giovedì 18 aprile 2019

RECENSIONE "Più forte di ogni addio" di Enrico Galiano

Buona sera lettori, Raffaella ci parla di Più forte di ogni addio, il nuovo romanzo di Enrico Galiano uscito oggi con Garzanti. Una storia intensa che ci insegna come entrare nel mondo degli adulti, che crescere significa provare dolore e affrontarlo, vivere e superare le difficoltà della vita senza smettere di lottare ma con la voglia di ricominciare e perdonare sempre.


TITOLO: Più forte di ogni addio
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Enrico Galiano
DATA DI PUBBLICAZIONE: 18 Aprile 2019
EDITOREGarzanti
GENERE: narrativa contemporanea
NARRAZIONE: pov maschile e femminile in prima persona
AMBIENTAZIONE: Italia
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Michele, ragazzo cieco; Nina, ragazza fragile.






TRAMA


È importante dire quello che si prova, sempre. È importante dirlo nel momento giusto. Perché, una volta passato potremmo non trovare più il coraggio di farlo. È quello che scoprono Michele e Nina quando si incontrano sul treno che li porta a scuola, nel loro ultimo anno di liceo. Nina sa che le raffiche di vento della vita possono essere troppo forti per una delicata orchidea come lei: deve proteggersi ed è per questo che stringe tra le dita la collanina che le ha regalato suo padre. Per Michele i colori, le parole, i gesti che lo circondano hanno un gusto sempre diverso dal giorno in cui, cinque anni prima, ha perso la vista. Quando sale sul treno e sente il profumo di Nina, qualcosa accade dentro di lui: non sa che cosa sia, ma sente che lo sta chiamando. Ogni giorno, durante il loro breve viaggio insieme, in un susseguirsi infinito di domande e risposte, fanno emergere l'uno nell'altra lo stesso senso di smarrimento. Michele insegna a Nina a non smettere di meravigliarsi ogni giorno. Nina insegna a Michele a non avere rimpianti, che bisogna sempre dare l'abbraccio e il bacio che vogliamo dare, dire le parole che non vediamo l'ora di pronunciare. Ma è proprio Nina, quando un ostacolo rischia di dividerli, a scegliere di non dire nulla. Di fronte al momento perfetto, quello in cui confessare che si sta innamorando, resta ferma. Lo lascia sfuggire. Nina e Michele dovranno lottare per imparare a cogliere l'istante che vola via veloce, come la vita, gli anni, il futuro. Dovranno crescere, ma senza dimenticare la magia dell'essere due ragazzi pieni di sogni.

RECENSIONE

Enrico Galiano torna con una storia potente e profonda che ci incatena alla storia senza lasciarci più andare. Sin dalla prima pagina veniamo catapultati nella storia e nelle vite di Michele e Nina, due ragazzi adolescenti che nonostante la loro tenera età hanno vissuto il dolore sulla loro pelle. Michele è un personaggio che è entrato nel mio cuore sin dalla prima pagina, è un ragazzo cieco da qualche anno e la sua vita è cambiata totalmente.
Ma lui non si abbatte, prende la vita con ironia, vive intensamente come prima che diventasse non vedente. Attraverso il suo punto di vista scopriamo come ha conosciuto Nina, cosa è successo tra loro. Michele ci trasmette amore e affetto, con la sua storia ci insegna che anche se si è ciechi non significa che non si è in grado di vedere ma che anzi ogni cosa è amplificata, ogni emozione la senti più intensa. Ho amato il suo spirito, il suo carattere e come l’autore lo ha caratterizzato. Nina al contrario è una ragazza delicata e fragile, cerca con tutte le sue forze di diventare più forte e questo grazie anche a Michele che le fa vedere la vita da un’altra prospettiva. Lei vuole diventare quel fiore forte che nonostante le intemperie che cercano di spezzarlo, riesce sempre a sopravvivere. Due anime diverse le cui strade si incrociano per imparare l’uno dall'altra. La particolarità di questa storia è che i due protagonisti parlano direttamente al lettore. Mentre i capitoli di Michele contengono più narrazione e pochi dialoghi, quelli di Nina sono per la maggior parte dialoghi tra lei e la donna che ascolta le sue confessioni. Michele attraverso la sua sensibilità ci insegna che diamo per scontato troppe cose, che vivere è già un dono grande che dobbiamo custodire. Ma vivere non significa tarpare le ali né soffocare le emozioni, ma anzi significa abbracciare la vita, ridere, piangere, stare male fino a sentirsi morire, amare fino a perdere il respiro. Entrambi ci insegnano che per amore bisogna lottare, vivere, sentire, sognare ed inseguire i propri sogni, accettare il dolore così come viene senza respingerlo ma cercare di domarlo, abbattere i pregiudizi della gente e seguire ciò che dice il nostro cuore. L’autore pone particolare attenzione anche al tema del rapporto genitori-figli offrendoci la visione del mondo dei genitori che pretendono di cambiare i loro figli, di farli diventare come immaginano nella loro mente, di plasmarli secondo le loro idee ma ciò che invece devono fare è lasciarli vivere, sbagliare, essere loro stessi, provare dolore, cadere e rialzarsi da soli, essere imperfetti. Perché è questo che siamo: essere imperfetti che compiono scelte giuste e sbagliate, dipende dalla prospettiva dalla quale si guarda tutto. Una storia intensa che ci insegna come entrare nel mondo degli adulti, che crescere significa provare dolore e affrontarlo, vivere e superare le difficoltà della vita senza smettere di lottare ma avere sempre la voglia di ricominciare e perdonare.

Raffaella




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