Buona sera lettori, Raffaella ci parla de Il maestro di Auschwitz, il romanzo di narrativa storica di Otto B. Kraus uscito oggi con Newton Compton. Questa è la storia di ogni uomo, donna e bambino che ha vissuto l’inferno della deportazione durante la seconda guerra mondiale; la storia personale di ognuno di loro, di coloro che ce l’hanno fatta e degli altri che non ce l’hanno fatta, di quelli che sono morti nel tentativo di aiutare gli altri e di quelli che hanno lottato con le unghie e con i denti fino alla fine; una storia che anche se è straziante, cruda e profonda deve essere raccontata, letta, ascoltata e ricordata affinché tutto ciò non accada mai più.
TITOLO: Il maestro di Auschwitz
TITOLO ORIGINALE: The Children's Block
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Otto B. Kraus
DATA D’USCITA: 2 Gennaio 2020
EDITORE: Newton Compton
GENERE: narrativa storica
AMBIENTAZIONE: campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Alex, insegnante.
TRAMA
TRAMA
Alex Ehren è uno dei prigionieri di Auschwitz-Birkenau. Ogni giorno che passa la lotta per sopravvivere all’orrore del campo di concentramento si fa sempre più dura. Eppure Alex ha deciso di contravvenire agli ordini dei suoi spietati aguzzini e, di nascosto, dà lezione ai bambini raccolti nel famigerato Blocco 31. È un piccolo gesto di coraggio, che ha però un incredibile valore sovversivo, perché è il solo modo per tentare di proteggerli dalla terribile realtà della persecuzione che sperimentano sulla propria pelle. Eppure, insegnare ai bambini non è l’unica attività proibita a cui Alex si dedica… Questo romanzo è ispirato alla vera storia di Otto B Kraus, che durante la prigionia nel campo di concentramento osò sfidare le inflessibili regole imposte dai nazisti e creò per i suoi piccoli allievi un’oasi di normalità.
RECENSIONE
Il maestro di Auschwitz è una lettura istruttiva e profonda sull’orrore accaduto nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau durante la seconda guerra mondiale.
È un resoconto dettagliato della crudeltà e della disumanità dell’uomo ma soprattutto della fede e della speranza che lo scrittore stesso ha vissuto in prima persona, sulla propria pelle, perché lui è stato un sopravvissuto, uno che ha conosciuto il dolore, la fame, la malvagità dell’essere umano, uno che però non si è arreso e che grazie alla presenza dei bambini ha avuto la forza di tenere duro e di resistere nel tentativo di alleviare le sofferenze di quei piccoli. Perché il sorriso e la gioia dei bambini sono una delle meraviglie del mondo da conservare e ricordare nel cuore e nei ricordi, sono loro con la loro innocenza e la loro tenerezza a dare la forza agli adulti di rimanere vivi e lottare. In queste pagine si respira la morte, si avverte il freddo sulla pelle ed essendo un libro scritto da un uomo che ha vissuto in prima persona tutti gli accadimenti, rende la storia ai nostri occhi ancora più reale e forte, ancora più straziante e inquietante. Conosciamo Alex, un insegnante o meglio, un eroe che sfida le regole dei nazisti insegnando di nascosto ai bambini del blocco 31 della famiglia ceca, con la paura costante di non sapere cosa potrà accadere da un minuto all'altro, e facendo del suo meglio per nascondere loro gli orrori del campo – che i bambini scopriranno solo dopo essere usciti dal loro blocco - che si svolgeva intorno a loro, mascherando l’orrore attraverso attività di gioco, di arte, musica e teatro. Questo diario si concentra sulla vita di questi bambini all’interno del campo e sulle condizioni in cui si trovavano tutti i deportati. Tutti i personaggi presenti all’interno della storia raccontano storie diverse e ciò ci mostra che ognuno di loro pensa e affronta diversamente l’orrore, anche se le situazioni sono le stesse. È un romanzo che unisce più voci in quanto sebbene l’autore abbia inserito le proprie esperienze nel campo, ha utilizzato anche ricerche e interviste in modo da mantenerlo fedele a ciò che è veramente accaduto, includendo non solo personaggi realmente esistiti che si ispirano a persone della vita reale ma anche altri che lui stesso ha inventato. La prosa è abbastanza scorrevole, a volte è difficile andare avanti nella lettura per le tante emozioni contrastanti che proviamo e perché l'autore non ci risparmia nulla.
