lunedì 9 maggio 2016

RECENSIONE 'Fedele alla linea' di Nicola Fermani


TRAMA:

Dal terrazzo della sua camera da letto, in un piccolo paese delle Marche, fino al deserto di Atacama: Nicola, 36 anni, si accompagna, a strappi e singhiozzi, attraverso gli ultimi sette anni della sua vita. Tonfi, conquiste reali o solo apparenti: i titoli dei capitoli scandiscono le mete di furiosi viaggi in solitaria, vissuti senza mai una pausa da se stesso. Dal caos romano alla magia di Tallin, dal gelo di Katowice alle biciclette di Utrecht, dalle vie claustrofobiche di Dublino ai camminatOi traballanti degli splav del Danubio, fino al Machu Picchu e ai piedi scalzi dei bambini di Belen.
Alla fine del viaggio, Nicola è di nuovo sul terrazzo della sua camera da letto, con i bagagli da disfare. E con gli stessi dubbi di 7 anni prima: adattarsi o andare fino in fondo?
RECENSIONE:
Non ho mai recensito un libro autobiografico, nè mai letto una biografia all'infuori delle mura scolastiche. Vorrei specificare che la mia non sarà una recensione soggettiva ('il libro è bello', 'la trama è coinvolgente') perchè non sono nessuno per poter giudicare la sua vita.
E' un libro di poche pagine, dove Nicola racconta e ricorda i suoi viaggi, uno diverso per ogni capitolo. E' stato un po' strano, leggere la vita di un'altra persona, nero su bianco. Leggere i suoi ricordi come fossero miei e le sue esperienze come se le avessi acquisite io.
Nicola è un uomo che vive la vita giorno per giorno, quel tipo di persona che se vuole viaggiare, non si chiede 'come faccio?' ma acquista il primo biglietto. 
Quando tornai a Perugia, ci misi un po’ a realizzare con certezza che qualcosa era cambiato. 
E' scritto in modo semplice, come se parlasse direttamente al lettore, non tratta temi particolarmente delicati ma si attiene a ciò che ha vissuto. 
Racconta degli amici che non vede più così tanto, delle donne che ha conosciuto (discutibili o meno), delle sue esperienze lavorative e di vita.
Consiglio il libro a chi piace il genere.
Non mi sono ancora presentato, in effetti. Ho iniziato a cianciare manco fossimo amici di vecchia data, senza nemmeno badare troppo né alla forma né alla sostanza. A volte mi succede, con gli estranei. Nicola. Piacere. Piacere non è il cognome.
VOTO: 3/5.
Sabrina

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