Buon pomeriggio lettori, Raffaella ci parla de L'estate dell'innocenza, il romanzo di narrativa di Clara Sánchez uscito oggi con Garzanti. Una storia di dolore e di crescita, in cui il mondo è visto dagli occhi di una ragazzina che si trova ad osservare i cambiamenti della vita. Un’opera che conferma la bravura di questa autrice apprezzata in tutto il mondo.
TITOLO: L'estate dell'innocenza
TITOLO ORIGINALE: El palacio varado
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Clara Sanchez
DATA D’USCITA: 9 Maggio 2019
EDITORE: Garzanti
GENERE: narrativa contemporanea
NARRAZIONE: pov femminile in prima persona
AMBIENTAZIONE: Spagna
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Isabel, donna che ripercorre la sua infanzia.
TRAMA
C’è un’età della vita in cui sono gli altri a scegliere, perché ancora non si è in grado di farlo da soli. È la magia dell’essere bambini, il segreto che si nasconde dietro l’innocenza di quegli anni.
Così è per Isabel durante le vacanze estive dei suoi dieci anni, in compagnia del mare della Costa Brava che brilla di mille puntini all’orizzonte e della sua famiglia un po’ fuori dagli schemi: donne tenaci, indipendenti e un po’ nevrotiche, che non si sono mai rassegnate al ruolo di mogli e madri. Sua mamma non ha peli sulla lingua ed è in cerca di protezione più che offrirne. Olga, la zia preferita, è come avvolta da un’aura di luce, colta e sofisticata, e la trascina in un mondo fatto di abiti di seta e balli. In loro, Isabel vede la donna che vuole diventare. In loro, intravede, senza capirlo appieno, l’equilibrio sottile delle relazioni con gli uomini, fatto di amore e, talvolta, dolore. E, mentre suo padre sembra non interessarsi di nulla, ridotto a una pura presenza fisica, lo zio Albert le chiede il vero motivo per cui da grande vorrebbe fare la scrittrice ed è l’unico a dirle che la vita non è come appare: né migliore né peggiore, ma diversa. Isabel è solo una bambina ma, in quell’estate, qualcosa comincia a cambiare. Una crepa scheggia la sua innocenza portandola lontano dall’infanzia. Il ricordo delle onde, della sabbia sui piedi resteranno per sempre nel suo cuore, insieme al sapore di un’età in cui tutto è possibile, ma al contempo si fa strada in lei la consapevolezza che crescere vuol dire cambiare corpo, voce e volto per mille volte.
RECENSIONE
L’estate dell’innocenza è la prima opera dell’autrice Clara Sanchez e lo si nota dalla sua scrittura ancora acerba, dal suo stile che nel corso degli anni acquisterà il timbro giusto e diventerà l’impronta della sua scrittura emozionante. Questa lettura per me è stata davvero potente, intensa e d’impatto e alla fine mi ha lasciato un vuoto che anche voi che leggerete questo libro proverete.
Questo è uno dei tanti libri che mi fanno amare ancora di più la narrativa, un genere che io adoro leggere e in cui amo immergermi totalmente. La narrativa non significa limitarsi solo a leggerla ma riuscire a sentirla dentro, a lasciarsi avvolgere da tutte quelle emozioni che questo genere è in grado di scaturire nel lettore. L’autrice con il suo stile semplice e scorrevole ci invita sin dalla prima pagina ad entrare nella vita di Isabel, a lasciarsi travolgere dal flusso di ricordi della protagonista, provando insieme a lei a ricordare il nostro passato, la nostra spensierata infanzia fino ai cambiamenti che la vita ci offre, in bene e in male, al tempo che scorre e muta. Sono ricordi che ritornano alla nostra mente, come per Isabel, osservando un oggetto, sentendo un odore o un sapore che rimangono sempre nella nostra mente, che ci ricorda il nostro passato e il flusso di ricordi che ci investe facendoci ritornare a quando eravamo bambini, quando divertirsi era la cosa più bella del mondo, quando guardavamo incuriositi i nostri genitori che parlavano e si raccontavano le loro preoccupazioni, le loro ansie e i loro problemi, ma a noi non interessava perché eravamo piccoli e non eravamo ancora stati travolti dalla forza del tempo che passa. L’autrice ci parla proprio di questo, dei frammenti dei ricordi che ritornano alla mente in flusso continuo di ricordi in avanti e indietro nel tempo; ci parla dell’infanzia, di tutti gli eventi che hanno accompagnato la sua infanzia, delle persone che hanno reso migliore la sua vita come lo zio Albert e i suoi insegnamenti, della costante tristezza della madre che col tempo perde la felicità che prima la caratterizzava, della spensieratezza di sua zia Olga che nel corso degli anni viene travolta dal dolore e dai cambiamenti della vita. Nel corso della storia si avverte un sottile velo di malinconia e di solitudine che viene trasmessa anche al lettore.
