martedì 4 ottobre 2022

RECENSIONE "Spigoli" di Pauline Harmange

 


TITOLO: Spigoli
TITOLO ORIGINALE: Aux endroits brisés 
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Pauline Harmange
DATA DI PUBBLICAZIONE: 4 Ottobre 2022
EDITORE: Garzanti
GENERE: narrativa contemporanea
TRADUTTORE: Sara Arena
AMBIENTAZIONE: Francia
FINALE: chiuso




TRAMA

Le definizioni che ci incolliamo addosso, o quelle che ci vengono imposte da altri, sono come linee rette che si incrociano e formano una gabbia da cui è impossibile uscire. Almeno così sembra ad Anaïs, costretta in una serie di ruoli che la fanno sentire inadeguata: fidanzata noiosa, figlia inetta con un lavoro frustrante, sorella di una donna che è riuscita ad avere successo conciliando carriera e famiglia. Anaïs si sente soffocare, e tutto precipita quando viene licenziata e lasciata dal fidanzato. Al culmine della disperazione, decide di trasferirsi a Limoges, secondo il suo tatuatore la città più triste dell’intera Francia. Parte senza speranze, solo per allontanarsi da tutti e vivere in un luogo che sposi la sua infelicità. Limoges, però, la sorprende: nelle stradine e negli antichi crocicchi incontra persone nuove, che le regalano una prospettiva diversa su di sé e sugli altri: la grintosa ottantenne Tiziana, che le offre una casa, e il giovane professore Emone, che intravede in lei qualcosa di più di una ragazza alla deriva. Piano piano, i ruoli di cui Anaïs si sentiva prigioniera vengono scardinati. Perché il percorso di ciascuno di noi è fatto di linee rette e angoli che potrebbero sembrare vicoli ciechi, ma ogni spigolo può essere appianato grazie all’aiuto delle persone che incontriamo lungo il cammino.

RECENSIONE

Spigoli di Pauline Harmange è una storia agrodolce, quasi poetica, narrata con uno stile a volte più volte e a volte più scorrevole. Il romanzo ruota attorno alla vita di Anaïs Nollet, una donna di venticinque anni che ha inseguito l’indipendenza per dimostrare ai suoi genitori che sapeva farcela da sola e che ora si ritrova ingabbiata in ruoli che la fanno sentire inadeguata. Ha un lavoro che non ama, che le esaurisce tutte le energie che ha e che le serve solo per guadagnare soldi. Ha una madre con la quale ha un rapporto complicato fin da piccola, una sorella che da quando è diventata madre non prende più le sue difese ma che si preoccupa sempre per lei, e un fidanzato che riempie i vuoti e il silenzio, al quale si aggrappa per sentirsi meglio e che nell’ultimo periodo sente più distante. Tutto cambia nel momento in cui viene licenziata dal lavoro e viene lasciata dal fidanzato. Tutti i pezzi si infrangono, tutto quello che ha costruito in tre anni si frantuma. La solitudine le piomba addosso come un masso con un rumore assordante. Così Anaïs decide di mollare tutto e di trasferirsi a Limoges, secondo il suo tatuatore la città più triste dell’intera Francia e quella dove si va per morire. Si ritira nella sua infelicità, peccato che conoscerà nuove persone che le regalano una prospettiva diversa e alle quali si legherà ben presto. Anaïs riacquisterà il gusto della vita passo dopo passo. C’è la simpatica Tiziana, un’ottantenne che si fida di lei in modo inspiegabile e che sembra conoscerla senza averla mai conosciuta. C’è Emone, un giovane professore che vede in lei molto di più di una ragazza depressa. Spigoli è un romanzo intenso e forte che parla di paure, amore, dolore, depressione, redenzione e vita in tutte le sue sfaccettature e che ci insegna a cercare noi stessi, ad accettare le crepe dell’anima e che non è mai troppo tardi per ricominciare. Pauline Harmange dipinge in modo reale e umano tutti i personaggi della storia, nei loro sentimenti, nelle loro emozioni e nelle varie sfaccettature caratteriali. Ci parla del legame tra due sorelle, tra Anaïs e sua sorella Camille, del modo in cui questo è cambiato nel corso del tempo. A narrare la storia, oltre che Anais, c'è la sorella Camille. Attraverso il punto di vista di quest'ultima capiamo molto del loro rapporto, di come Camille si sente, dei momenti negativi che vivi nonostante abbia un marito che la ama e una figlia piccola. Inoltre, l’autrice porta alla luce due tematiche importantissime di cui si parla sempre troppo poco. La prima è la depressione, la malattia subdola che che si nutre della nostra felicità, dei ricordi più belli e che porta alla rassegnazione. Un male oscuro che inghiotte ogni cosa, anche le cose belle della vita. La seconda è l'endometriosi, la malattia cronica e invalidante che affligge almeno tre milioni di donne in tutto il mondo e che ha un notevole impatto sulla qualità di vita, interferendo con le attività quotidiane e le relazioni interpersonali.




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