sabato 19 giugno 2021

RECENSIONE "L'albero dello zenzero" di Oswald Wynd

 



TITOLO: L'albero dello zenzero
TITOLO ORIGINALE: The Ginger Tree
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Oswald Wynd
DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 Giugno 2021
EDITORE: Garzanti
GENERE: narrativa contemporanea
FINALE: chiuso
PROTAGONISTA: Mary, giovane donna scozzese.





TRAMA

1903. Sbarcata in Cina dopo un lungo viaggio dalla Scozia, Mary incontra per la prima volta il suo promesso sposo e capisce subito che il loro non sarà un matrimonio felice. Mesi dopo, benché sia rimasta incinta, continua a sentirsi sempre più sola, mentre il marito è perso nei suoi affari. Fino al giorno in cui, durante una delle sue passeggiate, incontra Kurihama, un samurai discendente da una nobile famiglia giapponese. L’uomo è schivo e taciturno, ma riesce a trasmetterle il fascino del suo paese, magico e misterioso. Le racconta di una cultura millenaria e di leggende meravigliose. L’amore nasce senza preavviso: Mary sa che è sbagliato, proibito, ma sa anche che mai, prima d’ora, si è sentita così pienamente sé stessa. Quando la loro relazione viene scoperta, il marito la ripudia e le impedisce di vedere la figlia. La ferita che le lacera il cuore non si richiuderà mai più, ma Mary non è solo una madre, è anche una donna. Ha sogni, speranze, progetti. A questi deve aggrapparsi per non soccombere. Giorno dopo giorno si lascia ammaliare dalle luci, dalle tradizioni, dai costumi di Tokyo, dove ha deciso di vivere con Kurihama e il loro bambino. Lì spera di trovare l’affermazione personale e l’indipendenza tanto desiderate. Ma presto scopre che la difficoltà di raggiungerle, per una donna, è la stessa a qualsiasi latitudine. Così decide che farà di tutto per dimostrare ai suoi figli che un mondo migliore è possibile e che anche una donna è in grado di gestire un impero commerciale. Perché come l’albero dello zenzero può crescere anche sui terreni più sfavorevoli, così la forza di una donna può germogliare ovunque.
Un autore, amato dalla stampa più autorevole, che tutto il mondo sta riscoprendo. Una storia di rinunce e coraggio. Di amore e di lotta per i propri sogni. Una storia in cui il Giappone affiora come lo sfondo in un dipinto per rendere tutto più vivido e con un fascino senza tempo.

RECENSIONE

L’albero dello zenzero è un romanzo storico ambientato agli inizi del Novecento che ci accompagna insieme alla protagonista a compiere un viaggio in Oriente. Mary Mackenzie è una giovane donna di origine scozzese che si imbarca in un lungo viaggio che la porterà dalla Scozia in Cina, per sposare il suo promesso sposo, Richard, un uomo freddo e distaccato. Fin dalla prima pagina veniamo catapultati in un’epoca diversa dalla nostra, a conoscere una mentalità lontana dalla nostra, in un lungo viaggio difficile e pieno di ostacoli. La storia ci viene narrata dal punto di vista in prima persona della protagonista sotto forma di lettere e di diario in cui ci racconta il suo lungo viaggio, l’arrivo in un paese che ha tradizioni e cultura opposta alla sua, il matrimonio, la nascita della figlia, il sentimento d’amore che nasce per Kurihama, un samurai discendente da una nobile famiglia giapponese e il ripudio ad opera del marito. Pagina dopo pagina Mary ci dimostrerà che anche in un tempo in cui per le donne è difficile raggiungere l’indipendenza, ci vuole forza e tenacia per raggiungere i propri sogni e bisogna lottare con le unghie e i denti per costruirsi la propria vita. Mary è una protagonista che compie scelte, giuste e sbagliate che siano, che combatte per se stessa e per le persone che ama, che non ha paura e vuole essere indipendente. La scrittura di Oswald Wynd è coinvolgente e scorrevole, ci descrive perfettamente un Paese, un popolo, la cultura, la mentalità, gli usi e i costumi, ma anche l’abbigliamento, i giardini, le cerimonie e tanto altro. L’autore ci dipinge un quadro affascinante dell’ambientazione e di come era il Giappone all’inizio del XX secolo, che agli occhi del lettore appare vivido e reale poiché l’autore ha vissuto realmente in Giappone e ha conosciuto da vicino la cultura del Paese.




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