Affronta anche il tema della morte e della vita, dei rapporti tra genitori e figli che mutano nel corso del tempo, delle perdite e degli amori infranti. Con questo libro l’autrice vuole insegnarci che la vita non è sempre limpida come abbiamo sognato da bambini, che bisogna fare sacrifici e lottare per inseguire i propri sogni anche se poi quei sogni cambiano e diventa difficile raggiungerli, e poi ancora aver fretta di diventare grandi e scoprire che sarebbe meglio rimanere piccoli per poter apprezzare meglio la vita e non essere investiti dalle mille preoccupazioni, dagli impegni e dalle ansie. Quando si cresce cambiano, non sappiamo mai dove la vita può portarci, nel bello e nel peggio, il tempo muta, passa e non ritorna più lo stesso, noi cambiamo insieme a lui e avvertiamo il peso degli anni che trascorrono. Le persone muoiono e noi continuiamo a vivere. Le pagine scorrono e senza rendersene conto il lettore arriva alla fine della storia con un vuoto nel petto. Una storia di dolore e di crescita, in cui il mondo è visto dagli occhi di una ragazzina che si trova ad osservare i cambiamenti della vita. Alcune persone storceranno il naso poiché è una delle prime opere dell'autrice, tra le pagine si nota la scrittura ancora acerba dell'autrice ma nel complesso io l'ho apprezzata perché ci fa vedere come è nata l'autrice, come è cresciuta e come è arrivata al successo odierno.
Raffaella
Questo è uno dei tanti libri che mi fanno amare ancora di più la narrativa, un genere che io adoro leggere e in cui amo immergermi totalmente. La narrativa non significa limitarsi solo a leggerla ma riuscire a sentirla dentro, a lasciarsi avvolgere da tutte quelle emozioni che questo genere è in grado di scaturire nel lettore. L’autrice con il suo stile semplice e scorrevole ci invita sin dalla prima pagina ad entrare nella vita di Isabel, a lasciarsi travolgere dal flusso di ricordi della protagonista, provando insieme a lei a ricordare il nostro passato, la nostra spensierata infanzia fino ai cambiamenti che la vita ci offre, in bene e in male, al tempo che scorre e muta. Sono ricordi che ritornano alla nostra mente, come per Isabel, osservando un oggetto, sentendo un odore o un sapore che rimangono sempre nella nostra mente, che ci ricorda il nostro passato e il flusso di ricordi che ci investe facendoci ritornare a quando eravamo bambini, quando divertirsi era la cosa più bella del mondo, quando guardavamo incuriositi i nostri genitori che parlavano e si raccontavano le loro preoccupazioni, le loro ansie e i loro problemi, ma a noi non interessava perché eravamo piccoli e non eravamo ancora stati travolti dalla forza del tempo che passa. L’autrice ci parla proprio di questo, dei frammenti dei ricordi che ritornano alla mente in flusso continuo di ricordi in avanti e indietro nel tempo; ci parla dell’infanzia, di tutti gli eventi che hanno accompagnato la sua infanzia, delle persone che hanno reso migliore la sua vita come lo zio Albert e i suoi insegnamenti, della costante tristezza della madre che col tempo perde la felicità che prima la caratterizzava, della spensieratezza di sua zia Olga che nel corso degli anni viene travolta dal dolore e dai cambiamenti della vita. Nel corso della storia si avverte un sottile velo di malinconia e di solitudine che viene trasmessa anche al lettore.
Affronta anche il tema della morte e della vita, dei rapporti tra genitori e figli che mutano nel corso del tempo, delle perdite e degli amori infranti. Con questo libro l’autrice vuole insegnarci che la vita non è sempre limpida come abbiamo sognato da bambini, che bisogna fare sacrifici e lottare per inseguire i propri sogni anche se poi quei sogni cambiano e diventa difficile raggiungerli, e poi ancora aver fretta di diventare grandi e scoprire che sarebbe meglio rimanere piccoli per poter apprezzare meglio la vita e non essere investiti dalle mille preoccupazioni, dagli impegni e dalle ansie. Quando si cresce cambiano, non sappiamo mai dove la vita può portarci, nel bello e nel peggio, il tempo muta, passa e non ritorna più lo stesso, noi cambiamo insieme a lui e avvertiamo il peso degli anni che trascorrono. Le persone muoiono e noi continuiamo a vivere. Le pagine scorrono e senza rendersene conto il lettore arriva alla fine della storia con un vuoto nel petto. Una storia di dolore e di crescita, in cui il mondo è visto dagli occhi di una ragazzina che si trova ad osservare i cambiamenti della vita. Alcune persone storceranno il naso poiché è una delle prime opere dell'autrice, tra le pagine si nota la scrittura ancora acerba dell'autrice ma nel complesso io l'ho apprezzata perché ci fa vedere come è nata l'autrice, come è cresciuta e come è arrivata al successo odierno.
Raffaella
Libro senza capo né coda .Nessun contenuto solo ricordi frammentati e di nessun interesse.Si stenta a credere che sia opera della Sanchez.Assolutamente sconsigliato
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