Otto B. Kraus scrive in un modo quasi poetico, catturando l’orribile realtà di Auschwitz, il trauma duraturo che nonostante la fine della guerra è rimasto nella mente e nei sogni dei sopravvissuti come un senso di colpa che non va più via e che fa porre loro la difficile domanda: “Perché io sono sopravvissuto e gli altri no?”. Alla base del romanzo c’è il messaggio di fondo di cosa significa essere umani e sopravvivere e cosa vuol dire la moralità. Questa è la storia di Alex, Lisa, Pavel, Shashek e dei piccoli Adam, Bubenik e Majda e di tutti quelli che non ce l’hanno fatta. Il maestro di Auschwitz è la storia di ogni uomo, donna e bambino che ha vissuto l’inferno, la storia personale di ognuno di loro, di quelli che ce l’hanno fatta e degli altri che non ce l’hanno fatta, di quelli che sono morti nel tentativo di aiutare gli altri e di quelli che hanno lottato con le unghie e con i denti fino alla fine; una storia che anche se è straziante, cruda e profonda deve essere raccontata, letta, ascoltata e ricordata affinché tutto ciò non accada mai più.
È un resoconto dettagliato della crudeltà e della disumanità dell’uomo ma soprattutto della fede e della speranza che lo scrittore stesso ha vissuto in prima persona, sulla propria pelle, perché lui è stato un sopravvissuto, uno che ha conosciuto il dolore, la fame, la malvagità dell’essere umano, uno che però non si è arreso e che grazie alla presenza dei bambini ha avuto la forza di tenere duro e di resistere nel tentativo di alleviare le sofferenze di quei piccoli. Perché il sorriso e la gioia dei bambini sono una delle meraviglie del mondo da conservare e ricordare nel cuore e nei ricordi, sono loro con la loro innocenza e la loro tenerezza a dare la forza agli adulti di rimanere vivi e lottare. In queste pagine si respira la morte, si avverte il freddo sulla pelle ed essendo un libro scritto da un uomo che ha vissuto in prima persona tutti gli accadimenti, rende la storia ai nostri occhi ancora più reale e forte, ancora più straziante e inquietante. Conosciamo Alex, un insegnante o meglio, un eroe che sfida le regole dei nazisti insegnando di nascosto ai bambini del blocco 31 della famiglia ceca, con la paura costante di non sapere cosa potrà accadere da un minuto all'altro, e facendo del suo meglio per nascondere loro gli orrori del campo – che i bambini scopriranno solo dopo essere usciti dal loro blocco - che si svolgeva intorno a loro, mascherando l’orrore attraverso attività di gioco, di arte, musica e teatro. Questo diario si concentra sulla vita di questi bambini all’interno del campo e sulle condizioni in cui si trovavano tutti i deportati. Tutti i personaggi presenti all’interno della storia raccontano storie diverse e ciò ci mostra che ognuno di loro pensa e affronta diversamente l’orrore, anche se le situazioni sono le stesse. È un romanzo che unisce più voci in quanto sebbene l’autore abbia inserito le proprie esperienze nel campo, ha utilizzato anche ricerche e interviste in modo da mantenerlo fedele a ciò che è veramente accaduto, includendo non solo personaggi realmente esistiti che si ispirano a persone della vita reale ma anche altri che lui stesso ha inventato. La prosa è abbastanza scorrevole, a volte è difficile andare avanti nella lettura per le tante emozioni contrastanti che proviamo e perché l'autore non ci risparmia nulla.
Otto B. Kraus scrive in un modo quasi poetico, catturando l’orribile realtà di Auschwitz, il trauma duraturo che nonostante la fine della guerra è rimasto nella mente e nei sogni dei sopravvissuti come un senso di colpa che non va più via e che fa porre loro la difficile domanda: “Perché io sono sopravvissuto e gli altri no?”. Alla base del romanzo c’è il messaggio di fondo di cosa significa essere umani e sopravvivere e cosa vuol dire la moralità. Questa è la storia di Alex, Lisa, Pavel, Shashek e dei piccoli Adam, Bubenik e Majda e di tutti quelli che non ce l’hanno fatta. Il maestro di Auschwitz è la storia di ogni uomo, donna e bambino che ha vissuto l’inferno, la storia personale di ognuno di loro, di quelli che ce l’hanno fatta e degli altri che non ce l’hanno fatta, di quelli che sono morti nel tentativo di aiutare gli altri e di quelli che hanno lottato con le unghie e con i denti fino alla fine; una storia che anche se è straziante, cruda e profonda deve essere raccontata, letta, ascoltata e ricordata affinché tutto ciò non accada mai più.
Raffaella
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