giovedì 17 settembre 2020

RECENSIONE "Quello che si salva" di Silvia Celani

Buongiorno lettori, Raffaella ci parla di Quello che si salva, il romanzo di narrativa contemporanea di Silvia Celani uscito oggi con Garzanti. Due donne diverse legate da una profonda amicizia e un intreccio tra presente e passato danno vita ad una storia intensa e profonda sullo sfondo della Città Eterna.


TITOLO: Quello che si salva
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Silvia Celani
DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 Settembre 2020
EDITORE: Garzanti
GENERE: narrativa contemporanea
AMBIENTAZIONE: Roma
FINALE: chiuso
PROTAGONISTI: Flavia, ragazza con un sogno nel cassetto; Giulia, anziana signora.





TRAMA

Solo un passo divide Giulia dalla vetrina. Un passo che, però, le sembra il più lungo che abbia mai fatto in vita sua. Dietro il vetro, c’è un oggetto che non vede da tanto tempo, ma la cui immagine è impressa a fuoco dentro di lei. Per tutti è una semplice trottola, ma per Giulia rappresenta l’attimo in cui il mondo si è fermato, lasciandola in bilico sull’abisso. Ora è di nuovo davanti ai suoi occhi. All’improvviso rivede sé stessa giovane. La ragazza che nel 1943, nei mesi dell’occupazione tedesca di Roma, ha trovato il coraggio di combattere per la libertà, di impugnare una pistola per reagire all’orrore nazista, di premere il grilletto con le mani che fino al giorno prima sfioravano con delicatezza i tasti di un pianoforte. Come se fosse l’unica scelta possibile, come se un’altra strada non fosse percorribile. Accanto a lei, Leo e il loro amore, nato nei rifugi in cui sono stati costretti a nascondersi e tra gli abbracci per superare la paura. Leo che una notte le ha detto che, qualunque cosa fosse accaduta, avrebbe dovuto custodire la trottola che le aveva mostrato. Un oggetto che, per lui, significava moltissimo. Così nulla sarebbe mai cambiato tra di loro. Quando, dopo una retata, Giulia ha perso le sue tracce, non è più riuscita a ritrovare la trottola. Quel giorno tutto ha smesso di girare. E adesso eccola di fronte a lei, dietro quella vetrina. Giulia deve scoprire come sia finita lì. C’è un’unica persona a cui è pronta a raccontare la propria storia: Flavia, che ha cresciuto come fosse una nipote. Perché sappia che non è vero che i vuoti lasciati dalle persone che abbiamo amato non si riempiono più. In realtà sono sempre colmi della loro presenza: bisogna solo non aver paura di ascoltare. 

Dopo lo straordinario successo di Ogni piccola cosa interrotta, per mesi in classifica e acclamato dalla stampa, Silvia Celani torna con un nuovo romanzo in cui ogni pagina è un’emozione. Un inno alle donne e alla loro forza, al loro cuore capace di sopravvivere a ogni tragedia.

RECENSIONE

Dopo Ogni piccola cosa interrotta, Silvia Celani torna con il suo secondo romanzo delicato, intenso e commovente che sa arrivare dritto al cuore. La storia si sviluppa su due linee temporale: il presente raccontato da Flavia in terza persona e il passato raccontato da Giulia in prima persona, due piani che si sviluppano parallelamente e che poi vanno ad incrociarsi nel finale.
Facciamo la conoscenza di Flavia, una ragazza genuina e responsabile che ha rinunciato ai suoi sogni per sostenere sulle spalle il peso della famiglia. Ha conosciuto fin troppo presto la solitudine e la mancanza di una persona cara, la stessa solitudine che prova Giulia, detta Nonna Giuli, l’anziana signora novantenne che vive vicino a lei e con la quale ha instaurato un profondo legame di amicizia. Giulia è una donna che ha sofferto molto in passato e che nelle pieghe del tempo ritrova un sevivon, una trottola ebraica che ha un significato affettivo per lei. Attraverso una scrittura delicata e profonda che esplora le emozioni e gli stati d’animo ripercorriamo la vita di Giulia, l’orrore della seconda guerra mondiale, l’amicizia con Clelia, la deportazione degli ebrei, l’amore per Leo e la paura di morire schiacciata dalle bombe che cadono dal cielo. Le sensazioni che l’autrice descrive si appiccicano sulla nostra pelle, entrano dentro fino ad arrivare al cuore. È evidente uno studio accurato del periodo storico, ambientato a Roma durante la seconda guerra mondiale, ma anche il riferimento ad alcuni personaggi realmente esistiti che hanno combattuto per la liberazione della città. La prosa è appassionante e coinvolgente, ricca di momenti emotivi, che ci cattura fin dalla prima pagina con le sue parole profonde e sapienti pensate per condurci nella storia di Giulia e comprenderla veramente. Quello che si salva è una storia che ci lascia un messaggio di amore e speranza e che vi consiglio assolutamente di leggere. 


Raffaella





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