TITOLO: L'imperfezione delle madri
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Marida Lombardo Pijola
DATA D’USCITA: 23 Febbraio 2020
EDITORE: La nave di Teseo
GENERE: narrativa contemporanea
AMBIENTAZIONE: Italia
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Agata, Angela, Azzurra, donne i cui destini sono intrecciati.
TRAMA
Agata, Angela, Azzurra: nonna, figlia e nipote. Tre donne molto diverse eppure profondamente legate da vincoli e affinità che loro stesse stentano a riconoscere. Deluse, a volte frustrate ma mai arrese, lottano contro pene e fantasmi d’amore in una battaglia che le accomuna anche se su fronti solitari. Agata, la nonna, che dopo il fallimento del suo matrimonio ha avuto un crollo psicologico; Angela, figlia e madre a sua volta, che ha alle spalle una relazione finita e un presente fatto di incontri con sconosciuti online e di una relazione – elettrizzante quanto oscura – con l’ambiguo Piero; infine la più giovane, Azzurra, bellissima e irruenta, egoista e fragile, figlia e nipote, il cui rapporto con Massi naufraga di fronte a impegni e responsabilità mentre l’amica di sempre, Gioia, la sostiene ogni giorno. I destini di queste donne, così autonomi e così profondamente intrecciati anche da alcuni segreti sorprendenti i cui fili si srotolano lungo l’arco di tre generazioni, potranno cambiare solo ricomponendo, come in un mosaico inatteso, i pezzi delle loro vite, quei fili sotterranei che le legano oltre ai più apparenti vincoli famigliari. Un romanzo a tre voci e tre cuori, tre protagoniste femminili che raccontano tutta la forza che esplode quando una donna trova il coraggio di andarsi a prendere il futuro che scalpita davanti a lei.
RECENSIONE
L’imperfezione delle madri non è la classica storia d'amore, con i soliti stereotipi e un altrettanto usuale sviluppo della storia. Un romanzo delicato nella sua forza, intenso nelle sue emozioni e nelle sue fragilità, un libro per chi a volte cade e non riesce ad alzarsi, per chi ha ancora qualche sogno nel cassetto, per chi ha vissuto, ha sofferto e continua a farlo, nonostante tutto. Questa è una storia che arriva dentro ad ognuno di noi, a chi sa cogliere il significato dona un messaggio delicato che a volte diamo tutti sempre per scontato: amare e sentirsi amati. È un romanzo che offre a trecentosessanta gradi uno spaccato in chiave psicologica del mondo delle donne che diventano figlie e a loro volta madri, in un ciclo continuo. La scrittura dell’autrice è diretta, potente e d’impatto, quasi poetica, le cui parole fluiscono lente, a piccole dosi, dando al lettore il tempo di capire, riflettere e trarre le conclusioni. Ogni capitolo è una narrazione intima, estremamente piacevole che scava nel profondo di ogni personaggio femminile, delle scelte compiute, degli sbagli, dell'insoddisfazione e delle parole pensate e mai pronunciare a voce. Fin da bambine ci hanno insegnato che avremmo dovuto essere belle e perfette, delicate e candide. Ci hanno insegnato a sentirci in colpa per ogni sbaglio che gli altri hanno commesso, a sentirci inadeguate, a tarpare le ali perché solo gli uomini posso sognare. Ma crescendo ci siamo accorte che non siamo perfette, che ognuna di noi ha delle ferite, delle cicatrici, del dolore che richiude in un angolo del cuore. Perché siamo umane e siamo magnificamente imperfette. E dobbiamo amare questa imperfezione che ci rende uniche al mondo perché chi è troppo perfetto non è umano e prima o poi cade. Dobbiamo amare il corpo che indossiamo che con il passare del tempo sfiorisce, cambia e si trasforma, con i peli che ricrescono, i capelli bianchi che segnano la fine della giovinezza, la cellulite, i nei e le rughe. Dobbiamo amare il dolore che ci ha rese più forti, la fragilità che abbiamo dentro anche se cerchiamo sempre di celarlo sotto strati di forza e coraggio, la paura che ci attanaglia il cuore. Abbiamo conosciuto l’indifferenza e l’egoismo degli uomini che abbiamo incontrato, abbiamo sperimentato la solitudine, l’inadeguatezza, l’insoddisfazione e la stanchezza dell’anima. Ma tutto ciò ci insegna che abbiamo vissuto per davvero, che siamo donne non perfette, né magnifiche ma semplicemente capaci di amare con tutte noi stesse, con la nostra tenerezza e i nostri difetti. Non possiamo scegliere come amare ma lo facciamo sempre, con il caos interiore e la miseria, con i piccoli sorrisi e i gesti pieni d’amori, con i pensieri felici e gli abbracci. Eppure amiamo lo stesso. sempre. Nell'imperfezione e nella bellezza, nel fango e nell'amore, grate di vivere, di amarci, di amare e di essere amate, senza pretese. L’autrice dipinge un affresco delicato e commovente in una storia tutta al femminile, dove la figura della donna viene posta in rilievo, con la loro forza e fragilità e dove il ruolo di madri e figlie, di nonne e nipote viene messo al centro. Un romanzo che intreccia in modo struggente le vite di tre donne e racconta la forza e la bellezza dei legami più veri. Uno degli aspetti migliori di questo libro è la profondità che l'autrice è stata in grado di imprimere ai sui personaggi. Ci sono alcuni momenti carichi di emozione; mi sono ritrovata a vivere con i personaggi i momenti felici e a condividere il loro dolore nei momenti bui. Essere donna è qualcosa di grande, di speciale: vuol dire affrontare con coraggio la vita, le scelte che la vita ti pone lungo il tuo cammino, vuol dire far riaffiorare quella forza interiore che da sempre contraddistingue la figura femminile, quella forza che sa guardare oltre gli ostacoli e oltre il dolore, sapendo che il punto di arrivo è un nuovo inizio verso un nuovo traguardo. Una storia sorprendente, un viaggio all'insegna dei propri sentimenti e della ricerca di se stessi. Dovrebbero chiamarla La bellezza delle imperfezioni perché siamo belle quando mostriamo le nostre imperfezioni.
Raffaella
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