Buongiorno lettori, Raffaella ci parla di Sylvia Penton esce dal letargo, il romanzo di narrativa contemporanea di Jane O'Connor uscito a Gennaio con Corbaccio. Un romanzo che ci porta in un viaggio di crescita e riflessione. Una storia affascinante e stravagante con una trama coinvolgente, toccante ed educativa.
TITOLO: Sylvia Penton esce dal letargo
TITOLO ORIGINALE: Needlemouse
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Jane O'Connor
DATA D’USCITA: 9 Gennaio 2020
EDITORE: Corbaccio
GENERE: narrativa contemporanea
AMBIENTAZIONE: Londra
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Sylvia, donna che si nasconde dietro una corazza di aculei.
TRAMA
A volte bisogna ricordarsi di abbassare gli aculei per lasciarsi amare. E per imparare a vivere la vita. La nostra vita.
Sylvia Penton custodisce gelosamente un segreto, che l’ha portata a vivere in una sorta di ibernazione per anni. Non c’è da meravigliarsi che appaia un po' spigolosa… Vive da sola in un appartamento londinese e dedica tutta se stessa al suo lavoro in Università dove è segretaria personale di un professore. Durante i weekend fa la volontaria presso un centro di recupero per ricci, perché così ha qualcosa di cui parlare il lunedì con i colleghi e perché così la gente pensa che sia più simpatica di quanto non è nella realtà. Il suo chiodo fisso è il professore con cui lavora, di cui è perdutamente innamorata: certa che lui stia solo aspettando il momento giusto per porre fine a un matrimonio in crisi irreversibile, Sylvia nel frattempo fa scorta di ogni scampolo di affetto che il professore le elargisce e ostacola abilmente chiunque possa intralciare il suo grande progetto d’amore. Ma quando una brillante, nonché appariscente, dottoranda cattura lo sguardo del professore, il sogno coltivato e coccolato per anni da Sylvia rischia di finire in mille pezzi, spingendola a prendere misure drastiche e per certi versi disperate. È come se Sylvia si fosse ridestata all’improvviso da un sonno in cui si cullava da un tempo infinito: il risveglio è brusco, certo, ma adesso che lei è perfettamente sveglia, le cose dovranno per forza cambiare…
RECENSIONE
Sylvia Penton esce dal letargo è un romanzo che ci porta in un viaggio di crescita e riflessione. Una storia affascinante e stravagante con una trama coinvolgente, toccante ed educativa.
Si apre con un ritmo abbastanza lento, tuttavia il lettore si ritrova inaspettatamente incatenato alla lettura. Sylvia è una zitella cinquantenne, innamorata del suo capo, Carl, professore universitario di Londra, e vissuta sempre all'ombra della vivace sorella minore e della madre prepotente. È probabile che quando la conoscerete non vi piacerà perché è dispettosa, subdola, supponente, un po’ pungente ed eccessivamente protettiva nei confronti del suo capo, per il quale ha una cotta da sempre. Se solo fosse ricambiata! Tutti abbiamo incontrato nella vita persone che sono eminentemente antipatiche. La protagonista Sylvia incarna questa caratteristica, ma l’autrice nella sua perfetta caratterizzazione ci rivela teneramente e compassionevolmente che sotto le tante spine si nasconde una donna solitaria che ha sofferto molto, che deve gestire traumi del passato che hanno modificato il suo carattere rendendola la persona che è nel presente. Riuscirà Sylvia a mettere da parte il suo aspetto pungente, a uscire dal letargo, a realizzare il suo sogno e a ricominciare a vivere davvero?
Come un riccio, lentamente Sylvia rivela il suo lato più dolce, le sue imperfezioni, la sua vulnerabilità che cela dietro una corazza di aculei appuntiti e pungenti, compiendo scelte e scoperte per la sua vita e il suo futuro. Una menzione importante è da fare ai personaggi secondari che grazie alla scrittura dell'autrice sono reali e credibili: il proprietario del santuario, Jonas, e le sue figlie, le sorelle di Sylvia e sua figlia Crystal. Interessanti anche le nozioni sui ricci che mi hanno appassionare a questi piccoli esseri viventi bellissimi. Questa è una storia di ossessione e gelosia, di amicizia e di famiglia, di segreti e dramma, di scelte di vita, di trasformazione e scoperte e della necessità di essere amati. È un po’ la storia di tutti noi, essere imperfetti che soffrono, provano dolore, che ci nascondiamo all’interno di un guscio di ostilità che ci fa sentire protetti e non esposti alle emozioni.
Si apre con un ritmo abbastanza lento, tuttavia il lettore si ritrova inaspettatamente incatenato alla lettura. Sylvia è una zitella cinquantenne, innamorata del suo capo, Carl, professore universitario di Londra, e vissuta sempre all'ombra della vivace sorella minore e della madre prepotente. È probabile che quando la conoscerete non vi piacerà perché è dispettosa, subdola, supponente, un po’ pungente ed eccessivamente protettiva nei confronti del suo capo, per il quale ha una cotta da sempre. Se solo fosse ricambiata! Tutti abbiamo incontrato nella vita persone che sono eminentemente antipatiche. La protagonista Sylvia incarna questa caratteristica, ma l’autrice nella sua perfetta caratterizzazione ci rivela teneramente e compassionevolmente che sotto le tante spine si nasconde una donna solitaria che ha sofferto molto, che deve gestire traumi del passato che hanno modificato il suo carattere rendendola la persona che è nel presente. Riuscirà Sylvia a mettere da parte il suo aspetto pungente, a uscire dal letargo, a realizzare il suo sogno e a ricominciare a vivere davvero?
Come un riccio, lentamente Sylvia rivela il suo lato più dolce, le sue imperfezioni, la sua vulnerabilità che cela dietro una corazza di aculei appuntiti e pungenti, compiendo scelte e scoperte per la sua vita e il suo futuro. Una menzione importante è da fare ai personaggi secondari che grazie alla scrittura dell'autrice sono reali e credibili: il proprietario del santuario, Jonas, e le sue figlie, le sorelle di Sylvia e sua figlia Crystal. Interessanti anche le nozioni sui ricci che mi hanno appassionare a questi piccoli esseri viventi bellissimi. Questa è una storia di ossessione e gelosia, di amicizia e di famiglia, di segreti e dramma, di scelte di vita, di trasformazione e scoperte e della necessità di essere amati. È un po’ la storia di tutti noi, essere imperfetti che soffrono, provano dolore, che ci nascondiamo all’interno di un guscio di ostilità che ci fa sentire protetti e non esposti alle emozioni.
Raffaella
Storia interessante, ottima recensione, grazie mille
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