martedì 28 giugno 2016

RECENSIONE "Emma Braccani. Perchè io non posso" di GIULIA BACCHETTA









SINOSSI

«Emma, perché pensi che nella vita ci sia per forza una spiegazione a tutto?» chiese curiosa Eleonora alla sua migliore amica.
“Riserva la metà di te stessa per combattere contro ogni tipo di imposizione, violenza, plagio, corruzione, dogma, odio, rabbia.”
Un’infanzia infelice, seguita da un’adolescenza piena di ansietà e dubbi. Un continuo difendersi dalla figura paterna, e poi psicologi, giudici, avvocati, assistenti sociali, complotti, una realtà al limite, tormentata da incubi e dall’abbandono di familiari e amici. Tutto questo porterà Emma Braccani, quattordicenne timida e riservata, ma dotata di uno spiccato spirito critico, ad un’inconsapevole e disperata analisi del comportamento umano, attraverso gli strumenti che le offriranno i suoi studi e le sue letture. Un diario segreto, fedele compagno a cui affidare i pensieri più riposti e sul quale dare spazio ai propri ragionamenti. E l'amore? Ci sarà per lei? Un solo destino, e tanti perché. Questa è la storia di Emma Braccani che soltanto alla fine potrà essere giudicata. «Sei debole Emma. Non ti conviene metterti contro di me» la minacciò suo padre prima di chiudere il telefono. «A te non conviene perdere una figlia come me.»


RECENSIONE

Salve lettori, oggi vi parlo di uno splendido romanzo che ho finito di leggere da poco.
Sto parlando del romanzo "Emma Braccani. Perché io non posso" della dolcissima Giulia Bacchetta. E' un romanzo che ho apprezzato moltissimo data la delicatezza dell'argomento che espone.




La protagonista principale del romanzo a cui viene dedicato anche il titolo è Emma Braccani, una ragazzina quattordicenne che è vittima insieme alla madre e alla sorella Marta del disprezzo, violenza e intimidazioni da parte del padre.
Emma si trova nel pieno dell'adolescenza, nel periodo critico di ribellione che ognuno ha affronta in maniera diversa, che capovolge la realtà in cui si vive, in cui tutto intorno a sé cambia, nel momento in cui si prende coscienza di tutto ciò che ci circonda.
Ed è proprio in questo periodo che Emma si ritrova ad affrontare il periodo più oscuro della sua vita: incessanti litigi, imposizioni di ogni tipo, assidue violenze da parte del padre che riversa sulla serenità dell'intera famiglia.
Il tutto viene subìto dalle tre donne per un breve periodo in totale silenzio poiché ormai si sono rassegnate a tale violenza, hanno fatto l'abitudine alla vigliaccheria dell'uomo di casa, è come se ritenessero che queste azioni malvagie siano giuste e meritate. 
Ma poi qualcosa cambia.
La prima a ribellarsi è Marta, sorella maggiore di Emma che con totale temerarietà controbatte in varie occasioni il padre, viene intimorita più volte ma non si arrende e incoraggia a fare altrettanto anche la madre ed Emma.
Emma vive questo periodo con totale sofferenza, ansia ogni qual volta deve ritornare alla propria dimora, paura ogni qual volta il padre torna a casa e sfoga la sua collera sulla famiglia. In aggiunta subisce delle delusioni da coloro che credeva fossero suoi amici e un rapido calo nello studio. L'unica cosa che le dà conforto è il suo diario segreto sul quale in un certo qual modo cerca di sfogare tutta la sua rabbia e frustrazione.




Ma le cose non finiscono qui...
La situazione si aggrava sempre più finché Emma si ritrova tra avvocati, psicologi e assistenti sociali corrotte.


