TITOLO: Sulle orme di un padre
TITOLO ORIGINALE: In his Father's Footsteps
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Danielle Steel
DATA D’USCITA: 21 Gennaio 2020
EDITORE: Sperling & Kupfer
GENERE: narrativa contemporanea
AMBIENTAZIONE: Germania seconda guerra mondiale - America odierna
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Jakob e Emmanuelle, sposi che affrontano l'Olocausto e le sue conseguenze; Max, figlio di Jakob e Emmanuelle.
TRAMA
Un padre che ha conosciuto l'orrore della guerra, un figlio che ha smarrito la strada. Un romanzo commovente sul valore della memoria e l'amore salvifico di una famiglia.
Aprile 1945. Jakob ed Emmanuelle, poco più che ventenni, sono già due sopravvissuti, salvati dalle truppe statunitensi dal terribile destino che li attendeva nel campo di Buchenwald. È in America, la terra delle opportunità, che i due giovani decidono di ricominciare insieme una nuova vita, in un fatiscente monolocale nel Lower East Side di New York, dove accettano i lavori più umili, estenuanti e malpagati, sorretti unicamente dal loro talento, dalla fede e dall'amore che li lega. Molti anni dopo, Jakob è diventato un uomo di successo e può garantire al figlio Max gli studi a Harvard, insieme ai rampolli delle più ricche famiglie americane. Diversamente dai genitori, però, il ragazzo ambisce a una fortuna più grande e si lascia abbagliare da quel mondo patinato, abbandonandosi al lusso più sfrenato. Ben presto, tuttavia, quello specchio dorato inizia a mostrare le prime crepe, riservandogli fallimenti e delusioni. Solo allora Max imparerà ad apprezzare l'esempio del padre, che aveva inseguito il sogno americano senza mai sacrificare l'integrità morale e gli affetti famigliari. Dall'Europa ridotta in ceneri alla sfavillante New York, la storia toccante e avvincente di chi, sopravvissuto all'Olocausto, ha avuto il coraggio di ricominciare a vivere, lasciando un esempio indelebile alle generazioni a venire.
RECENSIONE
Sulle orme di un padre è un romanzo emotivo che ci porta dall’orribile campo di concentramento di Buchenwald alla caotica e sontuosa Upper East Side, in una storia coinvolgente e intensa. Come ogni storia incentrata sull’Olocausto avvertirete sulla pelle la crudeltà e la disumanità che gli uomini sono stati capaci di riversare su altri esseri umani, sulle vite spezzate, altre ricostruite pezzo dopo pezzo, anche se ciò che è accaduto rimarrà impresso nella mente, come un segno indelebile che non va più via. Seguiamo i personaggi Emmanuelle e Jakob, che vivono l’orrore dei campi di concentramento e che per evitare la separazione, si sposano e si trasferiscono in America. Entrambi si prefiggono di realizzare il sogno americano di avere successo e creare una famiglia, lasciando che il loro amore possa crescere lentamente e in modo naturale. Ma riuscite a immaginare solo per un po’ cosa significa vivere dopo che hai vissuto e subìto gli orrori di un campo di concentramento? Pagina dopo pagina percepiamo le emozioni, gli stati d’animo e le lotte interiori dei personaggi, capiamo le scelte compiute sulle base delle loro esperienze traumatiche del passato, la loro costante paura di vedere tutto crollare come è successo durante la guerra, il loro lavorare sodo, in condizioni difficili, per dare il meglio al loro figlio Max dopo che loro hanno affrontato il peggio, spinti dall’amore che condividono e grati di essere sopravvissuti. L’autrice caratterizza perfettamente i personaggi nella loro complessità, ci fa conoscere le loro storie, il loro appoggiarsi l’un l’altra e dedicare la loro vita al loro figlio Max, cercando di insegnargli quanto sia importante la famiglia. Ma Max segue una strada diversa, entrando nel mondo della ricchezza e della prosperità e trascurando pian piano la famiglia e i figli e tutti gli insegnamenti che il padre gli ha inculcato. Sulle orme di un padre è una storia di amore e perdita, di errori e redenzione, di circostanze difficili e di famiglia, narrata con quello stile delicato e colloquiale della Steel. Se la prima parte segue le vicende di Jakob e Emmanuelle durante gli anni della guerra e i successivi, la seconda si concentra su quella del loro figlio Max dai suoi giorni ad Harvard alla sua crescita lavorativa e personale. Il passaggio generazionale viene catturato perfettamente dall’autrice e si interseca quando Max visita il campo di concentramento in cui sono stati i suoi genitori. Una storia intensa e profonda da cui possiamo trarre insegnamenti utili per noi stessi e per le generazioni future.
Raffaella
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