DATA DI PUBBLICAZIONE: 4 Maggio 2021
TITOLO: Ethel Frost e il sussurro del bosco
AUTORE: Victoria Frances
GENERE: narrativa a fumetti
EDITORE: Rizzoli
TRAMA
Sotto i detriti del tempo giace un dolore che non trova consolazione... I ricordi si nascondono, sepolti in una terra morente eppure ancora attraversata da un alito di vita con cui cercherà di farsi sentire. Ma la salvezza richiede di riesumare le ombre del passato, per elevare lo spirito al di sopra delle sue ferite e rinascere alla luce di una nuova alba. La foresta desidera invocare la musa dei suoi sogni; tesse la sua corona in attesa del suo ritorno.
BLOG TOUR: La mitologia degli spiriti del bosco
Dalle ombre verdi e umide dei boschi prendono vita esseri favolosi che da secoli popolano i sogni degli uomini. Miti e leggende li descrivono fin nei minimi dettagli; esseri bizzarri benevoli o malevoli a seconda dei sentimenti che le persone nutrono nei loro confronti. Abitano nelle corolle dei fiori, sotto gli ombrelli picchiettati di bianco dei funghi, negli anfratti delle rocce muscose. I tronchi respirano vivi e le foglie degli alberi sussurrano antichi segreti. Non fatevi irretire dalle loro voci, potreste entrare in regni dove il tempo non scorre e non tornare più indietro...
COBOLDI
Nella mitologia popolare tedesca, folletto bizzarro che si diverte a ordire scherzi di cattivo genere. Gnomo raffigurato in statuine di legno o di cera, che si rendeva utile in vari modi agli abitanti della casa, richiedendo però dei doni, in mancanza dei quali diventava vendicativo. Con il nome Coboldo, nelle leggende nordiche, venivano spesso indicate le fate.
DRIADI
Nella mitologia greca, ninfa dei boschi e in generale degli alberi. In origine le driadi erano propriamente le ninfe delle querce, come rivela il loro nome (dryas, quercia). Le driadi erano ninfe che vivevano nei boschi e ne incarnavano la forza e il rigoglio vegetativo. A differenza delle amadriadi, non facevano corpo con gli alberi, né morivano con essi, ma potevano muoversi liberamente, danzare e unirsi anche con semplici mortali. Venivano raffigurate come belle e giovani donne, con la parte inferiore della persona terminante in una sorta di arabesco che imitava un tronco d'albero.
Amadriade: mitologia greca. Ninfa dei boschi, che nasceva e moriva, a differenza della driade che era immortale, insieme con l'albero che le era sacro.
ELFI
Il loro antico nome nordico è alfr e indicava i geni della mitologia nordica, simbolo delle forze dell'aria, del fuoco, della terra e dei fenomeni atmosferici in generale. Spiriti capricciosi, gli elfi, talvolta benevoli, talvolta malevoli, sono dotati di una terribile potenza. Gli elfi maschi sono spesso deformi come gli gnomi. Le loro compagne, al contrario, sono esseri graziosi. In origine pare che gli elfi siano stati concepiti come anime di defunti, poi furono venerati anche come potenze che favorivano la fecondità. Di qui la distinzione, nella mitologia nordica, fra Dokkalfar, "elfi delle tenebre", e Liosalfar, "elfi della luce".
In genere vengono considerati come spiritelli che popolano la natura. Belli quelli che abitano fra il cielo e la terra, oscuri e neri (gnomi) quelli residenti nei boschi e nelle caverne e che sono concepiti come nani con figura umana, in grado però di trasformarsi.
I romanzi di J.R.R. Tolkien hanno dato, nell'ultimo secolo, un volto e un'anima nuova agli elfi, visti come esseri leggiadri di enorme bellezza, spesso freddi e alteri.
FATE
Esseri soprannaturali che si mescolano agli uomini presenziando alla loro nascita per conferire loro doti più o meno favorevoli e influenzandone l'esistenza con influssi benevoli o malevoli; es. le Moire (dal greco Moira, destino) o Parche, della tradizione classica, diventate le Tria fata di Ausonio; le Norne, della tradizione nordica, come di nordica memoria sono Troll, Elfi, Coboldi, ecc...
Oberon e Titania, personaggi della commedia "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare, vengono considerati il re e la regina delle fate. Forse Oberon coincide con il nano Alberico o Alberich della saga dei Nibelunghi.