Un romanzo intenso, originale che viene affrontato dal punto di vista psicologico ed ha la capacità di entrare nel profondo delle emozioni, di farci scoprire fin dove è capace di spingersi l'aggressività e la brutalità dell'animo umano e come sia difficile rialzarsi e prendere coscienza di tutto ciò che accade intorno a noi. E' un romanzo che ha un messaggio di fondo, è un insegnamento per tutti coloro che subiscono queste ingiustizie, è una "marcia in più" per coloro che patiscono tale prepotenza e che può aiutarli a combattere questa violenza psicologica e a dire BASTA!



L'autrice ha saputo imprimere in Emma una buona dose di intelligenza che si potrebbe definire "rara" per la sua tenera età. Emma è una ragazza diversa dalle altre: ha la capacità di porsi delle domande alle situazione che avvengono intorno a lei e di dare ad ogni costo una spiegazione ai dubbi che le vengono posti. Possiede anche altre qualità: è curiosa, è un'amica fidata ed è un'ottima indagatrice.
Dal romanzo emergono anche altri caratteri di cui personalmente sono rimasta davvero affascinata. Sto parlando in particolare di Marta. Marta è una ragazza audace, che ha avuto la forza immensa di opporsi alla ferocia di un padre che dovrebbe amare con tutta l'anima la propria moglie e le proprie figlie, che dovrebbe proteggerle da ogni male ma che si rivela l'esatto opposto di quello che dovrebbe essere.
Lo reputo un "piccolo uomo" proprio perché mai e poi mai nessun uomo ha il diritto di percuotere una qualsiasi donna. Un comportamento che purtroppo nell'era odierna si verifica molto spesso e di cui le donne non hanno la forza di ribellarsi.
Un altro personaggio che mi ha interessato particolarmente è Fanny, una ragazza molto riservata e disprezzata da tutti che conoscerà Emma in questo periodo buio.
Dalle poche informazioni fornite, Fanny ha avuto un passato triste di cui conosciamo solo alcune nozioni, è molto taciturna e isolata dal resto dei compagni, viene accusata ingiustamente molte volte dai compagni ma non li ascolta.

Ho amato il romanzo dalla prima fino all'ultima parola, ho amato tutti i personaggi nel modo in cui vengono descritti e come si approcciano nella storia.

Ringrazio l'autrice per avermi dato l'opportunità di leggere questo bellissimo romanzo.
E che serva da insegnamento a tutte noi DONNE !!

VOTO 5/5
Raffaella

INTERVISTA ALL'AUTRICE




1.  Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.




Ciao Raffaella, ti ringrazio tantissimo per avermi ospitata nel tuo blog. Chi sono? Eh, bella domanda. Ho molte sfaccettature, più difetti che pregi, senza dubbio, gli stessi che riverso sui personaggi di cui scrivo. Tutti noi abbiamo tante sfumature, e  chi avverte i graffi della penna scrivere dentro di sé, le riversa poi sulle pagine dei romanzi. Amo la filosofia e la psicologia, discipline che mi hanno aiutata a sviluppare questo romanzo e che ancora oggi rispecchiano due delle mie più grandi passioni. Adoro mangiare, cucinare e l’amore per gli animali,  in casa ho un fratello a quattro zampe di nome Hitch. Inoltre, non essendo una buona sportiva, l’unico sport che ho praticato all’età di quattordici anni è stato il karate. Vivo a L’aquila, nella casa dei miei nonni materni , e faccio piccoli lavoretti per cercare di mantenermi anche se il mio sogno più grande ad oggi è trascorrere la vita a scrivere romanzi. Mi piace divertirmi e soprattutto divertire, cosa che ho scoperto anche nel mondo della scrittura, inventando e pubblicando il racconto per bambini de Le avventure del piccolo Ilian, che spero di scriverne altri volumi.
2.  Come è nata l’idea per questo romanzo?



