lunedì 4 febbraio 2019

RECENSIONE "Love in war" di Mariam Belattar

Buongiorno lettori, Raffaella ci parla in anteprima di Love in war, il nuovo intenso romanzo rosa di Mariam Belattar uscito oggi in self. La storia di una donna che torna dalla guerra con il disturbo da stress post-traumatico e di un uomo che dovrà colmare i suoi vuoti e aiutarla a ritornare a vivere e respirare.


TITOLO: Love in war
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Mariam Belattar
DATA D’USCITA: 4 Febbraio 2019
EDITORE: self publishing
GENERE: rosa contemporaneo
NARRAZIONE: pov maschile e femminile in prima persona
AMBIENTAZIONE: New York
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Scarlett Queen, soldatessa reduce da una guerra; Hank Vough, psicologo di Scarlett.



TRAMA


"Sono costantemente in guerra, vivo circondata dal sangue, dalla terra e dalle armi. Vorrei farla finita, vorrei raggiungerlo, ma non posso. Qualcosa mi tiene ancorata qui”.
“Sono io a tenerla qui, mi
chiamo Hank e sono il suo psicologo”.
Scarlett Queen è una giovane soldatessa reduce da una guerra. Una guerra che l’ha spezzata, portandole via l’amore della sua vita. Rimettersi in gioco le diviene difficile dopo che ogni certezza le è stata distrutta: i suoi sogni, il suo grande amore, il suo futuro. Ha smesso di combattere contro il nemico umano, ma adesso lotta contro se stessa. Ad ogni ricordo un attacco di panico è lì a ridurla in brandelli. Nessuno sembra in grado di aiutarla, finché non incontra il terzo psicologo. Lui è Hank Vough, il suo compito è quello di curare il disturbo post traumatico di Scarlett. Ogni loro seduta sembra una sfida continua. Le emozioni di Scarlett presto riemergono ed è Hank a doverle tenere sotto controllo. Rabbia e passione si scontrano, creando un incrocio da cui nessuno dei due sembra poterne uscire vivo. Il passato di entrambi, però, li mette a dura prova e tocca a loro combattere la guerra di emozioni che li ha travolti. Si lasceranno ridurre a pezzi o ne usciranno più forti di prima?

