sabato 7 maggio 2016

RECENSIONE "Donna in incognito" di Gabrielle Costa


TRAMA
Simon Prescott è un uomo giovane, bello e di successo, per raggiungere il quale è passato sopra i sentimenti delle persone che amava di più, prima di rendersi conto di quanto la propria vita stava andando alla deriva. Simon è cambiato da allora, ha ridimensionato se stesso e la sua visione del mondo, ma una cosa è rimasta tale e quale: è convinto che le donne siano esseri inferiori e niente riesce a fargli cambiare idea. Katherine Hannover è una donna giovane, bella e convinta delle proprie capacità. Non sopporta le ingiustizie ed è pronta a fare qualunque cosa per affermare se stessa, compreso sfidare l’uomo che si frappone tra lei e la realizzazione professionale a cui ambisce. Per questo orchestra una “truffa” ai danni di Simon, fingendosi un uomo per farsi assumere da lui e dimostrargli che non è necessario essere portatori di pene per svolgere il suo stesso lavoro. Tra crisi di identità sessuale, coincidenze improbabili e situazione al limite del surreale, Simon e Kate capiranno che le certezze crollano e i piani possono cambiare.
RECENSIONE
Kate è una giovane donna in cerca di lavoro e il lavoro sei suoi sogni è proprio ciò che non può avere, perchè Simon Prescott non assume nessun essere di genere femminile nella sua azienda. E se Kate diventasse Alexander? Un taglio di capelli corto, una fascia per il seno già non troppo prosperoso, vestiti larghi e una voce bassa ed ecco qui Alexander, un ragazzo aggraziato, ma pur sempre ragazzo. Simon accetterà Alexander nella sua azienda, credendo sia un buon elemento con molta esperienza, peccato che Kate abbia mentito anche su quest’ultima.
 Continuò a guardare l’effetto visivo che produceva il suo corpo camuffato. Le sembrava perfetto e lei era sempre più convinta che nessuno avrebbe capito che sotto quell’abito ci fosse una donna. «Abbiamo un altro problema che non avevo valutato col dovuto metro.» «Ossia?» «Il tuo bel culetto.» «No, scordatelo! Mi sono già stretta il petto, non ho nessuna intenzione di contenere anche quello.» 
Più i due lavorano insieme, più Kate inizia a provare qualcosa per lui e Simon inizia ad avere dubbi sulla sua sessualità. Come può Kate cercare di uscire dai panni di Alex e come la prenderebbe il suo capo? E’ un libro a tratti comico (già per la situazione si può capire), con una storia d’amore e sensualità che nasce piano piano, fra i dubbi del povero Simon e una Kate spaventata. Riuscirà Simon a passare sopra a tutte le bugie di Kate?
«Lascia perdere, Eric. Non è colpa tua se sono circondato da idioti. Comunque non ho commissionato un ritratto di Alexander.» «Beh, allora non capisco…» Evitò di perdersi in altre inutili chiacchiere, il solo sentirne il nome lo metteva in agitazione. Si avvicinò alla scrivania convinto di trovarsi con l’ennesimo pugno di mosche in mano. Prese la busta estraendone il contenuto con devozione e timore. Voleva vedere i suoi occhi, quelle labbra che l’avevano fatto impazzire e che continuava a sognare. Estrasse il sottile foglio di carta restando a guardarlo come in trance. Gli occhi, le labbra, le guance, tutto era come stampato a fuoco nella sua mente. I capelli ribelli, un leggero sorriso ad aleggiare sul suo volto e… «Cazzo!» Eric arrivò trafelato, attirato dal grido. «Che succede, Simon?» Non rispose. Non un singolo suono gli uscì dalla bocca. Rimase fermo a guardare quel misero foglio che gli sbatteva in faccia una realtà che non voleva conoscere, senza riuscire a credere ai propri occhi. Provò anche a illudersi che fosse un semplice scherzo prodotto dalla sua mente. Non poteva essere! Era solo un’assurda coincidenza. Non poteva essersi fatto prendere per il culo in quel modo vergognoso. 
Consiglio vivamente questo libro, frizzante, una boccata d’aria fresca, con dei personaggi catapultati in una trama divertentissima e sensuale.
«Mi ha preso in giro per tutto questo tempo e adesso le farò capire che cosa significa.» «Cosa intendi fare?» gli chiese la sorella preoccupata. «Ripagherò la signorina con la sua stessa moneta e poi la sbatterò fuori dalla mia società, probabilmente con una bella denuncia.»
VOTO: 4/5


INTERVISTA ALL’AUTRICE:
Come è nata l’idea di questo romanzo?

