Buongiorno, in occasione della blog tour del nuovo romanzo di Robin C. intitolato Aspettami questa notte in uscita il 7 Giugno con Newton Compton abbiamo intervistato l'autrice. Venite a scoprire cosa ci ha risposto.
DATA DI PUBBLICAZIONE: 7 Giugno 2019
TITOLO: Aspettami questa notte
AUTORE: Robin C.
GENERE: rosa contemporaneo
EDITORE: Newton Compton
TRAMA
Jodie e David vivono fin da bambini sotto lo stesso tetto da quando i genitori di lei sono morti in un tragico incidente stradale. Con il passare degli anni l’affetto che li unisce si trasforma in amore profondo e bruciante passione. La loro storia, per quanto segreta, è così solida da sembrare inattaccabile. Eppure, durante l’ultimo anno di università, all’improvviso e senza spiegazioni, David lascia Jodie, spezzandole il cuore. Jodie prova in tutti i modi a capire cosa sia successo al ragazzo che diceva di volerla sposare, perché si sia allontanato e l’abbia sostituita con una nuova ragazza che esibisce a ogni occasione. Ma, notte dopo notte, all’interno delle mura della loro casa, David cede e torna da Jodie, maledicendo se stesso perché non sa controllare il desiderio che ancora ha di lei. Jodie capisce che lui nasconde un segreto, qualcosa di inconfessabile che lo ha cambiato e che rischia di distruggere per sempre il loro amore…
INTERVISTA ALL'AUTRICE
1. Da quando hai cominciato a scrivere? Hai sempre avuto la passione per la scrittura?
Ho cominciato a scrivere molto tardi, avevo quasi 40 anni per la precisione. È stata una “passione” nata per caso e all’improvviso. Quindi... no... a dire la verità prima dei quarant'anni l’idea di scrivere non mi aveva nemmeno mai sfiorata. Ero però una lettrice vorace. Lo sono sempre stata e sempre lo sarò. Con questo non intendo dire che leggo dieci libri al mese, ma che ho sempre letto e penso di avere letto “bene”. Leggere è la prima scuola, a mio avviso, per chi vuole provare a scrivere.
2. Com’è nata l’idea per la storia Aspettami questa notte?
L’idea di questo ultimo libro è nata qualche anno fa. Volevo scrivere una storia che avesse come fulcro un conflitto grande, insormontabile. Così ho immaginato questo amore crudelmente (e subdolamente) contrastato. La storia di un amore impossibile.
3. Come hai creato i caratteri di Jodie e David?
In origine questi due personaggi, nella mia testa, erano assai più giovani. Durante la prima stesura li avevo collocati addirittura nelle scuole superiori (avevo bisogno di protagonisti “ragazzini”, per giustificare alcune loro azioni o ingenuità, e per basare la trama su due anime innocenti). Poi, però, dalla mia “penna” continuavano a uscire parole e atteggiamenti incongrui con la loro età. Così ho pensato di spostare di qualche anno la collocazione degli eventi e siamo dunque giunti a due giovani universitari alla fine del loro percorso di studi. David doveva essere colui che portava su di sé il conflitto più grande. Jodie, invece, la vittima inconsapevole di una situazione che non avrebbe compreso. Entrambi, a modo loro, personaggi buoni che agiscono sbagliando molto, ma in nome del loro amore, che è grande e innegabile.
4. C’è qualcosa di te stessa che hai voluto inserire nella storia?
Non credo. Di mio c'è solo la passione per le relazioni contrastate.
5. Cosa ti ha ispirata per il personaggio chiave di Simon?
Mi piace sempre inserire un personaggio ambiguo e oscuro. Simon ha dei tratti quasi “dark” per come funziona la sua mente. È il cattivo ed è fondamentale per la storia. Senza di lui non ci sarebbe il libro.
