lunedì 25 marzo 2019

RECENSIONE "Cuore di foglia, radici di pietra" di Giuditta Ross

Buona sera lettori, Lara ci parla di Cuore di foglia, radici di pietra, il secondo volume fantasy della serie Gli eredi della foglia di Giuditta Ross in uscita domani con la Triskell Edizioni. Un amore tormentato e dolcissimo, intrighi e cospirazioni, alleanze ed amicizie indissolubili nel nuovo volume di una saga fantasy meravigliosa e mirabilmente narrata.


TITOLO: Cuore di foglia, radici di pietra
SERIE: #2 Gli eredi della foglia
AUTORE: Giuditta Ross
DATA D’USCITA: 26 Marzo 2019
EDITORE: Triskell Edizioni
GENERE: fantasy lgbt
NARRAZIONE: vari pov alternati in terza persona
AMBIENTAZIONE: fantastica
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Mo, re di Pietrabuia; Nair, figlio della foglia.





TRAMA

L’Alberopietra è risorto a nuova vita. Il sangue di Nairnering Cuordifoglia sparso sulle sue radici, credute ormai aride, ha ridato speranza a un intero regno. Finalmente Mojheardean può sedere sul Trono di Pietra e risollevare le sorti del suo popolo e, forse, delle intere stirpi fatate. Nair sa bene che non sarà sufficiente: non per la pace, né per lenire il tormento della sua anima nera. La corte di Pietrabuia non è un posto sicuro e lui ha fatto una promessa: farà qualunque cosa pur di risanare il suo debito. Mojheardean ha lottato nell’ombra per tutta la sua vita. Ha combattuto, celando i propri intenti, contro la sua stessa stirpe maledetta dalla follia. Ha subito indicibili torture e ha giocato con astuzia ogni arma a disposizione per occupare la scomoda seduta del Trono di Pietra. Un’esistenza votata al riscatto per la sua gente, per un popolo che aveva smesso di sperare. Tra le insidie di una corte in bilico sull’orlo di un cambiamento epocale, Mo sa che quello non è che l’inizio e che mantenere saldo il regno richiederà un sacrificio ancora più grande. Il suo pensiero, però, non fa che tornare a colui che ha salvato tutti loro, e si trova combattuto tra il desiderio di cedergli ogni cosa e il terrore di farlo. Ma lasciare avvizzire il proprio cuore potrebbe essere un prezzo che non è disposto a pagare.

RECENSIONE



Gli eredi della foglia è una di quelle saghe fantasy talmente belle, avvincenti e originali che è impossibile non appassionarsi alle vicende e ai tanti protagonisti che la popolano. Una caratteristica che mi ha affascinato fin dal primo libro Alice non è il paese delle meraviglie, è la capacità di mescolare fantasy e contemporaneo in un equilibrio perfetto, che siano i costumi, il linguaggio o le ambientazioni diametralmente opposte tutto si miscela alla perfezione, donando quel sentore di magia ma con connotazioni reali.
Cuore di foglia, radici di pietra è il secondo libro della serie, finalmente Mo il Grigio e Nair il Luminoso ci raccontano la loro storia e quello che li aspetta da ché l'Alberopietra ritorna alla vita ed il regno di Pietrabuia comincia a prosperare. Mojheardean dopo una vita combattuta nell'ombra e sofferenze immani subite finalmente siede sul trono di pietra, è il sovrano di un regno appena tornato a nuova vita, un regno in bilico ancora fragile ed esposto agli intrighi, con alleanze tenute da fili sottilissimi pronte a spezzarsi. Tutto può precipitare, Mo lo sa bene ed il suo animo votato alla salvezza del suo popolo un tempo decaduto è tutto, non può cedere alle debolezze, non può fare cadere la maschera e mostrarsi per quello che è. Il suo tormento è l'equilibrio precario del suo regno e la solitudine a cui è sempre stato abituato che ora inizia a pesargli e a soffocarlo, la sua ossessione è il figlio della foglia che ha assistito al suo tormento, ha lenito le sue ferite e ha ridato vita al suo popolo, Nair il Luminoso, colui che non abbandona i suoi pensieri, che lo destabilizza nel profondo, che vorrebbe dimenticare ma l'energia che li lega è troppo forte, impossibile da ignorare. Nair, ha il potere della vita che fluisce in lui ma il suo cuore nero, il suo rimpianto lo fanno sentire non degno, lenire le sofferenze del suo Principe, votarsi al suo benessere lo portano a desiderare, bramare ciò che non potrà mai appartenergli, folle e spregiudicato Nair palpita e si strugge per un contatto che lo fa sentire vivo e bisognoso, per il fae che ha riportato in vita il suo cuore. L'intensità del linguaggio che l'autrice usa per descrivere Mo e Nair, i loro pensieri, i loro sentimenti e le loro interazioni è talmente forte che più di una volta mi sono sciolta davanti a loro, la bravura con cui mette a nudo il loro animo mi ha portata a viverli intensamente, a giustificare anche alcuni comportamenti, a comprenderli fino in fondo e ad amarli nel loro percorso non facile ma così dolce ed emozionante. L'autrice ha uno stile di scrittura bellissimo, articolato magistralmente, le descrizioni abbracciano tutti i sensi portando non solo a vedere ma anche a sentire, avvertire e toccare.
La diversità di un linguaggio più alto del mondo magico e quello più diretto e arguto di chi vive a contatto con il mondo reale si intreccia in modo armonico creando interazioni e dialoghi affascinanti e ironici oltre che intensi e estremamente dolci. La coralità della storia è gestita perfettamente, tutti sono protagonisti, Mo e Nair con il loro amore troppo forte e grande, Alice e Alistair inseparabili a servizio del Re in nome dell'amicizia e affetto tra Mo e Alice, Mab la regina guerriera e Rain il gemello tormentato di Nair che mi hanno lasciato a bocca aperta e in trepidante attesa del prossimo libro che non arriverà mai troppo presto. È una storia a dir poco meravigliosa, palpitante di magia, guardate le piante che salutano e sentite la pietra che vive. È eccitante per i risvolti narrativi, tutto è in pericolo, nessuno è al sicuro. È emozionante e delicato nei gesti, nelle carezze dei sentimenti. È originale e accattivante grazie ai tanti protagonisti vecchi e nuovi che insieme vivono un'avventura epica. Cosa posso dire di più? A me ha totalmente affascinato e conquistato la penna di Giuditta Ross e non posso che ringraziarla per avermi fatto vivere intensamente il suo mondo magico ed i suoi meravigliosi protagonisti.


Lara


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