giovedì 9 maggio 2019

RECENSIONE "L'anima nel metallo" di Harper Fox

Buona sera lettori, Lara ci parla de L'anima nel  metallo, il romanzo contemporaneo m/m di Harper Fox uscito oggi con Triskell Edizioni. Una storia ambientata in un luogo remoto e aspro, dalla bellezza soverchiante. Una storia d'amore e di rinascita.


TITOLO: L'anima nel metallo
TITOLO ORIGINALE: Scrap Metal
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Harper Fox
DATA D’USCITA: 9 Maggio 2019
EDITORETriskell Edizioni
GENERE: contemporaneo m/m
NARRAZIONEpov maschile in prima persona
AMBIENTAZIONE: Scozia
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Nichol, pastore; Cameron, fuggitivo.





TRAMA


Nichol Seacliff sta affrontando il momento più difficile della sua vita. È l’unico erede di un allevamento di pecore sull’orlo del fallimento sull’isola di Arran, un giovane uomo che si sente molto solo. I suoi unici compagni sono il burbero nonno Harry e tre cani pastore che non obbediscono ai suoi fischi. Proprio quando sta pensando di mandare tutto all’aria, in una notte ostile durante l’infuriare di una tempesta, un estraneo fa irruzione in una stalla. Con i nervi già a pezzi, Nichol è pronto ad affrontare la situazione con il fucile, ma subito si accorge che l’intruso non ha cattive intenzioni. Cameron è un ragazzo che si è perso e sta scappando da un passato equivoco e pericoloso vissuto a Glasgow. Man mano che l’inverno dell’isola si scioglie in un’estate meravigliosa, Cameron trova un posto non solo alla fattoria ma anche nel cuore di Nichol. Persino Harry non riesce a resistere al suo fascino. Ma Cameron non può liberarsi dalle ombre che lo seguono, e il terribile segreto che nasconde ha la forza di una marea impetuosa che potrebbe portare via e distruggere la felicità che ha appena trovato con Nichol.

RECENSIONE

Questo è un libro particolare, uno di quelli dove l'ambientazione è talmente forte e d'impatto che quasi sovrasta i protagonisti e la storia, dove le descrizioni accurate dipingono un luogo remoto, scandito da tempi suoi, in balia della forza della natura, quasi come se fosse un mondo a parte, magico ma implacabile, selvaggio e aspro. 
Le Highland scozzesi hanno un fascino che non lascia indifferenti, terre legate a tradizioni e superstizioni, terre che hanno forgiato i propri abitanti, il legame con la terra, i suoi moti, suoni e voci sono magistralmente descritti dall'autrice attraverso una prosa poetica, quasi lirica. L'isola di Arran con le scogliere a picco sul mare, le cascate, i pascoli impervi e le fattorie che cercano di andare avanti nonostante la recessione, è un luogo quasi decadente e sinistro se visto con gli occhi di Nichol, una prigione fredda e decadente in cui è rimasto intrappolato, a cui non si sente di appartenere, da cui vuole fuggire. La fattoria in rovina con il suo gregge non è mai stato il suo futuro e la sua eredità, ma dopo la tragedia che ha portato via sua madre e suo fratello, Nichol torna dal nonno Harry per mandare avanti un'attività in cui non è mai stato adeguato, che non ha mai voluto. Nichol è rassegnato, stanco e sconfortato, i ricordi malinconici della madre, il lutto non elaborato e i fantasmi che avverte posano su di lui una cappa cupa di malinconia, non aiuta il rapporto freddo e scostante con un nonno dispotico e freddo, duro e aspro come la terra brulla dell'isola, un uomo legato alla vita della sua terra, alle tradizioni e la lingua gaelica. I ritmi della storia sono scanditi quasi come quelli dell'isola, le atmosfere dettate dalla stessa forza della natura, le metafore con cui Nichol si racconta ci porta ad avvertire ogni sensazione, dallo struggimento e rassegnazione della solitudine al conforto e serenità quando nella sua vita magra arriva Cameron. Cameron è un fuggitivo con un segreto, un ragazzo tormentato che si inserisce con una naturalezza disarmante, quasi magica nella vita della fattoria, Cameron guarda con stupore i luoghi che lo circondano e aiuta a farne apprezzare la magnificenza a Nichol. Cameron con il suo arrivo ha iniziato a fare girare la fortuna a favore della fattoria ma soprattutto alla vita desolata di Nichol.
È una storia di avvicinamento lento, a tratti tormentato, velato da de
sideri repressi e malinconia latente, accompagnata da un dolce stupore, ricco di emozioni. A volte mi sono un po’ persa nello stile complesso e la narrazione poetica, distogliendo l'attenzione dagli eventi per dedicarla alle metafore e alla lingua celtica presente, alla musicalità del linguaggio e le immagini che evocano. Come già detto per buona parte della storia, i ritmi sono lenti e cadenzati fino ad arrivare ad un momento in cui tutto cambia, i ritmi della terra vengono spezzati ed accelerati da eventi dolorosi e di suspense, dove il passato torna e a cui non si può fuggire, si deve affrontare. È una storia pregevole, intensa e malinconica, due ragazzi che insieme trovano una pace ed una serenità nonostante la terra dove vivono, nonostante il passato doloroso e la vita difficile. L'immagine che forse mi è rimasta più impressa e che per me racchiude tutto il libro, è Cameron che sgrana gli occhi davanti alla meravigliosa bellezza del paesaggio ed è grazie a lui che Nichol inizia a guardare davvero la sua terra, apre gli occhi forse per la prima volta e inizia davvero a vedere non solo con gli occhi ma anche con il cuore, iniziando una storia d'amore con una terra che fino a prima non apprezzava e non comprendeva.

Lara





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