6. Perché scegli di narrare le tue storie in terza persona piuttosto che in prima?
Per anni ho scritto in prima e so perfettamente che molte lettrici la preferiscono perché permette loro di entrare in maggior empatia con i personaggi. Ad un certo punto (credo fosse uno storico) ho provato la terza e me ne sono innamorata al punto che oggi, quando provo a scrivere in prima, mi sento un'incapace! Non escludo di riprovarci in futuro, però.
7. Perché hai scelto l’America come ambientazione anziché l’Italia?
I miei romanzi sono tutti ambientati in America. Non ho mai provato a scriverne uno in Italia. Forse perché ho sempre letto romanzi rosa ambientati in America e l'Italia ha fatto da sfondo esclusivamente alle mie letture di narrativa. O forse perché una cultura diversa mi permette di spaziare di più con la fantasia e con le licenze poetiche!
8. Qual è stata la parte del romanzo più difficile da scrivere e perché?
Il finale. Il perché dovete scoprirlo voi.
9. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti che si potesse cogliere?
In generale, quando penso alla lettura di un libro, penso a un’avventura che mi sorprenda. Non importa in che modo. Non ho intenti pedagogici ma mi piace moltissimo parlare delle imperfezioni, dei limiti reali che abbiamo e di come possiamo tentare di superarli, senza ricorrere a soluzioni magiche o troppo forzate. Mi piace far entrare chi legge in un conflitto e lasciare che lo elabori in modo personale. Insomma, mi piacciono tutte le sfumature della relazione, anche quelle che nei rosa spesso si tende a non voler affrontare.
10. Quanto dedichi alla scrittura nella tua giornata? È il tuo lavoro primario o è un hobby?
Nella mia vita ho due lavori. Insegno lingua italiana a studenti stranieri (americani. Per questo conosco abbastanza la loro psicologia e il loro mondo) e sono una psicoterapeuta (da qui, forse, il mio amore per i conflitti da risolvere), quindi lo scrivere è di base un hobby nato tardi. Hobby a cui dedico almeno due ore al giorno perché, per fortuna, malgrado i due lavori di cui sopra, ho sempre parecchio tempo libero.
11. Quali sono i tuoi autori preferiti? Hanno influenzato in qualche modo il tuo modo di scrivere?
Ho avuto fasi diverse nella mia vita. Per moltissimi anni ho amato leggere libri di narrativa italiana, poi di narrativa latino americana, poi americana, ho anche amato alcuni fantasy (Harry Potter, La saga di Twilight), infine sono approdata al rosa e agli erotici. Ciò che però mi ha spinta a scrivere è stata la scoperta del mondo delle fanfiction, in particolare quelle il cui filone principale era una trama cosiddetta ”angst”. È stato un colpo di fulmine.
Non ho davvero un'autrice o un autore che preferisco, quindi (anche se ci sono molte autrici nostrane che apprezzo tantissimo. Faccio alcuni nomi per dare un'idea: Bianca Marconero, Valentina C. Brin, Naike Ror, Nina Pennacchi ecc... scrittrici che amo per la capacità che hanno di condurmi lungo le loro storie, in grado di sorprendermi e di lasciarmi ammirata ogni volta per il loro contenuto e per lo stile narrativo eccellente). Insomma, datemi un buon libro che mi faccia emozionare “forte”, che mi permetta di immergermi in un’altra dimensione dimenticando me stessa, e io amerò chi lo ha scritto.
12. La tua famiglia ti supporta nel mestiere di scrittore?
All’inizio non particolarmente, forse perché ho iniziato così tardi e quindi non avevano capito quanto fosse importante per me. Ora invece sono molto orgogliosi. Specialmente i miei due figli.
13. A quando il prossimo romanzo? Svelaci qualche piccola informazione…
Tra qualche mese, spero. È già in stesura (sono quasi a metà). Non posso però ancora anticipare nulla. Posso solo dire che le mie lettrici saranno (spero) assai felici del fatto che io lo scriva.
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