Un mattino come tanti Zack McDermott, il nerboruto e umorale Gorilla del titolo, esce di casa con la 24 ore in pugno, diretto al lavoro. Di mestiere è avvocato, di quelli socialmente utili: homeless, tossici, poveracci di ogni risma – non pochi dei quali, per ironia della sorte, affetti da più o meno conclamati disturbi mentali – sono i suoi clienti abituali. Quel giorno, però, tutto cambia all’improvviso. Perché Zack, in preda a un’eccitazione morbosa che presto si trasforma in delirio, si convince che la sua strada nel cuore dell’East Village di Manhattan, e anzi la città intera, siano stati convertiti in un immenso set, un palcoscenico gigante sul quale giocarsi l’occasione di una vita: il fantasmagorico provino in stile Truman Show destinato a lanciare la sua carriera di attore. Diverse ore dopo, stremato, tremante e coperto solo da un paio di boxer, Zack viene arrestato presso una stazione della metropolitana e fatto ricoverare nel reparto psichiatria di uno dei più grandi ospedali cittadini. Comincia così l’odissea del Gorilla, precipitato nel gorgo della psicosi e dei ricoveri coatti che equivalgono a “pensare di curare un mal di testa a un rave”. Ed è qui che entra in scena l’Uccellino, la apparentemente fragile, determinata madre coraggio decisa a strapparlo alle grinfie della malattia e del pregiudizio. Il risultato è la storia struggente, esilarante e bellissima di un ritorno alla vita e a se stessi. Reso possibile da una delle forze più grandi conosciute in natura: l’amore di una madre.
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