
SINOSSI
«Emma, perché pensi che nella vita ci sia per forza una spiegazione a tutto?» chiese curiosa Eleonora alla sua migliore amica.
“Riserva la metà di te stessa per combattere contro ogni tipo di imposizione, violenza, plagio, corruzione, dogma, odio, rabbia.”
Un’infanzia infelice, seguita da un’adolescenza piena di ansietà e dubbi. Un continuo difendersi dalla figura paterna, e poi psicologi, giudici, avvocati, assistenti sociali, complotti, una realtà al limite, tormentata da incubi e dall’abbandono di familiari e amici. Tutto questo porterà Emma Braccani, quattordicenne timida e riservata, ma dotata di uno spiccato spirito critico, ad un’inconsapevole e disperata analisi del comportamento umano, attraverso gli strumenti che le offriranno i suoi studi e le sue letture. Un diario segreto, fedele compagno a cui affidare i pensieri più riposti e sul quale dare spazio ai propri ragionamenti. E l'amore? Ci sarà per lei? Un solo destino, e tanti perché. Questa è la storia di Emma Braccani che soltanto alla fine potrà essere giudicata. «Sei debole Emma. Non ti conviene metterti contro di me» la minacciò suo padre prima di chiudere il telefono. «A te non conviene perdere una figlia come me.»
RECENSIONE
Salve lettori, oggi vi parlo di uno splendido romanzo che ho finito di leggere da poco.
Sto parlando del romanzo "Emma Braccani. Perché io non posso" della dolcissima Giulia Bacchetta. E' un romanzo che ho apprezzato moltissimo data la delicatezza dell'argomento che espone.
La protagonista principale del romanzo a cui viene dedicato anche il titolo è Emma Braccani, una ragazzina quattordicenne che è vittima insieme alla madre e alla sorella Marta del disprezzo, violenza e intimidazioni da parte del padre.
Emma si trova nel pieno dell'adolescenza, nel periodo critico di ribellione che ognuno ha affronta in maniera diversa, che capovolge la realtà in cui si vive, in cui tutto intorno a sé cambia, nel momento in cui si prende coscienza di tutto ciò che ci circonda.
Ed è proprio in questo periodo che Emma si ritrova ad affrontare il periodo più oscuro della sua vita: incessanti litigi, imposizioni di ogni tipo, assidue violenze da parte del padre che riversa sulla serenità dell'intera famiglia.
Il tutto viene subìto dalle tre donne per un breve periodo in totale silenzio poiché ormai si sono rassegnate a tale violenza, hanno fatto l'abitudine alla vigliaccheria dell'uomo di casa, è come se ritenessero che queste azioni malvagie siano giuste e meritate.
Ma poi qualcosa cambia.
La prima a ribellarsi è Marta, sorella maggiore di Emma che con totale temerarietà controbatte in varie occasioni il padre, viene intimorita più volte ma non si arrende e incoraggia a fare altrettanto anche la madre ed Emma.
Emma vive questo periodo con totale sofferenza, ansia ogni qual volta deve ritornare alla propria dimora, paura ogni qual volta il padre torna a casa e sfoga la sua collera sulla famiglia. In aggiunta subisce delle delusioni da coloro che credeva fossero suoi amici e un rapido calo nello studio. L'unica cosa che le dà conforto è il suo diario segreto sul quale in un certo qual modo cerca di sfogare tutta la sua rabbia e frustrazione.
Ma le cose non finiscono qui...
La situazione si aggrava sempre più finché Emma si ritrova tra avvocati, psicologi e assistenti sociali corrotte.
Un romanzo intenso, originale che viene affrontato dal punto di vista psicologico ed ha la capacità di entrare nel profondo delle emozioni, di farci scoprire fin dove è capace di spingersi l'aggressività e la brutalità dell'animo umano e come sia difficile rialzarsi e prendere coscienza di tutto ciò che accade intorno a noi. E' un romanzo che ha un messaggio di fondo, è un insegnamento per tutti coloro che subiscono queste ingiustizie, è una "marcia in più" per coloro che patiscono tale prepotenza e che può aiutarli a combattere questa violenza psicologica e a dire BASTA!
