lunedì 24 giugno 2019

RECENSIONE "Una salita per amore" di Stefania P. Nosnan

Buongiorno lettori, Raffaella ci parla di Una salita per amore. Donne al fronte, il romanzo di narrativa storica di Stefania P. Nosnan uscito oggi con Edizioni Esemble. Sullo sfondo della prima guerra mondiale l'autrice dipinge un affresco delle portatrice carniche, donne impavide che con audacia e fatica hanno dato il loro contributo per aiutare gli uomini al fronte. 


TITOLO: Una salita per amore. Donne al fronte
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Stefania P. Nosnan
DATA D’USCITA: 24 Giugno 2019
EDITORE: Edizioni Esemble
GENERE: narrativa storica
NARRAZIONE: pov femminile in terza persona
AMBIENTAZIONE: Italia
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTIElena, portatrice carnica della prima guerra mondiale.



TRAMA

Timau - Vetta Pal Piccolo.

Non c’era altro modo per aiutare quei poveri soldati del Regio Esercito, se non inviare le donne del paese in loro soccorso. Un gruppo di Portatrici Carniche si adoperò per trasportare, sulle loro spalle, il materiale bellico e i sostentamenti da valle fino alla cima del Pal Piccolo.

Elena Bonanni è una giovane portatrice carnica che assieme alle sue compagne, ogni giorno, marcia dal magazzino del Regio Esercito, dislocato in paese, fino alle trincee del Pal Piccolo. Sulle spalle le tre donne portano quaranta chilogrammi tra approvvigionamenti e armi. Non hanno nessun timore ad affrontare le difficoltose mulattiere con qualsiasi condizione meteorologica.
Un giorno Elena conosce Alberto Petris, tenente del Regio Esercito. L’incontro tra i due giovani li porta a vivere un sentimento che li coglie impreparati e timorosi per il futuro incerto. Il crollo del confine di Caporetto del 24 ottobre 1917 condurrà i due innamorati, ma anche gli abitanti del paese, a una lunga e forzosa marcia per la salvezza verso il Veneto. Una volta giunti nella regione, Alberto sarà inviato sul nuovo fronte del Piave a combattere l’ultima sanguinosa e cruenta battaglia per la vittoria, mentre Elena sarà ospite di una famiglia del luogo che l’aiuterà a sopportare i mesi di lontananza dal suo amato ufficiale.
Il romanzo è tratto da avvenimenti realmente accaduti. La prefazione è scritta da Manuela Di Centa, campionessa olimpica e nipote di una Portatrice Carnica.

RECENSIONE

Stefania P. Nosnan in un affresco che alterna delicatezza e crudeltà della Grande Guerra dipinge la figura della donna come la forza portante che lotta e che in silenzio compie gesti eroici durante uno dei conflitti più duri e crudi di sempre. In un periodo di povertà fatto di sacrifici e di fatiche quotidiane le donne con audacia e coraggio, con il loro carattere forte e la grande volontà di chi non vuole mai arrendersi hanno contribuito nel loro piccolo ad assistere i soldati, trasportando sotto il fuoco nemico con il rischio di essere ammazzate da un secondo all'altro i corpi inermi dei feriti o di quelli che non ce l’hanno fatta e le approvvigioni di viveri, cartucce e altro materiale.
All’alba di ogni giorno queste donne caparbie si riunivano a valle e insieme, con una gerla pesante sulle spalle salivano monti scoscesi con la paura e il cuore che batteva all'impazzata per il pericolo persistente cui andavano incontro. Pagina dopo pagina ho ammirato la loro forza, la loro ostinazione, ho provato tante volte ad immedesimarmi in loro e sicuramente anch'io se fossi stata al loro posto avrei intrapreso la loro strada, avrei rischiato per aiutare quegli uomini che ogni giorno e ogni notte davano la loro vita per la patria, per proteggere il loro Paese dall'avanzata nemica che silenziosa e crudele tentava di entrare nei nostri confini. La scrittura della Nosnan sa essere delicata e commovente nei momenti più duri e più difficili ma soprattutto cruda e reale nei momenti in cui si assiste alla morte di innocenti soldati che cadono a uno a uno nel fango, al sangue che schizza quando un proiettile colpisce i loro corpi, allo strazio e alla disperazione delle famiglie di fronte ai corpi inermi dei loro parenti. L’autrice con questo racconto ha voluto fare un omaggio a queste donne a cui tutte noi dobbiamo ispirarci, che con il loro sangue freddo hanno contribuito con la loro presenza, con il loro aiuto e il loro supporto durante il conflitto mondiale. Le Portatrici Carniche sono state in un certo senso una soffiata di normalità per quei soldati che in quelle trincee angustie, con un fucile in mano e la speranza di non essere ammazzati e di poter ritornare dalle loro famiglie, sentivano di non essere stati abbandonati dal loro Paese e di poter contare su volontarie impavide che avevano la forza nel cuore e nelle gambe. Attraverso il punto di vista in terza persona della protagonista Elena viviamo e sentiamo ogni emozione, ogni sentimento e alla fine della storia ne usciamo distrutti perché l’autrice ci dà una visione vivida di tutto ciò che succede. Vediamo la freddezza di Elena, il suo essere restia ai sentimenti e all'affetto verso una persona che potrebbe perdere la vita da un secondo all'altro. La storia di Elena mi ha calamitato sin dalla prima pagina e anche se ho letto diversi libri di narrativa storica, ogni storia è unica e riesce ad emozionarmi in modo diverso.
Questa è una storia straziante e toccante che narra la forza di una donna che lotta e non si piega alla desolazione e alla devastazione della guerra e di un amore che supera la lontananza e le difficoltà. La guerra ti cambia, ti fa osservare il mondo con occhi diversi, ti fa assistere ad una violenza inaudita, ma tra quella cenere e quelle vite interrotte ci sono anime che si stagliano sul grigiore del conflitto e che sono in grado di portare luce e speranza, coraggio e amore nelle vite degli altri. Stefania P. Nosnan ci offre questa storia come un dono da preservare, un viaggio da ricordare e un capitolo della nostra storia da non dimenticare per non ripeterlo mai più! Le parole dell'autrice si uniscono in una narrazione che a volte mi ha lasciato senza fiato per la profondità delle emozioni. Il significato di questo libro è importante non solo per ricordare il passato, ma anche per cambiare il nostro tempo presente. Non è qualcosa che puoi leggere e poi semplicemente dimenticare. Rimarrà sempre con te, nel cuore a ricordarti il male e l'odio dell'umanità. È un libro che tutti dovrebbero leggere.


Raffaella



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