Iniziai a stendere i primi capitoli di questo romanzo all’età di tredici anni, i quali poi li strappai tante di quelle volte che ad oggi ho perso il conto, ma forse, ero ancora troppo piccola per sostenere una storia del genere. Passavo un periodo buio, attraverso il quale scrutai la luce soltanto negli animi dei personaggi di cui amavo scrivere. Ero impunita, incattivita e credo che il periodo dell’adolescenza incida molto sul nostro modo di guardare il mondo. Ho sempre avuto un animo ribelle ed è lo stesso che oggi mi dice di portare a compimento questa storia. Scrivo di rabbia, perché è l’ emozione che come gran parte delle persone conosco più di tutte, che insieme alla rivoluzione  possono costituire delle vie d’uscita


3.  Spiegaci come hai creato il carattere della piccola Emma Braccani.

Da bambina inventai un racconto intitolato “Le avventure di Tosca e Prisca” di cui Emma ai tempi era Prisca. Con gli anni avvenire ho portato con me questo personaggio potenziandone molto il carattere, ritenendolo al contempo una sorella minore. Emma è una dimensione di me molto profonda che io ho estrapolato e potenziato, alla quale purtroppo un giorno dovrò dire basta.

4. Qual è stata la parte del romanzo più difficile da scrivere e perché?

Non ho riscontrato parti difficili, poiché sono abituata a scrivere molto d’istinto, il quale provava una punta di dolore mentre scrivevo le scene in cui Roberto picchiava le sue figlie: Emma e Marta. Doloroso senza dubbio, ma non difficile. A volte mentre le scrivevo cercavo di fermare le dita sulla tastiera, ma non ci riuscivo, perché la storia mi diceva di fare così. Per quanto noi vogliamo scrivere del bene, inevitabilmente viene fuori anche la parte peggiore di noi.

5. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?


Io credo che in fondo, nessun autore riesca a lanciare il messaggio autentico alla sua voce interiore; nel romanzo di Emma Braccani vi sono tematiche sociali molto importanti quali l’omertà dei piccoli paesi e la continua ricerca della propria libertà psico – sociale; inoltre vi è una frase particolare che la stessa protagonista suggerisce in un momento di difficoltà ad una sua coetanea, la stessa che ritroviamo sulla cover del romanzo. Ci sono tanti messaggi che vorrei dire ma mi limiterò a scriverli solamente, restando in silenzio. Un buon lettore sono certa che non se li lascerà sfuggire. Le persone che hanno letto il mio libro mi hanno chiesto se per caso io ed Emma fossimo caratterialmente uguali; Ovviamente no, lei è molto più coraggiosa di me anche se all’inizio del romanzo potrebbe apparire debole. Posso dirti che nei cinque romanzi comparirà un personaggio al quale io affiderò la mia voce e anche se sarà un personaggio marginale alla storia, sarà quello che rispecchierà il mio pensiero in maniera più autentica.


6. Che genere definiresti il tuo romanzo e perché?

Ho avuto molta difficoltà in effetti a dover catalogare il mio romanzo in uno dei tanti generi che conosciamo. Alla fine sono stati i lettori stessi a dirmi che secondo loro questa storia rispecchiasse il genere di un Young Adult. Credo che abbiano ragione, d’altronde io lo avrei ritenuto  un thriller psicologico poiché all’interno della trama c’è molta psicologia nei personaggi, ma sentivo dentro di me che non lo era al cento per cento, quindi mi sono affidata a loro. Emma è una giovane adolescente di quattordici anni, così come i suoi coetanei, ma nella trama troviamo complotti e tanti personaggi adulti, per cui credo sia adatto a ragazzi dai quattordici anni in su e persone adulte, certo. 