L'autrice ha saputo imprimere in Emma una buona dose di intelligenza che si potrebbe definire "rara" per la sua tenera età. Emma è una ragazza diversa dalle altre: ha la capacità di porsi delle domande alle situazione che avvengono intorno a lei e di dare ad ogni costo una spiegazione ai dubbi che le vengono posti. Possiede anche altre qualità: è curiosa, è un'amica fidata ed è un'ottima indagatrice.
Dal romanzo emergono anche altri caratteri di cui personalmente sono rimasta davvero affascinata. Sto parlando in particolare di Marta. Marta è una ragazza audace, che ha avuto la forza immensa di opporsi alla ferocia di un padre che dovrebbe amare con tutta l'anima la propria moglie e le proprie figlie, che dovrebbe proteggerle da ogni male ma che si rivela l'esatto opposto di quello che dovrebbe essere.
Lo reputo un "piccolo uomo" proprio perché mai e poi mai nessun uomo ha il diritto di percuotere una qualsiasi donna. Un comportamento che purtroppo nell'era odierna si verifica molto spesso e di cui le donne non hanno la forza di ribellarsi.
Un altro personaggio che mi ha interessato particolarmente è Fanny, una ragazza molto riservata e disprezzata da tutti che conoscerà Emma in questo periodo buio.
Dalle poche informazioni fornite, Fanny ha avuto un passato triste di cui conosciamo solo alcune nozioni, è molto taciturna e isolata dal resto dei compagni, viene accusata ingiustamente molte volte dai compagni ma non li ascolta.
Ho amato il romanzo dalla prima fino all'ultima parola, ho amato tutti i personaggi nel modo in cui vengono descritti e come si approcciano nella storia.
Ringrazio l'autrice per avermi dato l'opportunità di leggere questo bellissimo romanzo.
E che serva da insegnamento a tutte noi DONNE !!
VOTO 5/5
Emma si trova nel pieno dell'adolescenza, nel periodo critico di ribellione che ognuno ha affronta in maniera diversa, che capovolge la realtà in cui si vive, in cui tutto intorno a sé cambia, nel momento in cui si prende coscienza di tutto ciò che ci circonda.
Ed è proprio in questo periodo che Emma si ritrova ad affrontare il periodo più oscuro della sua vita: incessanti litigi, imposizioni di ogni tipo, assidue violenze da parte del padre che riversa sulla serenità dell'intera famiglia.
Il tutto viene subìto dalle tre donne per un breve periodo in totale silenzio poiché ormai si sono rassegnate a tale violenza, hanno fatto l'abitudine alla vigliaccheria dell'uomo di casa, è come se ritenessero che queste azioni malvagie siano giuste e meritate.
Ma poi qualcosa cambia.
La prima a ribellarsi è Marta, sorella maggiore di Emma che con totale temerarietà controbatte in varie occasioni il padre, viene intimorita più volte ma non si arrende e incoraggia a fare altrettanto anche la madre ed Emma.
Emma vive questo periodo con totale sofferenza, ansia ogni qual volta deve ritornare alla propria dimora, paura ogni qual volta il padre torna a casa e sfoga la sua collera sulla famiglia. In aggiunta subisce delle delusioni da coloro che credeva fossero suoi amici e un rapido calo nello studio. L'unica cosa che le dà conforto è il suo diario segreto sul quale in un certo qual modo cerca di sfogare tutta la sua rabbia e frustrazione.
Ma le cose non finiscono qui...
La situazione si aggrava sempre più finché Emma si ritrova tra avvocati, psicologi e assistenti sociali corrotte.
