mercoledì 8 aprile 2020

BLOG TOUR "In verità" di Dario Buzzolan: INTERVISTA ALL'AUTORE

Buongiorno, in occasione del blog tour dedicato al romanzo In verità di Dario Buzzolan uscito a Marzo con Mondadori abbiamo intervistato l'autore. Venite con noi a scoprire di più sul nuovo romanzo e sull'autore.

DATA DI PUBBLICAZIONE: 10 Marzo 2020

TITOLO: In verità

AUTORE: Dario Buzzolan

GENERE: narrativa contemporanea
EDITORE: Mondadori

TRAMA

Cernedo, profondo Nord. I Trovato, titolari della Stella, leggendaria azienda di alta orologeria, devono fare i conti con un buco finanziario che li sprofonda in una crisi ingovernabile e porta a galla tensioni familiari irrisolte, nevrosi, segreti. Il capofamiglia Ruggero scompare misteriosamente; il primogenito Pietro si affanna a cercare soluzioni; il più giovane, Nicola, si nutre di ossessioni scientifiche (essere tra i primi a mettere piede su Marte); la madre Lucia ha un corrispondente immateriale con il quale cerca di sottrarsi ai vuoti della propria esistenza. La LiebenKraft Company, multinazionale del lusso, si fa avanti per acquisire la Stella; ma il meccanismo innescato da due dirigenti, Tom e Amelia, avvoltoi professionisti nonché amanti segreti, si rivela meno oliato del previsto, mentre la pugnace giovanissima Cloe, analista finanziaria del gruppo, scopre alcune magagne di bilancio che, se svelate, potrebbero diventare imbarazzanti. Le torbide spire familiari dei Trovato, la compromessa trasparenza della LiebenKraft, la rivolta dei migranti di Cernedo contro Pietro Trovato - il quale in un accesso di rabbia ha malmenato una delle loro bambine - sono tutti chiari sintomi di un malessere di cui soffrono dal primo all'ultimo i personaggi in scena. Ivi compreso HP, calciatore italo-camerunese che avrebbe dovuto essere il grande investimento della multinazionale, e invece si danna in una condotta di vita senza governo. Dove portano tutto questo caos, questa tensione, queste menzogne?

Dario Buzzolan scrive un grande romanzo corale, una storia familiare che progressivamente si fa viluppo e mistero, e ci getta nel mezzo di un accadere che ci tocca: scrive di noi, di come non vorremmo essere ma rischiamo di diventare - e forse di come già siamo.



BLOG TOUR 

Intervista all'autore

1. Come è nata l’idea per questo romanzo? E qual è stato il processo creativo che l’ha portata alla realizzazione della storia? 

In verità è nato innanzi tutto da alcuni personaggi che “mi sono trovato davanti” e mi interessavano in modo particolare: principalmente Ruggero Trovato, il padre-padrone della Stella, l’azienda di orologi di Cernedo, Cloe Occhipinti, giovane analista della LiebenKraft, multinazionale del lusso che vorrebbe acquisire la Stella, e HP, calciatore italiano di origine camerunese, piedi magici e testa bacata, indisciplinato, amante delle feste e di ogni genere di vita notturna. Il quarto personaggio era la stessa Stella, azienda di orologi che, pur essendo piccola e artigianale, in cinquant'anni di vita ha dato filo da torcere alle “grandi”. Intorno a questi quattro fuochi si è costruita una storia che, nel corso del tempo e del lavoro di documentazione, si è sostanziata di moltissime notizie di attualità apparentemente insignificanti ma capaci, una volta messe insieme, di parlarci con sincerità del Paese in cui viviamo.


2. Come ha creato i personaggi del suo nuovo romanzo “In verità”?

Il grande scalatore George Mallory, quando negli anni ‘20 gli chiesero perché volesse scalare l’Everest, rispose “perché è lì”. Ecco, i personaggi di In verità “erano lì”: nelle storie della nostra attualità, nei ritagli di giornale, nelle cronache della Tv, magari nel nostro vicino di casa e perfino in noi stessi… 


3. C’è qualcosa di autobiografico in quello che scrive? 

Tutto nel senso che lo sguardo è il mio; nulla nel senso che ogni singolo evento, personaggio, persino luogo, all’interno del libro, è inventato. 


4. La famiglia insieme ai segreti e alla verità sono alcune delle tematiche fondamentali della storia. Quanto sono importanti per lei la famiglia e la verità?

Entrambe molto. Ed entrambe condividono una caratteristica: abbiamo a che fare con loro tutti i giorni, per tutta la vita, nel bene e nel male, eppure non troviamo e non troveremo mai, per nessuna delle due, una definizione capace di soddisfarci.


5. Ci sono state delle parti del romanzo che ha trovato più difficile da scrivere? Se sì, perché? 

Scrivere è sempre un’impresa. Meravigliosa, ma un’impresa. Dalla prima all’ultima parola.


6. Ci sono scrittori disciplinati, metodici, che stilano scalette e rileggono mille volte i loro scritti; altri autori, invece, che istintivamente buttano giù frasi su frasi fino a comporre un romanzo. Che tipo di scrittrice è lei?

Da giovane ero uno “scalettatore meticoloso”: non mi mettevo nella stesura fintantoché la scaletta non mi sembrava una sorta di costruzione indiscutibile, priva di possibili punti deboli. Ora mi arrendo più facilmente all’improvvisazione. Direi che In verità è un buon compromesso tra i due approcci.


7. C’è qualcosa che lei vorrebbe che il lettore riuscisse a comprendere leggendo “In verità”? Quale significato non del tutto esplicito vorrebbe che si potesse cogliere?

Vorrei che trovasse nel libro un senso di redenzione. Laica, etica, ma pur sempre redenzione. E poi vorrei che ciascuno traesse dal libro un “suo” senso. Il miglior regalo che un lettore può fare a uno scrittore è dare del suo libro un’interpretazione che lui stesso non si aspettava.


8. Ha degli autori preferiti? Se sì, hanno influenzato il suo modo di scrivere?

Molti. Su due piedi: Georges Bataille, Walter Benjamin, Tommaso Landolfi, Saul Bellow, Louis-Ferdinand Céline, Thomas Stearns Eliot, Giorgio Caproni… Mi fermo qui altrimenti sono capace di andare avanti all’infinito.


9. Si sta dedicando alla scrittura del suo prossimo romanzo? Se sì, può svelarci qualche piccolo dettaglio?

Sì, e sono a buon punto. Diciamo che è una storia di grande respiro (come arco di anni e come temi), che esplora un tipo di amore molto particolare, quello tra fratelli.


10. Per chi volesse pubblicare come lei un romanzo, cosa consiglierebbe?

Scrivere tutti i giorni, come suonare uno strumento musicale. Non avere paura di buttare via e riscrivere, e non avere paura dei rifiuti che arrivano dagli editori (perché arrivano, questo è certo). E poi scegliere gli editori a cui si pensa di “assomigliare” di più. Mai andare alla cieca. Io ho fatto così. È complicato, ma voler scrivere e volere le cose facili è il binomio più contraddittorio che si possa immaginare…

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