7. Cosa ti ha spinto a scegliere il titolo “Emma Braccani. Perché io non posso” per il tuo romanzo?


Bella domanda e spero non sia a trabocchetto. Nella risposta che sto per darti si nasconde una seconda risposta che però terrò per me, in quanto credo che debbano essere i lettori a dedurla. A dirti la verità , in origine il romanzo lo intitolai unicamente  “Perché io non posso” , un titolo scelto d’istinto ma che ad oggi so che nasconde tante cose … Quando lo scrissi la prima volta avevo soltanto tredici anni e non avrei pensato che dieci anni dopo che ho ripreso la storia, questo titolo potesse rivelarsi ad ampio respiro. Scelsi all’ultimo di aggiungervi il nome  Emma Braccani. La cosa buffa e divertente è che alcune persone hanno creduto che Emma fosse l’autrice del romanzo poiché appare molto in risalto il suo nome sulla cover. Ma anche qui  i lettori non hanno avuto tutti i torti. Perché dire loro che questo romanzo sia soltanto mio? Emma ha un diario segreto, su cui depone le proprie perplessità e quindi anche lei è una scrittrice e autrice delle stesse emozioni che troviamo tra le righe del romanzo. Stando così le cose, potrei dire che questo libro sia stato scritto a quattro mani.

8. Hai intenzione di tradurre il romanzo per pubblicarlo in altri Paesi?
Ebbi questa idea non appena pubblicai il romanzo in self- publishing. L’Italia è un Paese in cui il romanticismo scala la vetta delle classifiche ed il genere del mio romanzo credo che sia più apprezzabile dai Paesi esteri. Terrò per me questa possibilità, nella vita mai dire mai. Una change nel mio Paese di appartenenza ad Emma Braccani l’ho voluta comunque dare.  

9. Qual è il tuo genere preferito?

Non prediligo generi, ma modi di pensare. Trovo piacevole una lettura quando non presenta banalità ma che dia modo anche a me di contorcermi il cervello al di là del suo genere. E poi secondo me, non conta né il genere né l’autore… ciò che conta è quello che un libro voglia dire. Adoro anche leggere le fiabe per bambini e tra qualche mese spero di pubblicarne qualcuna. Esse sono importanti perché rappresentano una metafora della vita.

10.  Quali sono i tuoi autori/autrici preferiti?

Ne ho tanti: da Pirandello a Umberto Eco per finire a Stephen King,  ma le mie autrici preferite sono Alda Merini, Jane Austen e J. K Rowling che prima di diventare delle grandi scrittrici sono state senza dubbio delle grandi donne. Virginia Woolf! Come dimenticarla?

11. Hanno influenzato in qualche modo il tuo modo di scrivere?

Sicuramente, credo che questo avvenga nella penna di ciascun scrittore; sento dentro di me sia una vena poetica, filosofica ed una più moderna. Tutte loro dovranno essere migliorate e potenziate, so che ho ancora tanto da imparare e impiegherò tutto il mio impegno per riuscire in questo.

12. Chi sono i tuoi più grandi sostenitori?


Credo che il mondo della scrittura sia un mondo solitario, una sfera a sé. Ne ho alcuni e li ringrazio molto. I miei più grandi sostenitori  sono anche i personaggi stessi della storia di cui scrivo. Per dieci anni mi hanno tormentata spingendomi ad accattare foglio e penna per scrivere di loro, ed è come se sostenessero la mia tenacia con cui mi permettono di scrivere il romanzo. In ogni modo, non mi dispiacerebbe per loro se avessero dei sostenitori in carne ed ossa!

13. A quando il prossimo romanzo? Tratterai un genere diverso o ti focalizzerai ancora su questo?
Ci tengo a precisare che al momento sono impegnata nella revisione di questo primo romanzo che a mio parere meriterebbe una seconda edizione, che spero di pubblicare in autunno, sempre in self- publishing. La serie di Emma Braccani , si evolverà in altri quattro romanzi ciascuno dei quali cambierà nella seconda parte del titolo. Dunque assisteremo all’evoluzione della trama e alla comparsa di nuovi personaggi, già a partire dal secondo romanzo. Il tutto subirà delle evoluzioni come la stessa Emma,che da giovane adolescente la vedremo diventare una bellissima donna. Tuttavia, il proseguo di questo primo capitolo, lo pubblicherò nell’anno prossimo, spero ad inizio anno.