Un romanzo intenso, originale che viene affrontato dal punto di vista psicologico ed ha la capacità di entrare nel profondo delle emozioni, di farci scoprire fin dove è capace di spingersi l'aggressività e la brutalità dell'animo umano e come sia difficile rialzarsi e prendere coscienza di tutto ciò che accade intorno a noi. E' un romanzo che ha un messaggio di fondo, è un insegnamento per tutti coloro che subiscono queste ingiustizie, è una "marcia in più" per coloro che patiscono tale prepotenza e che può aiutarli a combattere questa violenza psicologica e a dire BASTA!
L'autrice ha saputo imprimere in Emma una buona dose di intelligenza che si potrebbe definire "rara" per la sua tenera età. Emma è una ragazza diversa dalle altre: ha la capacità di porsi delle domande alle situazione che avvengono intorno a lei e di dare ad ogni costo una spiegazione ai dubbi che le vengono posti. Possiede anche altre qualità: è curiosa, è un'amica fidata ed è un'ottima indagatrice.
Dal romanzo emergono anche altri caratteri di cui personalmente sono rimasta davvero affascinata. Sto parlando in particolare di Marta. Marta è una ragazza audace, che ha avuto la forza immensa di opporsi alla ferocia di un padre che dovrebbe amare con tutta l'anima la propria moglie e le proprie figlie, che dovrebbe proteggerle da ogni male ma che si rivela l'esatto opposto di quello che dovrebbe essere.
Lo reputo un "piccolo uomo" proprio perché mai e poi mai nessun uomo ha il diritto di percuotere una qualsiasi donna. Un comportamento che purtroppo nell'era odierna si verifica molto spesso e di cui le donne non hanno la forza di ribellarsi.
Un altro personaggio che mi ha interessato particolarmente è Fanny, una ragazza molto riservata e disprezzata da tutti che conoscerà Emma in questo periodo buio.
Dalle poche informazioni fornite, Fanny ha avuto un passato triste di cui conosciamo solo alcune nozioni, è molto taciturna e isolata dal resto dei compagni, viene accusata ingiustamente molte volte dai compagni ma non li ascolta.
Ho amato il romanzo dalla prima fino all'ultima parola, ho amato tutti i personaggi nel modo in cui vengono descritti e come si approcciano nella storia.
Ringrazio l'autrice per avermi dato l'opportunità di leggere questo bellissimo romanzo.
E che serva da insegnamento a tutte noi DONNE !!
VOTO 5/5
Raffaella
INTERVISTA ALL'AUTRICE
1. Per iniziare… raccontaci qualcosa
di te, qualcosa che vorresti che i lettori sapessero prima di entrare in
contatto con il libro che hai scritto.
Ciao Raffaella, ti ringrazio tantissimo per avermi ospitata
nel tuo blog. Chi sono? Eh, bella domanda. Ho molte sfaccettature, più difetti
che pregi, senza dubbio, gli stessi che riverso sui personaggi di cui scrivo.
Tutti noi abbiamo tante sfumature, e chi
avverte i graffi della penna scrivere dentro di sé, le riversa poi sulle pagine
dei romanzi. Amo la filosofia e la psicologia, discipline che mi hanno aiutata
a sviluppare questo romanzo e che ancora oggi rispecchiano due delle mie più
grandi passioni. Adoro mangiare, cucinare e l’amore per gli animali, in casa ho un fratello a quattro zampe di
nome Hitch. Inoltre, non essendo una buona sportiva, l’unico sport che ho
praticato all’età di quattordici anni è stato il karate. Vivo a L’aquila, nella
casa dei miei nonni materni , e faccio piccoli lavoretti per cercare di
mantenermi anche se il mio sogno più grande ad oggi è trascorrere la vita a
scrivere romanzi. Mi piace divertirmi e soprattutto divertire, cosa che ho
scoperto anche nel mondo della scrittura, inventando e pubblicando il racconto
per bambini de Le avventure del piccolo Ilian, che spero di scriverne altri
volumi.
