martedì 31 luglio 2018

RECENSIONE "Quel maledetto gioco chiamato amore" di Cristina Bruni

Buon giorno lettori, oggi Lara ci parla di Quel maledetto gioco chiamato amore, primo volume della serie Maledetto amore di Cristina Bruni uscito ieri con Triskell Edizioni. Uno sport romance appassionante come lo è guardare una partita di football allo stadio. Sudore, fatica e un amore che porta alla vittoria.


TITOLO: Quel maledetto gioco chiamato amore
SERIE: #1 Maledetto amore series
AUTORE: Cristina Bruni
DATA D’USCITA: 30 Luglio 2018
EDITORE: Triskell Edizioni
GENERE: contemporaneo lgbt, sport romance
NARRAZIONE: pov maschili alternati in terza persona
AMBIENTAZIONE: Arizona
FINALE: no cliffhanger
COPPIA: Alejandro Santiago, quarterback di una squadra universitaria; Max Mankiewicz, coach di football.





TRAMA


Se saprai tenere duro quando in te non c’è più nulla, allora sarai un uomo.
Alejandro Santiago, studente senior alla Oak River Tech in Arizona e quarterback della squadra di college football, sogna da sempre un futuro nella NFL. Ma la sua esistenza è oscurata da un’ombra pesante: a sedici anni ha assistito alla morte violenta del padre e ancora si incolpa per non essere riuscito a salvarlo.
Anche Max Mankiewicz, 36 anni, aspira a una carriera nella lega nazionale, come head coach. Si ritrova invece bloccato nel campionato universitario, in una piccola cittadina dell'Arizona, ad allenare una delle peggiori squadre della conference. L’ultima cosa che vorrebbe. Così come perdere la testa per il suo giovane quarterback. Ma non può farci nulla: l'attrazione è così forte da spingere l'uno nelle braccia dell'altro. Solo che Max, abituato da sempre a vivere nascosto, ha alle spalle un passato che vorrebbe dimenticare, fatto di tradimento e umiliazione. Ha perso tutto già una volta per colpa di un ragazzino che giocava a football. Non vuole ripetere l'esperienza. Quando viene lasciato da Max, Alejandro sente franare tutto il suo mondo: Max è la cosa più bella che gli sia capitata dopo tanti anni di sacrifici. Ma dopotutto è il destino che merita per aver lasciato morire suo padre. Perciò, quando si ritrova tra le mani la possibilità concreta di poter realizzare il sogno di Max, non ci pensa due volte a rischiare tutto ciò che ha. Il suo futuro, la sua salute.
E la sua vita.



RECENSIONE

"Ovunque ci sono persone e dove batte un cuore può trovare tutto questo. Il football è poesia. È vita. Gli scontri corpo a corpo, violenti come sul ring… Tutto andava bene pur di guadagnare yard. Tutto pur di arrivare in fondo, al touchdown. Tutto pur di sentirsi vivi."

Alejandro Santiago sta rilasciando un'intervista sulla storia del suo ultimo anno di college e come la squadra da lui capitanata, sia riuscita a diventare da peggiore squadra del football alla cenerentola del campionato portandola alla vittoria. Una vittoria pagata cara da Alejandro perché per quel maledetto gioco si può anche rischiare la vita, quel maledetto gioco che è l'amore. Quindici mesi prima Max si ritrova in Arizona ad allenare una squadra del college invece di dove vorrebbe stare: nella NFL nazionale. Il football è la sua vita e la sua missione è portare alla vittoria questa squadra sgangherata.
Alejandro è un ragazzo arrabbiato con la vita, due lavori per aiutare la famiglia ed il peso della morte del padre sulle spalle. Il fuoco del football brucia in lui e la sua missione è riuscire a giocare un giorno tra i grandi della lega e risollevarsi dalla miseria che è la sua vita. Devo dire che questo sport romance è davvero scritto bene, molto accurato e descrittivo, porta il lettore ad appassionarsi agli schemi di gioco, agli allenamenti e a tifare durante le partite. Si respira la passione per il football e si vivono i sacrifici fatti per conquistare la vittoria. I protagonisti sono caratterizzati minuziosamente in ogni sfaccettatura, onestamente preferisco di gran lunga Alejandro per il suo passato e per come riesce nonostante tutto a risollevarsi. Sin dall'inizio l'ho trovato più maturo dei suoi ventitré anni ed anche più forte e consapevole rispetto a Max che certamente ha i suoi traumi da affrontare, ma sono riuscita a provare empatia per lui. Forse il suo essere coach, a mio avviso, resta invariato anche nel rapporto amoroso, ma come in tutte le cose è molto soggettivo. Certamente la sua paura di dichiararsi e quello che ha perso non sono facili da affrontare, ma insomma è lui l'uomo più maturo.
Quel maledetto gioco chiamato amore è un romance molto corposo con tanti eventi che si susseguono fino al punto che a mio avviso è il cuore della storia: i traumi a cui vengono sottoposti i giocatori e le lesioni riportate che sono irreversibili o addirittura portano alla morte. Vi consiglio di leggere attentamente la prefazione dell'autrice perché è molto interessante. La parte riguardante il football è talmente bella ed intensa che ha conquistato tutta la mia attenzione, forse a discapito della storia d'amore. Ma cosa posso farci, sono diventata una tifosa. I miei complimenti a Cristina Bruni per averci regalato un romanzo dove la passione, la tenacia ed il sacrificio sono il motore portante della storia. Perché per vincere nella vita come nello sport bisogna crederci e crederci sempre!

Lara



1 commento:

  1. Grazie Lara, una recensione davvero super. Contenta che tu abbia apprezzato il mio messaggio ��

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