martedì 10 maggio 2016

RECENSIONE 'Quando il mare sembra calmo' di Alina Farro



TRAMA

Villa Bombisogno è un luogo creato dalla gente per la gente, un posto dove essere liberi dai mali delle grandi società, un territorio senza criminalità né legge, pulito e sicuro, nato dal nulla e morto nel dimenticatoio. Duccio e sua madre vi si sono appena trasferiti, in fuga da un passato che non dà pace. A Villa Bombisogno scopriranno l'amicizia e l'unione che può esserci solo tra chi non ha più nulla da perdere. Ma Duccio qualcosa lo perderà, perché qui conoscerà Licia e con lei anche l'amore, quello passionale, graffiante, che nasce col botto, scoppia nel cuore e continua ad ardere, bruciando ogni cosa sul suo cammino. Perché in Licia, nei suoi occhi di mare, c'è qualcosa di oscuro e mortale. E il mare è calmo solo in apparenza.

RECENSIONE

Il libro ha un filo temporale di tre mesi, tralasciando l'epilogo. Dal prologo si può capire come il libro finirà ed è proprio per questo che, forse, la lettura sembra come un'enorme orologio che segna il tempo prima della fine. 

Il sangue era ovunque. Imbrattava le mattonelle, il pavimento. Scorreva a terra misto all’acqua, gli macchiava le scarpe bianche. Lui però non riusciva vederlo.  Lui, in tutto quel casino, vedeva solo lei. 

Duccio si è appena trasferito dalla Toscana a Villa Bombisogno  e proprio qui, in un bar, conosce Licia, la fà ridere così tanto e mentre lei ride lui s'innamora e poi lei scompare, così com'è arrivata. E, come in ogni storia d'amore, si ritroveranno e si ameranno. Duccio incontra altri personaggi ed ognuno di loro lo farà crescere. Licia ha così tanti problemi, per una ragazza. Così tanto dolore che Duccio riuscirà ad appianare, o forse no?

«Che ci fai qui?» «Ti porto via.»  «Via dove?» Lui non rispose, si limitò a sorridere. Licia allora puntò i suoi occhi azzurri in quelli di Duccio. C’era un oceano di emozioni, un mare di infinito. «E questo?» chiese indicando il motorino. 

Ammetto che avrei voluto una fine diversa, però forse se fosse stata diversa non mi sarebbe entrata dentro, questa storia, no? L'epilogo si svolge venti anni dopo, vedremo un Duccio diverso, maturo e così forte, nonostante tutto. E' un libro di poche pagine, si legge in poche ore e ti rimane dentro per molto, molto tempo. 

«No, hai ragione. Non mi dimenticherai. E sai perché?» gli chiese, mentre con la mano gli sfiorava il volto. Il mare nei suoi occhi sembrava calmissimo. «Perché il nostro è un grande amore, Duccio. Non potremo mai dimenticarci, non potrai mai trovarti un’altra ragazza, perché io sarò sempre nella tua testa. Sai come lo so? Perché il nostro è uno di quegli amori che può superare qualunque ostacolo, qualunque impedimento. Il nostro è un amore che trascende anche la morte. Io ti amo, Duccio» aggiunse all’ultimo, con un sorriso di miele, mentre gli dava l’ultimo bacio.  

VOTO: 4/5

MINI INTERVISTA ALL'AUTRICE:


Come è nata l’idea per questo romanzo?



In realtà è nato come un esercizio di scrittura, stavo studiando un libro di sceneggiatura. Poi però la storia mi ha preso così tanto, mi sono talmente affezionata a Duccio e Licia, che ho deciso di scriverlo tutto e autopubblicarlo.



Quale è stata la parte del romanzo più difficile da scrivere e perché?



Il finale. La morte di Licia mi ha fatto stare male, non riuscivo a lasciarla andare. Le ho cercate tutte per salvarla, alla fine. Invece non c'era modo, lei ha voluto così. E quindi il ritorno a Villa Bombisogno così tanti dopo, con la figlia per mano, mi ha fatto davvero star male.



Da cosa nasce il titolo 'Quando il mare sembra calmo'?



Per tutto il romanzo Duccio si ritrova a guardare negli occhi di Licia, e lui lì dentro ci vede un oceano intero. Finito di scrivere, stavo pensando al titolo, ne avevo anche ideato uno che mi piaceva. Invece mentre stavo impaginando il file, stavo ascoltando Ligabue. E all'improvviso inizia "Tu sei lei". "Dopo tanti anni e un giorno, quando il mare sembra calmo..." e ho pensato che quello fosse proprio il titolo perfetto.



Nella vita hai trovato il tuo Duccio?



Sì. Anche se in realtà a Duccio non ci somiglia neppure un 
po', il mio è molto meno accondiscendente.



Qual è il tuo genere preferito?



Leggo tutto, vado a periodi. Sono stata una grandissima appassionata di Romance storici, poi di Romance e basta, poi mi era venuta voglia di leggere un po' di neorealismo italiano. La chick-lit mi ha colorato buona parte dell'adolescenza. Attualmente leggo principalmente narrativa generale.



Chi sono i tuoi più grandi sostenitori?



Della mia più grande sostenitrice purtroppo non posso rivelare il nome, perché è una scrittrice professionista e preferirei non renderlo noto pubblicamente. Oltre a lei, poi, mi hanno sostenuto anche il mio ragazzo e mia sorella.



A quando il prossimo romanzo? Tratterai un genere diverso o ti focalizzerai ancora su questo?



Il prossimo romanzo è già pronto. Adesso sto facendo passare un po' di tempo prima di editarlo, e intanto ne sto scrivendo uno nuovo. Sono comunque due generi completamente diversi: uno è un romance, l'altro è una commedia romantica.



Per chi volesse pubblicare come te un romanzo, cosa consiglieresti?



Dipende da cosa cerca l'aspirante scrittore. Se ha intenzione di pubblicare con una grande casa editrice, consiglio anzitutto di trovarsi un buon editor: nessun romanzo nasce perfetto, anche Stephen King si affida a un editor. Pensare che "Il mio romanzo è talmente bello che qualunque casa editrice lo vorrà, e sicuramente non mi serve editing" in genere non è una mossa vincente. Lo dico per esperienza diretta: per lavoro collaboro con alcune case editrici, è difficile che un romanzo appena partorito sia un romanzo perfetto. Farsi dare una mano da un professionista potrebbe essere un'ottima mossa.

Se invece l'aspirante scrittore vuole scegliere la strada dell'autopubblicazione, consiglio tantissima umiltà e voglia di divertirsi, perché sicuramente è un'esperienza entusiasmante.


Ringrazio Alina per la sua simpatia, gentilezza e disponibilità.


Sabrina


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