Dido ha solo sei anni, ma è molto curiosa. Seduta su un ramo di melo nel suo giardino, scorge la casa accanto e non può fare altro che sbirciare. Ed è lì che vede per la prima volta Tom e Harry, due bambini come lei. Qualcosa che non sa spiegarsi, da quel giorno, la spinge a continuare a spiarli. È allora che Dido scopre la quotidianità della loro famiglia: due genitori che si amano, due fratelli che giocano, un tavolo intorno al quale sedersi insieme per la cena. Sembra che nulla sia fuori posto: è proprio la vita che ha sempre desiderato, ma che non le appartiene. Perché sua madre ha un modo tutto suo di dimostrarle il proprio amore. Per lei non ci sono regole, non ci sono cose giuste o sbagliate da fare. Dido è ancora troppo piccola per capirlo e non ha neppure il conforto di una figura paterna, visto che non ha mai conosciuto suo padre. Così, decide che Tom e Harry saranno i suoi migliori amici e i genitori dei due le figure di riferimento che non ha mai avuto. Qualcosa di molto forte la unisce a loro e, con il passare del tempo, si sente sempre più parte di quel nucleo, allontanandosi progressivamente dalla madre, che fatica a comprenderla. Ma, anno dopo anno, Dido impara che anche il rifugio più sicuro, quando si cresce, diventa fragile e troppo piccolo per offrire la medesima protezione. Impara che anche i legami, in apparenza perfetti, nascondono tradimenti, bugie, verità inascoltate. E che, a volte, l’amore vero è proprio dove non sembra essercene, dove non lo si è mai cercato. Perché è più facile restare affascinati da una realtà sconosciuta che accettare la bellezza di quello che si possiede.
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