domenica 16 dicembre 2018

RECENSIONE "Dove cade il fulmine" di Ornella De Luca

Buona domenica lettori, Raffaella ci parla in anteprima di Dove cade il fulmine, il quarto volume della serie The Orphanage di Ornella De Luca in uscita domani in self. Una storia di mistero, odio e amore, verità celate e menzogne al profumo penetrante del mosto e dell'erba fresca.


TITOLO: Dove cade il fulmine
SERIE: #4 The Orphanage series, autoconclusivo
AUTORE: Ornella De Luca
DATA D’USCITA: 17 Dicembre 2018
EDITORE: self publishing
GENERE: rosa contemporaneo
NARRAZIONE: pov femminile e maschile in prima persona
AMBIENTAZIONE: Boston - San Francisco
FINALE: no cliffhanger
COPPIA: Jack Sanders, capo della sicurezza di un night club; Andréa Dumont, sommelier famosa.






TRAMA

Una minaccia dal passato, una lettera d'addio, una passione al sapore del mosto.
Jack Sanders ha cancellato i ricordi della sua infanzia, relegandoli in un cassetto segreto del cuore. Conosce solo Villa Sullivan, gli amici, le responsabilità del suo impiego e le ragazze avvenenti del Rose's Paradise, il night club dove lavora come capo della sicurezza. Eppure, fino ai cinque anni, Jack era un'altra persona. Aveva una famiglia che lo amava e che mai lo avrebbe lasciato orfano, ma una notte finita in tragedia ha cambiato il corso degli eventi. Niente potrebbe spingere Jack a scavare in un passato che non desidera riesumare, se non fosse per l'arrivo di un regalo inaspettato… Andréa Dumont è esattamente come vorrebbe essere. Ha faticato tutta la vita per diventare la donna che è: una sommelier famosa, con abiti firmati indosso, acconciature di classe e inviti per i locali più lussuosi di Seattle. Niente potrebbe spingere Andréa a lasciare la sicurezza raggiunta, la bolla di falsità e scintillio dentro la quale si sente protetta dagli attacchi esterni, se non fosse per una lettera d’addio ritrovata in soffitta…
Nello scenario di una vecchia azienda vinicola della Napa Valley, Jack e Andréa dovranno scavare a fondo nella polvere dei ricordi per far pace col passato e sentirsi finalmente liberi. Una colpa da espiare, un segreto inconfessabile e una scatola piena di vecchi diari saranno i fili conduttori di un viaggio negli anni '70, nelle radici dalle quali inevitabilmente si tende a fuggire, ma alle quali ritorniamo sempre, ancor più inevitabilmente. Come un fulmine attratto da un albero imponente.
RECENSIONE

Ornella De Luca torna con il quarto volume della serie The Orphanage dedicato a Jack Sanders, il quarto ragazzo che è cresciuto nell’orfanotrofio Sullivan a Boston. Lo stile semplice e coinvolgente dell’autrice ci fa entrare nella storia che se all’inizio risulta un po’ lenta, a partire dall’incontro con Andrèa risulta più misterioso. Conosciamo sin da subito Jack Sanders e il suo lavoro, l’impegno, la serietà e la dedizione che egli mette in quest’ultimo e il mistero che avvolge il suo passato. Jack è un personaggio arrogante, schifo, sicuro di sé, quando deve portare a termine qualcosa lo fa con costanza ma il passato è qualcosa che lui non vuole in alcun modo portare alla luce.
Ma una serie di misteriosi ritrovamenti lo spingono a cercare la verità dove tutto è cominciato: nell’azienda vinicola di Napa Valley dove il presente si scontra con il passato. Le radici del passato di Jack si intersecano con quelle di Andréa Sanders, una famosa sommelier di Seattle che vuole scoprire a tutti i costi la verità. Andréa si mostra come una protagonista rigida, algida, elegante e raffinata, la vediamo schermata dall’esterno e protetta dal muro di perfezione e brillantezza che ha eretto nel corso degli anni ma lentamente le sue difese crollano quando conosce Jack. La persona che ha amato con tutta se stessa la delude quando trova una lettera destinata a lei. Entrambi non sono abituati a farsi dare ordini perché sono due caratteri forti che predominano. Li vediamo infatti, battibeccarsi più volte, sfidarsi e avere l’ultima parola sull’altro. Odio e amore che si scontrano e si intersecano. La verità sembra più vicina di quanto si aspettano. Quel passato avvolto nel mistero farà scoprire i segreti delle loro famiglie. Con questa storia scopriamo che proprio quando siamo sicuri di conoscere le persone che vivono accanto a noi, in realtà non le conosciamo affatto perché il loro passato può nascondere gli errori, i rimpianti, i segreti e le menzogne. Il viaggio nel passato dei due protagonisti ci insegna che la felicità è inaspettata, che nonostante cerchiamo di sfuggirle essa ci rincorre e ci afferra.
L’autrice riesce a tessere una storia misteriosa, dissemina nella vicenda una serie di piccoli tasselli di puzzle che pian piano rivelano una parte del passato dei due protagonisti fino ad arrivare alla fine dove il quadro si completa con tutti i tasselli. L’evoluzione dei personaggi, il rapporto genitori-figli, l’amicizia, amori infranti, la passione e i sogni che ci definiscono sono i punti cardini di questa storia. Il mistero e quel pizzico di suspense verso la fine ci fa desiderare di arrivare subito alla fine, di scoprire finalmente la verità che avvolge le vite di Jack e Andréa. L’autrice riesce a catturarci con le sue descrizioni delle distese verdeggianti, con il profumo penetrante del mosto appena ricavato e con i ricordi seppur lontani e non appartenenti a noi, mantengono viva l'impronta delle persone del nostro passato. Consigliato a chi ama immergersi in una bella storia ricca di mistero.

Raffaella

 

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