14. Come e quando ti sei resa conto di essere uno scrittore?

Quando ho smesso di mentire a me stessa. Scrivo da quando ero bambina, prendevo di nascosto la macchina da scrivere di mia madre e alle elementari scrivevo temi molto lunghi, ne ricordo uno di 12 pagine. In realtà inventavo storie con trame complesse, ora tu immagina una bambina di otto anni quale stile possa avere nello scrivere storie del genere. La stessa maestra di italiano diceva a mia madre:” Ma io i temi di Giulia mica li capisco, eh!”. Ricordando questi aneddoti  ho capito a quale genere di trame la mia penna fosse destinata. Quando ho iniziato a scrivere la storia di Emma ebbi subito un pensiero che mi diceva:” Un giorno lo pubblicherò”, soprattutto perché la perdita di una persona a me cara fu come incitarmi nell’inseguimento di questo sogno. Ma non le diedi troppo peso e mai ho pensato di voler fare questo nella vita, anzi mi rifiutavo! Con la ragione ho cercato in tutti i modi di non cedere alla penna.  Pochi mesi fa ho sentito la mia razionalità ed il mio istinto scendere ad un unico compromesso ed entrambi mi sussurravano: “Voglio diventare una scrittrice”. Non avevo più scuse, la storia di Emma aveva le sue ragioni che io fino a pochi mesi fa non conoscevo oppure per mia difesa non ho voluto accettare.


15. Ci sono scrittori disciplinati, metodici, che stilano scalette e rileggono mille volte i loro scritti; e autori che istintivamente buttano giù frasi su frasi fino a comporre un romanzo. Tu che tipo di scrittore sei?

Sono un mix; scrivo molto d’istinto anche se a volte ricorro ad una scaletta, che poi in realtà neanche seguo molto. Ma la storia di Emma Braccani è abbastanza complessa e per questo necessita di una particolare attenzione da parte mia, non posso permettermi di commettere errori sapendo che ne dovrò sviluppare altri quattro romanzi incentrati su di lei. Solitamente trascorro al giorno sei/otto ore a scrivere, ma ci sono anche state delle volte in cui, mentre riposavo,  venivo colta da un improvvisa idea e così tornavo a prendere carta e penna. Non vorrei confonderti, ma  posso dirti  che  per tracciare la trama di questi romanzi sono partita scrivendone la fine; so che molti autori fanno così ed io mi sono identificata nel loro modo, non a caso ho già pronti i finali di tutti e cinque i romanzi di Emma Braccani. Quando ho scritto il finale del quinto, avevo i brividi e una gioia negli occhi mai provata in vita mia, chissà se un giorno riuscirò a pubblicarlo, e guardare l’intera serie di Emma!

16. Per chi volesse pubblicare come te un romanzo, cosa consiglieresti?

Ho approdato in questo fantastico mondo da poco, quindi non mi viene da dare loro grandi consigli. Uno che mi viene in mente riguarda il coraggio; se si ha coraggio di scrivere pensieri che non cadano sulla banalità, anche se sapete che molto probabilmente la massa non apprezzerà tale cosa, non bisogna badarci, perché credo che il vero coraggio sia uscire dagli schemi collettivi. E’ giusto scrivere per sé stessi e concedere quel tocco di originalità alla propria anima. La soddisfazione personale ripagherà il tutto. Io ci sto provando, e come andrà a finire non voglio neanche saperlo, perché so che almeno per me sarà un gran bel viaggio.

17.  Sono rimasta profondamente impressionata dal personaggio di Marta, che si è rivelata molto coraggiosa e con la sua forza ha saputo dire basta a cotanta violenza del padre, e dal personaggio un po’ misterioso di Fanny di cui al momento conosciamo solo una parte della sua triste storia e che trasmette molta audacia e al tempo stesso compassione per le ingiustizie che subisce dai suoi compagni. Mi sapresti dire qualcosa di più su di loro? Come hai creato i loro personaggi? Darai più rilievo ai loro personaggi nei libri successivi?

