giovedì 2 febbraio 2017

RECENSIONE "Un lord da conquistare" di VIRGINIA DELLAMORE

Ciao readers, oggi Maddalena ci parla del nuovo romanzo storico di Virginia Dellamore dal titolo Un lord da conquistare, un romanzo ben scritto dalle scene a tratti comiche e a tratti romantiche. Impossibile non farsi travolgere dalla Londra Vittoriana di quel periodo storico, dalle feste mondane e scintillanti e dall'amore/odio che coinvolgeranno i due protagonisti.


TITOLO: Un lord da conquistare
AUTORE: Virginia Dellamore
DATA D’USCITA: 29 Gennaio 2016
EDITORE: self publishing
GENERE: romanzo storico
NARRAZIONE: pov maschile e pov femminile alternati in terza persona
CATEGORIA: amore/odio
FINALE: no cliffhanger
COPPIA: Althea, istitutrice e chaperon; William, nobiluomo burbero e scontroso.

SCHEDA LIBRO QUI




SINOSSI

Londra, 1814. Althea Hope è tutto fuorché un’eroina romantica: ha quasi trent’anni, porta gli occhiali, e il suo guardaroba non contiene un solo abito che non sia terribilmente fuori moda. In più, ricopre la classica professione delle zitelle senza speranza: fa l’istitutrice e la chaperon di una ragazza alla sua prima Stagione. Il suo compito è quello di accompagnare la ricchissima e bellissima Greta agli eventi mondani, tenendola sotto controllo ma rimanendo sullo sfondo come una severa tappezzeria.
Anche Lord William Warwick non è il protagonista perfetto di una storia d’amore: è misogino e scontroso, e i modi villani che sfoggia anche nei migliori salotti gli vengono perdonati soltanto perché è più ricco di Creso. È giunto a Londra per cercare moglie: perfino lui, che preferisce concedersi dei rapporti fugaci e considera con orrore la sola idea del matrimonio, si rende conto che a trentacinque anni è venuto il momento di dare un erede legittimo al casato.
Di sicuro, William non è l’uomo ideale di Althea.
Di sicuro Althea non è la donna ideale di William.
Eppure, loro malgrado, finiscono con l’incontrarsi fin troppo spesso e chissà che quelle apparenti scintille d’odio e ripicca non celino ben altri tipi di fiamme...
La storia di un amore imprevisto che tenta vanamente di lottare contro se stesso, fra battibecchi serrati e baci rubati, balli vorticosi e inseguimenti in carrozza, finti corteggiamenti e vere passioni, nel cuore della Londra gaudente del periodo Regency.

RECENSIONE


Salve readers, Quest’oggi ho deciso di dirvi la mia su questo ultimo romanzo che ho letto e terminato in un unico pomeriggio. Ci troviamo dinanzi un bel romanzo, scritto bene e dalle scene a tratti comiche e a tratti romantiche.
Protagonisti di questo romanzo sono: Althea Hope, zitella senza speranza che lavora come istitutrice e chaperon di Greta Brown, ragazza alla sua Prima stagione, e Lord William Warwick, uomo burbero e scontroso, che considera il matrimonio un male necessario, utile soltanto al proseguimento della propria dinastia. Questo perché, sin da piccolo, William non ha conosciuto alcun tipo di affetto materno, in quanto sua madre era troppo propensa all’educazione rigorosa e senza distrazioni. L’infanzia del nostro protagonista è, quindi, stata severa e priva di luce, motivo per il quale non crede nell’amore e in qualsiasi tipo di affetto umano. Althea Hope è di un altro parere: per lei l’amore è l’unico motivo che può condurla al matrimonio. Non vuole accontentarsi né tantomeno sposarsi senza sentimenti o emozioni. L’incontro fra i due protagonisti sarà tutt’altro che rose e fiori. Un fraintendimento farà da ruolo-chiave per tutto il romanzo. Durante un ballo William ed Althea s’incontreranno, o meglio scontreranno, senza vincitori né vinti.
Da qui numerose coincidenze faranno sì che i protagonisti s’incontrino diverse volte, ed ogni volta è una battaglia diretta tra sguardi rabbiosi e parole dolci non dette. Perché si sa, che l’amore e l’odio sono separati da un filo sottilissimo, e che spesso dove c’è odio c’è attrazione, intrigo, passione. William non riesce a spiegare il battito veloce del cuore quando la guarda, la gelosia cieca che prova nel vederla con un altro, il desiderio pressante di averla al suo fianco e sentirla sua. Althea non si spiega il pensiero incessante nei suoi riguardi, lo stomaco in subbuglio quando sono vicini e l’angoscia quando sono lontani. Non sanno cos’è l’amore, sanno odiarsi ed allontanarsi, ma dopo un po’ ritornano a cercarsi sempre più innamorati.
In alcuni tratti, questo romanzo mi ricorda molto “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, soprattutto per quanto riguarda la storia dei protagonisti secondari: Greta, l’allieva di Althea e Lord Audley, nipote di William. Ciò che mi è piaciuto molto di questo libro, oltre al rapporto amore-odio dei protagonisti, sono stati i personaggi secondari ben strutturati e ramificati tra di loro. Ogni parola, gesto o incontro ha un suo perché. Tutto è intrecciato in una stupenda ragnatela degli eventi. Bisogna soltanto capire se si parla di coincidenze o di destino che muove i filamenti di questa ragnatela a proprio piacimento. Lo stile è limpido e scorrevole, nonostante si stia parlando di un romanzo storico. Tra una Londra del 1800, il simposio di Platone, occhiali persi e baci rubati questa storia vi lascerà colpiti piacevolmente. Per chi ama il genere, questo romanzo è ciò che fa per voi.

Maddalena

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