giovedì 6 agosto 2020

RECENSIONE "Jane Eyre" di Charlotte Bronte




TITOLO: I capolavori delle impareggiabili penne sororali
TITOLO ORIGINALE: Agnes Grey, Jane Eyre, Wuthering Heights
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Sorelle Bronte
DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 Agosto 2020
EDITORE: Mondadori
GENERE: classico, vittoriano
AMBIENTAZIONE: Inghilterra
FINALE: chiuso






TRAMA

Da Cime Tempestose, a Jane Eyre, passando per Agnes Grey, fino ai meno noti L'angelo della tempesta, La Signora di Wildfell Hall e Shirley, le tre sorelle Bronte ci hanno lasciato romanzi immortali, capolavori della narrativa ottocentesca pieni di pathos e emozione, ciascuna con la propria voce. A questi romanzi si aggiungono i sublimi versi nei quali rivive tutto il fascino della natura selvaggia delle brughiere dello Yorkshire, tra distese d'erica, roccia e foschia. Questo volume offre l'occasione per riscoprire tre voci femminili originalissime nel panorama letterario, tra incanto, disperazione, e il desiderio insopprimibile di affermare la propria identità.


RECENSIONE Jane Eyre

Leggere un classico significa avere la possibilità di ritornare indietro nel tempo per poter conoscere gli usi e i costumi, le tradizioni di un popolo, poter immergersi in un passato che ha rappresentato la nostra Storia e avere la possibilità di trascorrere alcune ore in completa spensieratezza pur riflettendo su tematiche importanti. Charlotte Bronte è stata una delle autrici più famose della letteratura inglese e Jane Eyre è stato ed è ancora oggi uno dei suoi più famosi romanzi nonché capolavoro intramontabile che ha pubblicato sotto lo pseudonimo di Currer Bell. Tra i vari membri della sua famiglia Charlotte è stata quella con la tempra più forte, ha lavorato come istitutrice proprio come Jane Eyre e ha lottato per la parità dei diritti. Proprio per questo si può dire che Jane Eyre è un’autobiografia romanzata in cui vediamo quanto di Charlotte è riversato nel personaggio della protagonista, come l’autrice trasforma la sua realtà in romanzo, donandogli sfumature agrodolci dai lineamenti pacati e dal cuore palpitante. La storia è ambientata in epoca vittoriana, quando l’ideale di donna è casa e famiglia, angelo del focolare, un essere puro e innocente, tenero, sottomesso e obbediente. E se invece la donna vuole mettersi a lavorare, non aspettare il matrimonio, ma mantenersi? Beh, può fare la governante, ed è proprio il lavoro di Jane. Da come si deduce dal titolo la protagonista è Jane Eyre, una donna appassionata, ribelle, combattiva e non convenzionale che lotta per tutta la sua vita. È istruita ed ha una sua visione del mondo, dei rapporti e dell’amore. Non ha una bellezza travolgente, né è particolarmente ricca, non ha doti eccezionali ad eccezione della sua natura votata alla giustizia e al rispetto di sé. Fin da quando è solo una bambina orfana fa sacrifici, cresce in fretta e subisce i maltrattamenti e le angherie da coloro che dovrebbero amarla e non deriderla. Affronta ogni giorno un ambiente difficile, poi la morte della sua migliore amica, ma non si arrende mai e diventa un’insegnante. Da donna indipendente trova lavoro presso Thornfield Hall come istitutrice della figlia adottiva di Mr Rochester, la piccola Adele. Il suo è quindi un viaggio travagliato per trovare se stessa: deve resistere al dominio maschile, mettendo sempre al primo posto la cura di sé e il proprio benessere, nonostante il bisogno di amore. Jane, nella sua ricerca, trova l’alleato perfetto in Edward Rochester, un principe azzurro oscuro e misterioso, lunatico, arrogante, sprezzante e cinico, dai lineamenti e dai modi severi e dall'aspetto non particolarmente affascinante. Rochester è più vecchio di 20 anni di Jane, è più ricco ed è di rango superiore. È un vero e proprio enigma e un antieroe. Come il tipico eroe di Byron è attratto dall'innocenza di Jane e dalla sua castità e la vede come una sfida da sedurre e poi abbandonare. Jane lo vede come un sultano. E quando si diffonde la diceria che Rochester sta per sposare Blanche Ingram, Jane sprofonda: si sente completamente insicura, è impreparata pur sapendo perfettamente che la bellezza di Blanche vale molto di più della sua intelligenza. I personaggi che appoggiano la gerarchia sociale, proprio come Blanche Ingram, sono messi dall'autrice in cattiva luce: non sono buoni, i loro privilegi non vengono dalla loro rettitudine e la fortuna non li premia. Nel romanzo Edward ha un ruolo oppressivo e di controllo, cerca di esercitare il proprio controllo maschile su Jane in quanto donna, ma lei non cede mai. I loro scambi intellettuali serali rivelano immediatamente la loro intelligenza, Jane Eyre è una donna, ma tiene testa a Rochester. Solo quando Jane diventerà al suo pari, potrà donargli il suo cuore. Il romanzo è narrato in prima persona dalla stessa protagonista che ci rende partecipi della sua costante lotta e del conflitto tra amore e indipendenza, tra passione e coscienza, descrivendo perfettamente i suoi sentimenti e le sue riflessioni. La scrittrice così usa il narratore Jane Eyre per formulare la propria critica alla società patriarcale del diciannovesimo secolo. Insomma, Jane Eyre è un libro superbo ed emozionante incentrato sul dolore, sui fantasmi e sull'identità e sull'indipendenza di un’eroina forte che, benché non sia altro che una donna “povera, oscura, brutta, piccina”, si rifiuta di sottostare alle convenzioni sociali e vedere il mondo come gli altri pretendono da lei. 


Raffaella






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