Più o meno come nascono tutte le mie idee: ero in macchina e tornavo a casa dopo il lavoro quando ho visualizzato la scena in cui Simon chiama Kate in ufficio dopo aver capito che lei… lui… hai capito quale scena. Se vado avanti svelo tutto. A proposito di come nascono le mie idee, prima o poi mi schianterò da qualche parte.

Quale è stata la parte del romanzo più difficile da scrivere e perché?

Penso siano le scene di sesso. Sono più una da corteggiamento, mi piace creare il pathos, amo quando si avverte la tensione sessuale, ma non sono molto brava nelle descrizioni dettagliate dell’atto in sé. Invidio chi ci riesce perché quando le leggo, se scritte bene, mi coinvolgono molto.
Sappiamo che sei sposata, hai fatto il personaggio di Simon ispirandoti a tuo marito?
Ehm… no, direi di no. Considera che la storia è nata come fanfiction su Twilight… trai tu le conclusioni.

Qual è il tuo genere preferito?

Non posso darti una risposta secca. Mi piace leggere, tanto. Ho passato un lungo periodo a leggere gialli, poi horror, poi ho cambiato ancora e mi sono appassionata al fantasy. Ho avuto periodi, a intervalli regolari partendo dall’adolescenza, in cui leggevo montagne di Harmony e poi ho scoperto gli erotici che sono stati la mia dannazione perché ne ho letti una quantità esagerata. Forse ne ho letti troppi perché adesso è difficile che riesca a trovarne uno che mi prenda davvero. Al momento ho una passione travolgente per il romance m/m.
Chi sono i tuoi più grandi sostenitori?

Sicuramente mio marito e a suo modo il mio bambino, anche se a volte odia profondamente il mio portatile. Ci sono tante altre persone però che mi hanno davvero aiutato, sostenuto e spronato per tutto il tempo che mi è occorso per terminare il romanzo. Credo di averle citate nei ringraziamenti, spero di non aver dimenticato nessuno.

A quando il prossimo romanzo? Tratterai un genere diverso o ti focalizzerai ancora su questo?

A quando? Non saprei davvero. Lavoro tutto il giorno ed è difficile trovare il tempo per scrivere. Potrei evitare di dormire, ma è più forte di me, non riesco. Il prossimo sarà molto diverso da questo, sarà una storia meno leggera e, almeno nella mia testa, le emozioni saranno molto più intense, ma sempre a lieto fine.

Da cosa nasce lo pseudonimo Gabrielle Costa?

Gabrielle da mio figlio che si chiama Gabriele, Costa… da assolutamente niente, suonava bene.

Per chi volesse pubblicare come te un romanzo, cosa consiglieresti?
Onestamente non saprei. Potrei consigliare quello che ho fatto io, ma non so se siano consigli validi. Sicuramente non aver fretta di “buttar fuori” il proprio scritto. Lasciarlo riposare, riprenderlo in mano e rivederlo ancora e ancora, finché non ne possiamo più. Farlo leggere a qualcuno che ne capisca qualcosa, preferibilmente non l’amica del cuore che non vedrebbe un difetto neanche se fosse grosso come una casa; il massimo sarebbe un editor, ma non tutti possono permettersi un investimento simile, io non ho potuto. Poi, ovviamente, una volta ricevuti i consigli è necessario valutarli e decidere oggettivamente se accettarli in toto o solo in parte, ma vagliarli attentamente. Soprattutto non credere che ciò che si è scritto sia un dono del Signore per i comuni mortali. Mai pensare “buona la prima”, non lo sarà mai. Chi scrive, per quante letture possa fare, non sarà mai in grado di vedere ogni errore o refuso presente. Ci saranno anche dopo l’aiuto esterno, ma saranno senz’altro meno.
Sabrina

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