In Irlanda il popolo delle fate viene chiamato Daoine Sidh (in gaelico), talvolta abbreviato in Sidhe. W.B. Yeats, nella sua raccolta "Irish Faery and Folk Tales" (1893), scrive: "Non crediate che le fate siano sempre piccole. In loro tutto è capriccio, perfino le dimensioni. A quanto pare assumono qualsiasi forma o dimensione piaccia loro. La loro occupazione principale consiste nel banchettare, lottare, fare l'amore e suonare una musica bellissima. Fra loro c'è una sola persona industriosa, il lepra-caun, il calzolaio". Secondo la maggior parte degli storici delle tradizioni popolari, le fate esistono fin dall'antichità e potrebbero essere gli ultimi residui degli antichi abitatori dell'Irlanda, i Thuatha De Danan. Il regno delle fate ha una propria gerarchia di re, regine e capi, che si radunano in posti speciali chiamati raths. Le fate sono amiche degli esseri umani se vengono rispettate e non sono disturbate o attaccate. Se vanno in collera, hanno molti strumenti di rappresaglia fra i quali il potere di stregare o di lanciare frecce di fuoco che paralizzano uomini e animali. Esiste perfino un gruppo di fate maligne chiamate Lianhan Sidhe.
FOLLETTI
Nelle credenze popolari italiane e di molti altri popoli europei, i folletti, o spiriti folletti, costituiscono un popolo a sé. Di piccolissima statura, agilissimi e irrequieti, sono vestiti di un abito scarlatto con un berrettino a sonagli, spesso sostituito da un fiore di digitale, e con scarpette di cristallo; talora vivono nell'aria. Amano la danza e la musica; nei loro rapporti con gli uomini possono essere benevoli e servizievoli se ben trattati, mentre si vendicano, in modi spesso comici, di chi li offende, e si compiacciono di giocare tiri burloni d'ogni genere.
GNOMI
Nelle dottrine magiche e cabalistiche rinascimentali, gli gnomi erano spiriti che si riteneva potessero essere utili all'uomo grazie alla loro intelligenza superiore e alla conoscenza del futuro, delle proprietà medicinali di erbe e minerali, della posizione di giacimenti minerari e di tesori nascosti. Secondo alcune credenze popolari, gli gnomi sono esseri di aspetto umano ma senile e deforme, di statura piccolissima, di natura spesso maligna, custodi di tesori. Tali credenze si confondono spesso con quelle relative ai nani e, in ambiente nordico, agli elfi.
NINFE
Presso i greci erano demoni femminili della natura. Immaginate come donne giovani e belle, alle volte mortali, altre volte immortali, le ninfe personificavano le forze divine dei monti, dei boschi e degli alberi, delle acque, dei luoghi e anche di città e stati. Facevano spesso parte del seguito di divinità maggiori e avevano una parte importante nella mitologia, a causa dei loro amori con uomini e Dei, e nella religione popolare. Si distinguevano in ninfe delle acque (naiadi, idriadi, potameidi, creneidi), del mare (nereidi, oceanidi), dei monti (oreadi, peliadi, dictee), degli alberi, valli e boschi (driadi, amadriadi, napee), oppure, a seconda delle località che abitavano (esempio: nisiadi del monte Nisia). Sulla testa portavano un diadema chiamato ninfale. Belle, innocentemente nude o ricoperte da leggeri veli, dimoravano nei campi e nei boschi, nelle fonti e nei fiumi, attendendo a varie occupazioni e, tra canti e danze, compiacendosi spesso di fuggevoli amori con sileni, satiri e uomini. Nutrici di infanti o protettrici di giovinette, mutavano la loro abituale benevolenza in ostilità, quando venivano colte da occhi indiscreti. In quei casi si vendicavano apparendo dalle acque di una fonte a un uomo mandandolo fuori di senno, in preda a follia profetica. Personificavano la forza naturale che si manifesta in una fonte, in un fiume, in una selva, in una grotta, su di un monte.
SATIRI
I satiri sono divinità minori dei boschi, compagni di Dioniso o Pan, e sono le forze fecondatrici della natura.
All'inizio queste malvagie creature vennero raffigurate come caproni, ma pian piano vennero trasformati mantenendo però alcune fattezze di caprone: il corpo era umanoide, ma ad esso si aggiungevano corna, orecchie, coda e piedi di capra. Terribilmente pigri e burloni, amanti del vino e della danza; solo una cosa poteva placare la loro pigrizia: le ninfe. Essi davano sempre la caccia alle ninfe che spesso rimanevano vittime di imboscate da parte dei satiri. In epoca tarda il satiro fu raffigurato come simbolo della sessualità.
SILFI
Nella terminologia di Paracelso, nome (sylphus) dato ad una categoria di spiriti dei boschi e dei campi, di aspetto umano. Vi corrispondono gli spiriti femminili detti silfidi, con aspetto di fanciulla. Nella mitologia nordica: spiritello dell'aria, dei boschi e dei campi.
TROLL
Nella tradizione popolare scandinava, gigante o nano che abita boschi e montagne. Generalmente malevoli nei confronti degli uomini, i trolls nelle fiabe custodiscono spesso tesori e sono descritti come artigiani abilissimi. Nella mitologia nordica, spirito folletto dei boschi e dei monti, custode di tesori. In alcune leggende i trolls appaiono sotto forma di nani, in altre hanno statura di giganti; la loro natura è comunque maligna.
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