venerdì 18 settembre 2020

BLOG TOUR "L'ultima ricamatrice" di Elena Pigozzi: I PERSONAGGI




DATA DI PUBBLICAZIONE: 8 Settembre 2020


TITOLO: L'ultima ricamatrice

AUTORE: Elena Pigozzi

GENERE: narrativa storica
EDITORE: Piemme

TRAMA

Appoggiata ai bordi del bosco, sulla via che dal paese va verso le montagne, c'è una piccola casa solitaria: è qui che vivono le ricamatrici. Ora è rimasta Eufrasia a praticare l'arte di famiglia, tesse, cuce, ricama leggendo in ogni persona che le si rivolge i desideri più inconsci. Accanto a lei come prima alla bisnonna, alla nonna e alla madre, da sempre, il telaio di ciliegio, rocchetti, stoffe, spole e spilli. Eufrasia ha settant'anni e ha quasi smesso di lavorare, le mani curvate dall'artrite e la modernità in cui tutto è fatto in fretta le avevano fatto pensare di non servire più a nessuno.
Ed è in quel momento che arriva Filomela, una ragazza giovane con il riso negli occhi oltre che sulle labbra, che le chiede di prepararle il corredo e di insegnarle a ricamare. Eccola, l'ultima occasione di fare ciò che Eufrasia più ama: rendere felice qualcuno, raccontargli la vita che verrà intrecciando trama e ordito. Le parole che ha risparmiato per tutta l'esistenza ora sgorgano come fiumi in primavera. Racconta di una giovane vedova di guerra gentile ed esperta nel taglio e cucito, di una splendida e coraggiosa ragazza troppo bella per non attirare le malelingue di paese, di un amore delicato come il filo di lino e tanto sfortunato, e di un ricamo tessuto da generazioni, in cui ognuna di loro ha scritto un pezzo della propria esistenza, una scintilla luminosa nel buio del mondo.

Elena Pigozzi in questo romanzo, ordito sapientemente come il ricamo più pregiato, ci fa vivere cento anni di storia in un battito di ciglia, a volte vento leggero e luminoso, altre cupo e foriero di sventura. Tante vite si intrecciano in queste righe, tanti amori, ma soprattutto l'amore per la vita stessa e per un'arte millenaria che sono la vera eredità dell'ultima ricamatrice.


BLOG TOUR: I personaggi


Eufrasia: è una settantenne che ha ereditato dalla famiglia l'arte del ricamo. Un'arte singolare e preziosa che purtroppo si è persa con il tempo. Sono stata rapita dalle descrizioni del ricamo, dalle mani che si muovono veloci con l'ago e il filo per poi intrecciarli con la stoffa. Eufrasia è stata innamorata, in un tempo in cui toccarsi era sconveniente. Con sua nonna Clelia ha sempre avuto un rapporto di complicità, del sapersi capire solo gli occhi. A mio parere Eufrasia può essere paragonata ad una mimosa, emblema della forza e della femminilità, perché, proprio come una donna delicata e fragile, dimostra grandissima resistenza e assoluta vitalità.


Filomela: è una giovane ragazza che chiede a Eufrasia di insegnarle a ricamare e a preparare il corredo per il suo matrimonio. Lei non è di tante parole, ma ne ha cura come degli oggetti rari. Non giudica ma sa ascoltare ed è incuriosita dalla storia di Eufrasia. Filomela possiamo paragonarla ad una azalea.La sua forma vistosa e sgargiante, il suo profumo gradevole e il colore brillante sottolineano infatti questo senso di fiducia verso il futuro, positività e gratitudine.


Clelia: è la nonna di Eufrasia. è una donna saggia che le ha insegnato l'arte del ricamo. Occhi concentrati, mani pazienti, passione per l'arte sono gli ingredienti per diventare una brava ricamatrice. Lei è cresciuta subito in altezza, è maturata presto e la sua bellezza non è mai passata inosservata, non solo tra le schiere di uomini e giovani del suo paese ma anche tra le donne che l'hanno sempre invidiata. Ha sempre sognato di diventare una stilista, di creare abiti, cucire e ricamare. Avere bellezza e femminilità può essere sinonimo di condanna? Clelia ha vissuto sulla pelle il male più atroce, e quei segni che l'hanno segnata sono rimasti sempre dentro di lei. Ma dal male può fiorire il bene: sua figlia Miriam. A quest'ultima si è aggrappata, da lei ha trovato quella forza che pensava di aver perso per sempre ed ha capito che c'è amore oltre la sofferenza. 
Clelia può essere paragonata ad un fiore di ciliegio, simbolo di fragilità e tenacia insieme, ma anche ad un elleboro, simbolo di rinascita e desiderio di cambiamento.


Miriam: madre di Eufrasia. è stata la benedizione di Clelia, un fiore di dolcezza che non conosce cattiverie. Ciò che non ha avuto la madre, lo ha avuto lei: un amore puro, come ha sognato Clelia da ragazza. Miriam diventa una bambina delicata e poi una ragazza incantevole che sceglie di fare la sarta. Lei la possiamo paragonare ad una margherita, simbolo dell’amore innocente, quasi bambinesco e privo di senso di colpa o peccato: secondo la tradizione è infatti il fiore che simboleggia la purezza e la semplicità.




Seguite le tappe degli altri blog:




Nessun commento:

Posta un commento