RECENSIONE

Non so da dove iniziare a parlare di questo libro bellissimo che mi ha coinvolto più di quanto pensassi. Posso iniziare col dirvi che questo libro è il migliore libro che ho letto della Belattar, un romanzo potente e profondo che si fa amare per tutto ciò che racchiude: per la sofferenza, l’amore sofferto e perduto, la guerra che distrugge ogni cosa e per la rinascita di una donna e di un uomo che lottano per stare insieme e superare il passato. Questo libro entra nel cuore sin dalle prime pagine, sin dal quell’epilogo struggente che ci apre ad una storia intensa e sofferta. Dalla fine ad un nuovo inizio, questo è ciò che l’autrice vuole trasmetterci con il suo romanzo. Essere alla fine non vuol dire necessariamente che la vita è finita, che non c’è più niente da fare perché ti senti morto dentro, ma significa ricominciare, essere ad un nuovo punto di inizio. Perdere una persona che abbiamo amato con tutti noi stessi è come perdere un pezzo della propria anima che non ritornerà più, è un po’ come morire nel profondo, soffrire tanto da far male e non riuscire più a ritrovare la luce. Dopo aver combattuto per la patria e aver lottato tra la vita e la morte, dopo aver perso l’uomo della sua vita ed essere riuscita a salvarsi, Scarlett Queen ritorna a casa con la consapevolezza che non potrà più vedere il suo amore, perdersi nei suoi abbracci e nei suoi occhi, stringerlo al petto fino quasi a soffocare, baciarlo e assaporare le sue labbra fino a fondere i respiri. Scarlett è entrata nel mio cuore sin dalla prima pagina, l’ho amata per la sua forza e per il suo coraggio, il suo essere temeraria e al tempo stesso di riuscire a combattere la paura sul campo di battaglia.
Tutti noi possiamo essere forti e dimostrare di valere, ma quando ci troviamo di fronte al dolore è proprio lì che dobbiamo dimostrare di essere in grado di essere forti. Il dolore di plasma, ci rende fragili, ci mette di fronte ad una scelta: arrendersi o combattere ancora. Siamo abituati a leggere storie di uomini che dopo aver visto gli orrori della guerra ritornano a casa con la sindrome da stress post traumatico, ma è ancora più originale una storia che parla di una donna che cerca di reggere questo disturbo senza sembrare finta o non reale. Dopo soli pochi mesi dal congedo Scarlett si trova ad affrontare la sua nuova vita lontana dalla guerra, prova un passo alla volta a tornare ad una normalità che non le è mai appartenuta. Il disturbo da stress post traumatico è come una spada di Damocle per pende sulla sua testa che non solo non si accorge di quanto è rimasta segnata, ma nega persino a se stessa di avere dei problemi e di aver bisogno di aiuto. Fino a che non conosce Hank Vough, uno dei tanti psicologi che cerca di curarla ma l’unico che la capisce veramente e che ascolta il suo silenzio e la sua rabbia. Conosciamo anche Hank, la sua paura di rivelare il suo passato, di essere capito da qualcuno che non sia se stesso. Per anni lui ha sempre tentato di capire gli altri, di ascoltarli e aiutarli a superare le difficoltà e le paure, ma colui che doveva e deve essere capito di più è proprio lui. Ho desiderato abbracciarlo e prendermi cura di lui, di colmare gli spazi vuoti di Scarlett, di spronare lei a ricominciare a vivere e a respirare perché la vita non si ferma mai, continua la sua corsa e noi dobbiamo essere abbastanza forti e coraggiosi per starle dietro e non stramazzare al suolo. Credetemi, questa è una storia toccante ma altrettanto vera. Nessuno è mai pronto a perdere qualcuno di caro, non si è mai pronti alla morte e ad essere travolti da tutte le emozioni che si susseguono dopo la perdita. Pagina dopo pagina, riga dopo riga la sofferenza di Scarlett entrerà dentro di voi, vi trasmetterà tutte le emozioni che lei prova e voi le sentirete una dopo l'altra, accuserete ogni colpo e vi sentirete distrutti quanto il suo cuore. Non si può rimanere indifferente di fronte ad un libro intenso che scava nel dolore, nello sconforto, nei rimpianti, nei fallimenti, nei sensi di colpa che logorano, nella paura di andare avanti e rischiare di cancellare ciò che di bello c’era. Quando il dolore ci colpisce, siamo travolti da emozioni diverse che molto spesso si sovrappongono. E anche se non siamo mai veramente pronti ad affrontare il distacco e a lasciare andare situazioni e persone che amiamo, la vita ci insegna che niente è mai perduto. Bisogna trovare la forza e il coraggio di ricominciare, di rimboccarsi le maniche e riprendere la vita da dove l’abbiamo lasciata. Tutto ciò fa parte del ciclo della vita, non abbiamo una vita eterna ma brevi momenti da assaporare e vivere fino in fondo. Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo.
L’autrice attraverso una storia intensa, scritta magistralmente con il suo stile semplice e d’effetto e con i suoi personaggi ben caratterizzati ci apre gli occhi e ci fa riflettere sulla vita di chi torna in guerra completamente distrutto a livello psicologico, di quello che devono affrontare non solo loro ma anche chi è accanto a loro. Una storia fatta di amore e sostegno, di amicizie, difficoltà e di affetto famigliare. Amore è ciò che si respira in ogni pagina di questo romanzo, amore incondizionato e passionale tra i due protagonisti. E come ogni romanzo denso di significato l’autrice evidenzia la guerra e i suoi traumi, la paura che si ha quando si ritorna a casa, il fatto che diamo tutto per scontato, che un piccolo gesto può sembrare qualcosa a cui siamo abituati ma in realtà vale molto di più. Evidenzia la guerra che distrugge, spezza e non ricostruisce più, che distrugge vite e non le porta poi indietro. Ma l’amore è vita, è quel fiore meraviglioso e luminoso, è un’esplosione di colori in grado di schiacciare il grigiore della guerra. Ci sono libri in grado di emozionarti, altri in grado di sognare. E poi ci sono quei romanzi che riescono ad entrarti nel cuore, a lacerarti e a ricucire un pezzo della tua anima per la potenza delle emozioni in grado di suscitarti, che ti fanno capire che la vita è preziosa, che tutta la felicità può svanire da un secondo all'altro. Love in war appartiene a quest’ultima categoria perché riesce a scavarti un solco nel cuore e ti porta a riflettere sul significato che diamo alla vita e alla morte.

Raffaella




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