2. Come è nata l’idea per questo romanzo?
Iniziai a stendere i primi capitoli di questo romanzo
all’età di tredici anni, i quali poi li strappai tante di quelle volte che ad
oggi ho perso il conto, ma forse, ero ancora troppo piccola per sostenere una
storia del genere. Passavo un periodo buio, attraverso il quale scrutai la luce
soltanto negli animi dei personaggi di cui amavo scrivere. Ero impunita,
incattivita e credo che il periodo dell’adolescenza incida molto sul nostro
modo di guardare il mondo. Ho sempre avuto un animo ribelle ed è lo stesso che
oggi mi dice di portare a compimento questa storia. Scrivo di rabbia, perché è
l’ emozione che come gran parte delle persone conosco più di tutte, che insieme
alla rivoluzione possono costituire
delle vie d’uscita
3. Spiegaci come hai creato il carattere della
piccola Emma Braccani.
Da bambina inventai un racconto intitolato “Le avventure di
Tosca e Prisca” di cui Emma ai tempi era Prisca. Con gli anni avvenire ho
portato con me questo personaggio potenziandone molto il carattere, ritenendolo
al contempo una sorella minore. Emma è una dimensione di me molto profonda che
io ho estrapolato e potenziato, alla quale purtroppo un giorno dovrò dire
basta.
4. Qual è stata la parte del romanzo più
difficile da scrivere e perché?
Non ho riscontrato parti difficili, poiché sono abituata a
scrivere molto d’istinto, il quale provava una punta di dolore mentre scrivevo
le scene in cui Roberto picchiava le sue figlie: Emma e Marta. Doloroso senza
dubbio, ma non difficile. A volte mentre le scrivevo cercavo di fermare le dita
sulla tastiera, ma non ci riuscivo, perché la storia mi diceva di fare così.
Per quanto noi vogliamo scrivere del bene, inevitabilmente viene fuori anche la
parte peggiore di noi.
5. Cosa vorresti che il lettore
riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro? Quale significato non del tutto
esplicito vorresti potesse cogliere?
Io credo che in fondo, nessun autore riesca a lanciare il messaggio
autentico alla sua voce interiore; nel romanzo di Emma Braccani vi sono
tematiche sociali molto importanti quali l’omertà dei piccoli paesi e la continua
ricerca della propria libertà psico – sociale; inoltre vi è una frase
particolare che la stessa protagonista suggerisce in un momento di difficoltà
ad una sua coetanea, la stessa che ritroviamo sulla cover del romanzo. Ci sono
tanti messaggi che vorrei dire ma mi limiterò a scriverli solamente, restando
in silenzio. Un buon lettore sono certa che non se li lascerà sfuggire. Le
persone che hanno letto il mio libro mi hanno chiesto se per caso io ed Emma
fossimo caratterialmente uguali; Ovviamente no, lei è molto più coraggiosa di
me anche se all’inizio del romanzo potrebbe apparire debole. Posso dirti che
nei cinque romanzi comparirà un personaggio al quale io affiderò la mia voce e
anche se sarà un personaggio marginale alla storia, sarà quello che
rispecchierà il mio pensiero in maniera più autentica.
6. Che genere definiresti il tuo romanzo e
perché?
Ho avuto molta difficoltà in effetti a dover catalogare il
mio romanzo in uno dei tanti generi che conosciamo. Alla fine sono stati i
lettori stessi a dirmi che secondo loro questa storia rispecchiasse il genere
di un Young Adult. Credo che abbiano ragione, d’altronde io lo avrei
ritenuto un thriller psicologico poiché
all’interno della trama c’è molta psicologia nei personaggi, ma sentivo dentro
di me che non lo era al cento per cento, quindi mi sono affidata a loro. Emma è
una giovane adolescente di quattordici anni, così come i suoi coetanei, ma
nella trama troviamo complotti e tanti personaggi adulti, per cui credo sia
adatto a ragazzi dai quattordici anni in su e persone adulte, certo.
7. Cosa ti ha spinto a scegliere il titolo “Emma
Braccani. Perché io non posso” per il tuo romanzo?
