venerdì 28 agosto 2020

BLOG TOUR "Il ragazzo che amava il cinema" di Pere Cervantes: IL CINEMA SPAGNOLO NEL SECONDO DOPOGUERRA






DATA DI PUBBLICAZIONE: 14 Luglio 2020

TITOLO: Il ragazzo che amava il cinema

AUTORE: Pere Cervantes

GENERE: narrativa storica
EDITORE: Mondadori

TRAMA

Barcellona, 1945. In una città che non si è ancora ripresa dalla recente guerra civile, in piena dittatura franchista, Nil Roig è un ragazzino che per sbarcare il lunario trascorre le sue giornate in bicicletta, trasportando da un cinema all'altro le bobine di vecchi film. Il giorno del suo tredicesimo compleanno, Nil assiste attonito a un omicidio nell'atrio dell'edificio in cui vive. Pochi istanti prima di morire, la vittima gli consegna la foto di un attore misterioso e gli sussurra il nome di David, il padre amatissimo di Nil, scomparso da tempo senza lasciare traccia. Con l'aiuto dei vicini del quartiere, Nil decide di scoprire cosa lega quell'uomo a suo padre e perché un poliziotto senza scrupoli e un ex comandante della Gestapo sembrano disposti a tutto pur di entrare in possesso della foto che il ragazzo custodisce gelosamente.

La risoluzione di questo mistero porta dritto al cuore di una città colpita, ma ricca di solidarietà e speranze. Una città dove i sentimenti e l'amicizia sono il balsamo con cui curare le ferite di una guerra che ha distrutto interi quartieri; dove la forza di donne straordinarie insegnerà a un ragazzino che si affaccia alla vita come sopravvivere e tornare a sperare; e dove, ancora una volta, la passione per il cinema diventa rifugio e conforto alla solitudine di chi ha visto la propria vita travolta dal dolore e dalla violenza. Un romanzo ricco di emotività, nostalgia e mistero, che rivela la fragilità e l'ambiguità della natura umana.




BLOG TOUR: Il cinema spagnolo 
nel secondo dopoguerra

L'esito della Seconda guerra mondiale, con la sconfitta dei Paesi dell'Asse, non coinvolse la Spagna, dove il regime di Franco sopravvisse adattandosi ai tempi nuovi senza cambiare ideologia: dopo un periodo di autarchia, il governo si apriva al mondo e Franco si apprestava a firmare accordi con gli Stati Uniti e un nuovo concordato con il Vaticano. Venne creato il Ministerio de Informacióne y Turismo e si cercò di dare un'immagine moderna del Paese. Nel 1947 fu fondato l'Instituto de Investigaciones y Experiencias Cinematográficas (IIEC), poi chiamato semplicemente Escuela de Cine, dove si sarebbero formate le nuove generazioni del cinema spagnolo; inoltre la proiezione semiclandestina di Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini nel 1950 e la scoperta dell'opera di Cesare Zavattini fecero conoscere il Neorealismo italiano ai giovani registi. Nel cinema ufficiale, tuttavia, non cambiò nulla: continuò il successo dei film di tipo storico-patriottico e si sviluppò una corrente di cinema religioso che fece grandi incassi durante gli anni Cinquanta. La prima generazione di registi, Orduña, Saénz de Heredia e Gil, lasciò il posto a una seconda generazione, in cui spiccano i nomi di Manuel Mur Oti, Antonio del Amo, Francisco Rovira Beleta, José María Forqué e José Antonio Nieves Conde, autore di Surcos (1951), considerato il primo film neorealista spagnolo. Le "correnti conformiste" (così definite in Heredero 1996) del cinema spagnolo degli anni Cinquanta continuarono a seguire i generi già consolidati: il film storico, che culminò in ¿Donde vas Alfonso XII? (1958) di Luis César Amadori; quello religioso, il cui apice è rappresentato da Marcelino pan y vino (1955; Marcellino pane e vino) di Ladislao Vajda; quello folcloristico, con il momento di gloria di Sara Montiel in El último cuplé (1957) di Orduña e con la consacrazione di una schiera di giovani cantanti, capeggiata da Carmen Sevilla, Paquita Rico e Lola Flores che diede origine a un sottogenere assai particolare: il cinema con il cantante bambino, i cui esempi più significativi furono Joselito e Marisol. Il cinema politico divenne apertamente anticomunista e da Barcellona si impose un genere nuovo, il film poliziesco, che produsse alcuni titoli apprezzabili, quali Apartado de correos 1001 (1950) di Julio Salvador, Brigada criminal (1950) di Iquino o Distrito quinto (1958) di Julio Coll.Parallelamente al cinema ufficiale si andava consolidando anche la 'dissidenza interna': Juan Antonio Bardem e Luis García Berlanga, con Esa pareja feliz (girato nel 1951, ma uscito nel 1953), aprirono la strada a un cinema diverso. Attorno alle riviste "Objetivo" e "Cinema universitario" e alla casa di produzione UNINCI (Unidad Industrial del Cine Español), legata al partito comunista spagnolo all'epoca clandestino, si costituì un movimento critico che sfociò nelle Conversaciones Nacionales Cinematográficas organizzate dall'università di Salamanca nel 1955, nel corso delle quali si posero le basi per un rinnovamento del cinema spagnolo e da cui nacque una delle più importanti riviste di cinema del Paese, "Film ideal". Ai nomi di Berlanga ‒ la cui carriera solitaria va da Bienvenido Mister Marshall (1952; Benvenuto, Mr. Marshall!) a Plácido (1961) ‒ e di Bardem, regista di Cómicos (1954), Muerte de un ciclista (1955; Gli egoisti) e Calle Mayor (1957), bisogna aggiungere quelli di Fernán-Gómez con La vida por delante (1958), Marco Ferreri con El pisito (1958) diretto insieme a Isidoro M. Ferry, e Carlos Saura con Los golfos (1962). Questo periodo di dissidenza culminò nello scandalo provocato da Buñuel al Festival di Cannes del 1961 con la presentazione di Viridiana, il suo primo film spagnolo realizzato dopo la guerra. Prodotto dalla UNINCI, il film venne girato con l'apparente beneplacito della censura. Ma la proiezione a Cannes scatenò le ire delle gerarchie cattoliche e franchiste, che ne proibirono la circolazione e fecero chiudere la casa di produzione.

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