Buongiorno lettori, in occasione del blog tour dedicato al romanzo rosa Sabbia bianca di Pitti Duchamp edito Words Edizioni abbiamo intervistato l'autrice. Venite a leggere cosa ci ha risposto!
DATA DI PUBBLICAZIONE: 16 Settembre 2020
TITOLO: Sabbia bianca
SERIE: #1 I Giganti del Calcio Storico
SERIE: #1 I Giganti del Calcio Storico
AUTORE: Pitti Duchamp
GENERE: rosa contemporaneo
EDITORE: Words Edizioni
TRAMA
La perfezione, ecco cosa pretende l’avvocato Leopoldo Carsini dalla vita. Quando conosce Olimpia, quello a cui mira in ogni cosa che fa si concretizza nell’azzurro intenso dei suoi occhi. Lei ha tutte le carte in regola per stargli accanto e lui la vuole, spinto da un desiderio razionale distante da ogni sentimentalismo. Ma la complessità di Olimpia si svela a poco a poco, durante la ricerca di un fratello sparito nel nulla, mentre riaffiorano dispiaceri e solitudine da un passato familiare sofferto. E così, il cuore di Leo, impantanato nella sabbia di piazza Santa Croce, là dove le partite del calcio storico fiorentino danno vita a leggendari scontri tra gladiatori moderni, comincia a battere più forte. Una storia d’amore e di cambiamento con tre protagonisti: un avvocato dalla doppia faccia, una ragazza di buoni sentimenti e una Firenze sospesa tra il presente e un passato attualissimo, vissuta, graffiata, leccata e amata.
BLOG TOUR: intervista all'autrice
1. Com'è nata l’idea per questo romanzo e per questa serie?
In primis grazie per la vostra attenzione. Ne sono felice e lusingata. Emozionatissima anche, per l’uscita di questo libro che è un pezzo del mio cuore. L’idea per questa storia è nata mentre guardavo una partita di calcio storico insieme a mio marito, seduti sul divano di casa. Amici e meno amici si scontravano nell’arena e noi parlavamo del fatto che quei gladiatori al di là dello schermo erano persone dalla vita normale, dall’esistenza a volte semplice, lavoratori, bottegai, artigiani, grandi professionisti. Perché uno che fa l’orefice o magari ha un’azienda di idraulica o è un veterinario decide di scendere nell’arena di piazza Santa Croce a farsi spaccare la faccia? Ecco, da questa domanda, che ho posto a mio marito ricavandone risposte blaterate e confuse, è nata l’ispirazione non solo per questo romanzo ma per tutta la quadrilogia.
2. Spiegaci come hai creato il carattere di Leopoldo e Olimpia.
Le mie carissime beta dicono che Olimpia ha il mio carattere. Ne dubito: lei è buona fino a essere sciocca, ingenua e credulona. Una ragazza insicura che necessita di essere accettata e accolta, ha bisogno di continue rassicurazioni. Olimpia è una di quelle ragazze che dici: ma perché sei scontenta e insicura, sei perfetta! Ma l’apparenza nasconde un mondo di fragilità, un negozio di cristalli nel quale Leo entra spaccando tutto. Il difficile è stato Leo infatti: dovevo creare due facce che fossero in armonia tra loro, una del rampante avvocato patrimonialista, l’altra del calciante che, prima di pensare, mena. Spero di esserci riuscita.
3. Qual è stata la parte del romanzo più difficile da scrivere e perché?
Di sicuro la parte legata all’indagine sul fratello di Olimpia è stata quella più complessa perché in realtà io amo leggere i mistery, thriller, polizieschi, noir e tutta quella parte di letteratura, ma non so scriverla un gran che. È stato un bell’esperimento che voglio ripetere, non tanto perché voglia scrivere noir: c’è chi li scrive davvero meglio di me. Ma mi è sembrato piuttosto di dare uno spessore differente al romance, di sfaccettarlo meglio ecco. Vorrei provare a riscrivere dei capitoli simil-polizieschi all’interno di un romance.