Bella domanda e spero non sia a trabocchetto. Nella risposta
che sto per darti si nasconde una seconda risposta che però terrò per me, in
quanto credo che debbano essere i lettori a dedurla. A dirti la verità , in
origine il romanzo lo intitolai unicamente
“Perché io non posso” , un titolo scelto d’istinto ma che ad oggi so che
nasconde tante cose … Quando lo scrissi la prima volta avevo soltanto tredici anni
e non avrei pensato che dieci anni dopo che ho ripreso la storia, questo titolo
potesse rivelarsi ad ampio respiro. Scelsi all’ultimo di aggiungervi il
nome Emma Braccani. La cosa buffa e divertente
è che alcune persone hanno creduto che Emma fosse l’autrice del romanzo poiché
appare molto in risalto il suo nome sulla cover. Ma anche qui i lettori non hanno avuto tutti i torti. Perché
dire loro che questo romanzo sia soltanto mio? Emma ha un diario segreto, su
cui depone le proprie perplessità e quindi anche lei è una scrittrice e autrice
delle stesse emozioni che troviamo tra le righe del romanzo. Stando così le
cose, potrei dire che questo libro sia stato scritto a quattro mani.
8. Hai intenzione di tradurre il romanzo per
pubblicarlo in altri Paesi?
Ebbi questa idea non appena pubblicai il romanzo in self-
publishing. L’Italia è un Paese in cui il romanticismo scala la vetta delle
classifiche ed il genere del mio romanzo credo che sia più apprezzabile dai Paesi
esteri. Terrò per me questa possibilità, nella vita mai dire mai. Una change
nel mio Paese di appartenenza ad Emma Braccani l’ho voluta comunque dare.
9. Qual è il tuo genere preferito?
Non
prediligo generi, ma modi di pensare. Trovo piacevole una lettura quando non
presenta banalità ma che dia modo anche a me di contorcermi il cervello al di
là del suo genere. E poi secondo me, non conta né il genere né l’autore… ciò
che conta è quello che un libro voglia dire. Adoro anche leggere le fiabe per
bambini e tra qualche mese spero di pubblicarne qualcuna. Esse sono importanti
perché rappresentano una metafora della vita.
10. Quali
sono i tuoi autori/autrici preferiti?
Ne ho
tanti: da Pirandello a Umberto Eco per finire a Stephen King, ma le mie autrici preferite sono Alda Merini,
Jane Austen e J. K Rowling che prima di diventare delle grandi scrittrici sono
state senza dubbio delle grandi donne. Virginia Woolf! Come dimenticarla?
11. Hanno
influenzato in qualche modo il tuo modo di scrivere?
Sicuramente,
credo che questo avvenga nella penna di ciascun scrittore; sento dentro di me
sia una vena poetica, filosofica ed una più moderna. Tutte loro dovranno essere
migliorate e potenziate, so che ho ancora tanto da imparare e impiegherò tutto
il mio impegno per riuscire in questo.
12. Chi
sono i tuoi più grandi sostenitori?
Credo che il mondo della scrittura sia un mondo solitario,
una sfera a sé. Ne ho alcuni e li ringrazio molto. I miei più grandi sostenitori
sono anche i personaggi stessi della
storia di cui scrivo. Per dieci anni mi hanno tormentata spingendomi ad
accattare foglio e penna per scrivere di loro, ed è come se sostenessero la mia
tenacia con cui mi permettono di scrivere il romanzo. In ogni modo, non mi
dispiacerebbe per loro se avessero dei sostenitori in carne ed ossa!
13. A quando il prossimo romanzo? Tratterai un
genere diverso o ti focalizzerai ancora su questo?
Ci tengo a precisare che al momento sono impegnata nella
revisione di questo primo romanzo che a mio parere meriterebbe una seconda
edizione, che spero di pubblicare in autunno, sempre in self- publishing. La
serie di Emma Braccani , si evolverà in altri quattro romanzi ciascuno dei
quali cambierà nella seconda parte del titolo. Dunque assisteremo
all’evoluzione della trama e alla comparsa di nuovi personaggi, già a partire
dal secondo romanzo. Il tutto subirà delle evoluzioni come la stessa Emma,che da
giovane adolescente la vedremo diventare una bellissima donna. Tuttavia, il
proseguo di questo primo capitolo, lo pubblicherò nell’anno prossimo, spero ad
inizio anno.
