutti i quattro personaggi così da consentire al lettore di entrare nelle loro vite e nei loro pensieri e conoscerli perfettamente in ogni loro sfaccettatura caratteriale. Con una scrittura curata e poetica l’autrice dipinge un affresco delicato e affascinante non solo dell’ambientazione e dei personaggi ma anche dei loro ricordi, riflessioni, desideri nascosti e sentimenti. Man mano che leggiamo ognuno dei quattro personaggi ci rivela piccole informazioni che vanno ad aggiungersi ad altre così da scoprire, attraverso prospettive diverse, il quadro completo delle loro vite e dei legami che li uniscono. Ma come una preziosa tazza da tè di ceramica che cade a terra e si frantuma, nel corso del tempo i legami in apparenza pacifici tra i quattro personaggi diventano sempre più fragili fino a quando si spezzano. Riusciranno a riparare quelle crepe e a tornare più uniti di prima? Si può mai riuscire a conoscere totalmente una persona? Le cose possono cambiare è un romanzo che porta alla luce i fragili legami tra le persone che se si rivelano autentici possono essere riparati dopo essersi frantumati. Un libro che consiglio a chi ama la narrativa e a chi vuole leggere una storia originale e inaspettata.


Raffaella





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