4. Perché hai deciso di incentrare la serie sul calcio?
NO! Non ho scritto una serie sul calcio, il calcio è uno sport da mammolette che cadono per terra al primo spintone. Il Calcio storico, o calcio in costume, è una grandissima tradizione fiorentina, fa parte della cultura e del modo di vivere di Firenze: per un fiorentino è davvero difficile non essere mai stato a vedere una partita di calcio storico. Tutti hanno una squadra del cuore, io tifo bianchi di Santo Spirito ma ho tanti amici carissimi nei Verdi di San Giovanni e alcuni anche negli azzurri di Santa Croce. Mio fratello faceva pugilato nella palestra di riferimento dei rossi di Santa Maria Novella e così in un loop continuo. Ci sono calcianti che sono nomi importanti a Firenze, persone che smuovono animi e che influenzano in qualche modo la vita cittadina anche a livello politico.
5. Quali sono gli ingredienti che non possono mai mancare in un buon romanzo secondo te?
Io dico sempre: a volte mi dimentico dei titoli dei libri che ho letto, ma se un personaggio è fatto bene non mi dimentico niente di lui. Credo che sia quello che fa la differenza. I personaggi che diventano concreti, che si alzano dalla pagina e ti entrano nel cervello sono quelli che non dimenticherai, quelli destinati a segnare il tuo gusto personale in fatto di letteratura. Voglio dire: Harry Potter e i suoi amici hanno segnato la letteratura mondiale, hanno inventato un genere, hanno perfino dato impulso alla moda steampunk. Proviamo a levare a Hermione la sua passione per i libri o il fatto che lotta per la libertà degli elfi domestici. Proviamo a levare a Ron i suoi maglioni improbabili o a Piton la sua faccia lugubre… vedremo che si ammoscia!
6. Da quando hai cominciato a scrivere? Hai sempre avuto la passione per la scrittura?
Ho sempre scritto, da ragazzina scrivevo sui quadernoni. Tutta roba andata persa ovviamente, ma prima della passione per la scrittura ho avuto, forte, potente e illimitata, la passione per la lettura. Quella sì, mi ha segnato, perché quando vedi nei libri non degli ostacoli pieni di pagine e caratteri da decifrare, ma amici sinceri, porte magiche verso altri universi, scrivere dell’universo di storie che hai in testa diventa quasi automatico.
7. Di solito gli scrittori seguono una scaletta, per scrivere questo libro ne hai seguita una?
Io seguo quasi sempre delle scalette o altrimenti mi blocco e poi devo riscrivere gli stessi capitoli mille volte. Fare la scaletta, pensarla, perderci del tempo, immaginare i dialoghi, non solo disciplina le idee in un flusso ordinato che emerge meglio sulla pagina, ma mi fa andare più veloce, lusinga la mia ispirazione, la rende più sfaccettata, più grandiosa. Mi fa innamorare dell’idea che ho avuto insomma. La scaletta non è un mostro, è un fantastico aiuto: ho dovuto imparare a farla scrivendo storici puri perché quando devi far combaciare le date degli eventi storici con la trama del tuo libro, hai bisogno di scrivere su un quaderno una linea del tempo e inserire tra i mesi gli eventi di fantasia. Ci vuole tanto, tanto studio e un’infinità di tempo, ma poi ne vale la pena.
8. Quali sono i tuoi autori preferiti? Hanno influenzato in qualche modo il tuo modo di scrivere?
Dividiamoli in due gruppi: i mostri sacri, Giovanni Boccaccio, Gabriele D’Annunzio, Tomasi di Lampedusa, Alessandro Manzoni, la Rowling. E poi ci sono le autrici di svago, i testi sui quali ho imparato a modulare la mia scrittura, a fare un buon uso delle parole, Amabile Giusti, Lucinda Brant, Lucinda Riley, Elisabeth Chadwick. Ogni cosa che leggo influenza la mia scrittura, non solo perché a volte leggo parole che non mi ricordavo di conoscere ma perché ne imparo proprio di nuove e carpisco le sfaccettature dei personaggi, imparo le tecniche narrative. Sono pozzi senza fondo di insegnamenti.
9. A quando il prossimo romanzo? Tratterai un genere diverso o ti focalizzerai ancora su questo?
Non lo so e non lo so. Ho ben due libri pronti: uno storico, ambientato durante la Prima guerra mondiale, e un contemporaneo. In più sto scrivendo il secondo volume della saga de ‘I giganti del calcio storico’. Quando pubblicavo in self decidevo da sola i tempi, adesso sono gli editori che li decidono per me. Entro la fine dell’anno so che uscirò con un altro libro, ma la data precisa proprio non la conosco.
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