14. Come
e quando ti sei resa conto di essere uno scrittore?
Quando ho smesso di mentire a me stessa. Scrivo da quando
ero bambina, prendevo di nascosto la macchina da scrivere di mia madre e alle
elementari scrivevo temi molto lunghi, ne ricordo uno di 12 pagine. In realtà
inventavo storie con trame complesse, ora tu immagina una bambina di otto anni
quale stile possa avere nello scrivere storie del genere. La stessa maestra di
italiano diceva a mia madre:” Ma io i temi di Giulia mica li capisco, eh!”. Ricordando
questi aneddoti ho capito a quale genere
di trame la mia penna fosse destinata. Quando ho iniziato a scrivere la storia
di Emma ebbi subito un pensiero che mi diceva:” Un giorno lo pubblicherò”,
soprattutto perché la perdita di una persona a me cara fu come incitarmi nell’inseguimento
di questo sogno. Ma non le diedi troppo peso e mai ho pensato di voler fare
questo nella vita, anzi mi rifiutavo! Con la ragione ho cercato in tutti i modi
di non cedere alla penna. Pochi mesi fa
ho sentito la mia razionalità ed il mio istinto scendere ad un unico
compromesso ed entrambi mi sussurravano: “Voglio diventare una scrittrice”. Non
avevo più scuse, la storia di Emma aveva le sue ragioni che io fino a pochi
mesi fa non conoscevo oppure per mia difesa non ho voluto accettare.
15. Ci
sono scrittori disciplinati, metodici, che stilano scalette e rileggono mille
volte i loro scritti; e autori che istintivamente buttano giù frasi su frasi
fino a comporre un romanzo. Tu che tipo di scrittore sei?
Sono un mix; scrivo molto d’istinto anche se a volte ricorro
ad una scaletta, che poi in realtà neanche seguo molto. Ma la storia di Emma
Braccani è abbastanza complessa e per questo necessita di una particolare
attenzione da parte mia, non posso permettermi di commettere errori sapendo che
ne dovrò sviluppare altri quattro romanzi incentrati su di lei. Solitamente
trascorro al giorno sei/otto ore a scrivere, ma ci sono anche state delle volte
in cui, mentre riposavo, venivo colta da
un improvvisa idea e così tornavo a prendere carta e penna. Non vorrei
confonderti, ma posso dirti che per
tracciare la trama di questi romanzi sono partita scrivendone la fine; so che
molti autori fanno così ed io mi sono identificata nel loro modo, non a caso ho
già pronti i finali di tutti e cinque i romanzi di Emma Braccani. Quando ho
scritto il finale del quinto, avevo i brividi e una gioia negli occhi mai
provata in vita mia, chissà se un giorno riuscirò a pubblicarlo, e guardare
l’intera serie di Emma!
16. Per
chi volesse pubblicare come te un romanzo, cosa consiglieresti?
Ho approdato in questo fantastico mondo da poco, quindi non
mi viene da dare loro grandi consigli. Uno che mi viene in mente riguarda il
coraggio; se si ha coraggio di scrivere pensieri che non cadano sulla banalità,
anche se sapete che molto probabilmente la massa non apprezzerà tale cosa, non
bisogna badarci, perché credo che il vero coraggio sia uscire dagli schemi
collettivi. E’ giusto scrivere per sé stessi e concedere quel tocco di
originalità alla propria anima. La soddisfazione personale ripagherà il tutto. Io
ci sto provando, e come andrà a finire non voglio neanche saperlo, perché so
che almeno per me sarà un gran bel viaggio.
17. Sono
rimasta profondamente impressionata dal personaggio di Marta, che si è rivelata
molto coraggiosa e con la sua forza ha saputo dire basta a cotanta violenza del
padre, e dal personaggio un po’ misterioso di Fanny di cui al momento
conosciamo solo una parte della sua triste storia e che trasmette molta audacia
e al tempo stesso compassione per le ingiustizie che subisce dai suoi compagni.