Sono molto contenta che tu abbia prestato particolare attenzione su questi due personaggi. Cercherò di reprimere un po’ questa euforia che mi ha scaturito la tua domanda, impegnandomi a non fare spoiler , anche se sarà difficile perché chi scrive come me, sa benissimo quanta voglia si ha dopo il lungo periodo di reclusione nel scrivere un romanzo. Il personaggio di Marta inizialmente sarebbe dovuto essere un maschio, quindi Emma anziché avere una sorella più grande avrebbe avuto un fratello maggiore, ma per promuovere la violenza contro le donne, mi è sembrato giusto affidare questa forte personalità ispiratasi ad un uomo comune, al personaggio di Marta. Fortunatamente nella realtà esistono donne con una tale grinta emotiva, una forza d’animo che le conduce a ribellarsi di fronte condizioni disagiate e ritrovare la luce. Marta è un grande rivale per suo padre Roberto, uomo sadico e calcolatore,  perciò posso dire che lei sarà un personaggio che gli darà molto filo da torcere nei prossimi romanzi. La domanda su Fanny, debbo dire che mi hai particolarmente sorpresa in quanto lei davvero rappresenta nel romanzo un personaggio marginale . Posso dirti che io adoro scrivere di Fanny e come hai potuto notare anche tu, nella storia io ho scritto poco di lei; sappiamo qualche cenno sulla sua vita ma posso assicurarti che nei prossimi sarà messa ancora più in risalto. Sicuramente è un personaggio molto particolare, credo uno dei tanti che non suscita simpatia ma paradossalmente sprigiona tenerezza! Lei è frutto della mia immaginazione alla quale le ho affidato un messaggio da rivelare che ovviamente non sarà scopribile con questo primo romanzo. Sicuramente è un personaggio a sé; Fanny infatti non ha bisogno degli altri e neanche dei loro pareri in realtà, perché sta bene con sé stessa. Fanny non teme la solitudine, così come non è impaurita dagli attacchi dei suoi coetanei. Credo comunque che il suo personaggio non abbia bisogno di compassione bensì di comprensione che, come hai accennato anche tu, i suoi coetanei non le sanno prestare neanche un po’. Soprattutto quella piccola vipera di Virginia che non apprezzando lo stile di vita di Fanny, le si rivolge sempre con modi sgarbati e prepotenti. Tutto comunque si evolverà. 

2 commenti:

  1. Buonasera, ho letto il romanzo e devo dire che la recensione qui presente rispecchia a pieno ciò che mi ha trasmesso. Vorrei porre una domanda sul cattivo della situazione cioè Roberto che a parer mio è il vero jocker della storia. Leggendo i primi capitoli mi sono domandato:devo avere pietà di lui per il suo passato o repulsione per quello che è diventato? a me il personaggio fa rabbia e non disdegnerei una sua disavventura... La mia domanda è: Roberto avrà risvolti psicologici diversi nel futuro della storia? Non mi aspetto una piena redenzione ma almeno la consapevolezza di quanto sia abbietto, oppure rimarrà irrimediabilmente sadico e malvagio?

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  2. Ciao, innanzitutto grazie mille per aver letto il mio romanzo.
    Per quanto riguarda la tua domanda, purtroppo sono costretta a declinarla. In compenso posso dirti che ti sei posto la domanda giusta, ovvero quella che desideravo che i lettori si ponessero dopo aver letto la storia. Tuttavia, sono contenta che ti sia avvicinato alla storia di Emma e che ti sia interessato alla misteriosa figura del padre, Roberto. Il tempo, forse, darà a voi lettori le risposte che cercavate. Un bacio, Giulia. :)

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