Mi sapresti dire qualcosa di più su di loro? Come hai creato i loro personaggi?
Darai più rilievo ai loro personaggi nei libri successivi?
Sono molto contenta che tu abbia prestato particolare
attenzione su questi due personaggi. Cercherò di reprimere un po’ questa
euforia che mi ha scaturito la tua domanda, impegnandomi a non fare spoiler ,
anche se sarà difficile perché chi scrive come me, sa benissimo quanta voglia
si ha dopo il lungo periodo di reclusione nel scrivere un romanzo. Il
personaggio di Marta inizialmente sarebbe dovuto essere un maschio, quindi Emma
anziché avere una sorella più grande avrebbe avuto un fratello maggiore, ma per
promuovere la violenza contro le donne, mi è sembrato giusto affidare questa
forte personalità ispiratasi ad un uomo comune, al personaggio di Marta.
Fortunatamente nella realtà esistono donne con una tale grinta emotiva, una
forza d’animo che le conduce a ribellarsi di fronte condizioni disagiate e
ritrovare la luce. Marta è un grande rivale per suo padre Roberto, uomo sadico
e calcolatore, perciò posso dire che lei
sarà un personaggio che gli darà molto filo da torcere nei prossimi romanzi. La
domanda su Fanny, debbo dire che mi hai particolarmente sorpresa in quanto lei
davvero rappresenta nel romanzo un personaggio marginale . Posso dirti che io
adoro scrivere di Fanny e come hai potuto notare anche tu, nella storia io ho
scritto poco di lei; sappiamo qualche cenno sulla sua vita ma posso assicurarti
che nei prossimi sarà messa ancora più in risalto. Sicuramente è un personaggio
molto particolare, credo uno dei tanti che non suscita simpatia ma
paradossalmente sprigiona tenerezza! Lei è frutto della mia immaginazione alla
quale le ho affidato un messaggio da rivelare che ovviamente non sarà
scopribile con questo primo romanzo. Sicuramente è un personaggio a sé; Fanny infatti
non ha bisogno degli altri e neanche dei loro pareri in realtà, perché sta bene
con sé stessa. Fanny non teme la solitudine, così come non è impaurita dagli
attacchi dei suoi coetanei. Credo comunque che il suo personaggio non abbia
bisogno di compassione bensì di comprensione che, come hai accennato anche tu,
i suoi coetanei non le sanno prestare neanche un po’. Soprattutto quella
piccola vipera di Virginia che non apprezzando lo stile di vita di Fanny, le si
rivolge sempre con modi sgarbati e prepotenti. Tutto comunque si evolverà.
Buonasera, ho letto il romanzo e devo dire che la recensione qui presente rispecchia a pieno ciò che mi ha trasmesso. Vorrei porre una domanda sul cattivo della situazione cioè Roberto che a parer mio è il vero jocker della storia. Leggendo i primi capitoli mi sono domandato:devo avere pietà di lui per il suo passato o repulsione per quello che è diventato? a me il personaggio fa rabbia e non disdegnerei una sua disavventura... La mia domanda è: Roberto avrà risvolti psicologici diversi nel futuro della storia? Non mi aspetto una piena redenzione ma almeno la consapevolezza di quanto sia abbietto, oppure rimarrà irrimediabilmente sadico e malvagio?
RispondiEliminaCiao, innanzitutto grazie mille per aver letto il mio romanzo.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la tua domanda, purtroppo sono costretta a declinarla. In compenso posso dirti che ti sei posto la domanda giusta, ovvero quella che desideravo che i lettori si ponessero dopo aver letto la storia. Tuttavia, sono contenta che ti sia avvicinato alla storia di Emma e che ti sia interessato alla misteriosa figura del padre, Roberto. Il tempo, forse, darà a voi lettori le risposte che cercavate. Un bacio, Giulia. :)