martedì 20 ottobre 2020

BLOG TOUR "La strada del mare" di Antonio Pennacchi: SE TI PIACE LA STRADA DEL MARE, LEGGI ANCHE...

 



 

DATA DI PUBBLICAZIONE: 29 Settembre 2020


TITOLO: La strada del mare

AUTORE: Antonio Pennacchi

GENERE: narrativa contemporanea
EDITORE: Mondadori

TRAMA

Antonio Pennacchi torna con un romanzo intenso ed epico, un nuovo e indimenticabile capitolo della saga della famiglia Peruzzi, in cui racconta gli anni Cinquanta dell'Agro Pontino, del "mondo del Canale Mussolini" e delle donne e degli uomini che lo abitano. E come sempre, nell'opera di Pennacchi, la "piccola" Storia delle famiglie originarie del Veneto, che erano scese nel basso Lazio alla fine degli anni Venti del Novecento per colonizzare le terre bonificate dal regime fascista, e che lì erano diventate una comunità, si intreccia e si mescola con la "grande" Storia italiana e internazionale del dopoguerra. Otello, Manrico, Accio, e tutti i figli e le figlie di Santapace Peruzzi e di "zio Benassi", crescono negli anni del boom economico, mentre Littoria diventa Latina, e si sviluppa, si dirama, si spinge fino al mare, grazie a quella "Strada del mare" per costruire la quale Otello si spezzerà la schiena, che legherà Latina allo scenario splendido e maestoso del Mediterraneo, del lago di Fogliano e del promontorio del Circeo, e che sarà poi percorsa, oltre che dagli abitanti delle paludi pontine, dai grandi nomi della storia italiana e internazionale di quegli anni, tra cui Audrey Hepburn, e John e Jacqueline Kennedy. E così, tra realtà e finzione, sogno e cronaca, seguendo e raccontando lo scorrere degli avvenimenti, Antonio Pennacchi traccia i percorsi dell'anima dei suoi personaggi, e costruisce un grande romanzo corale che unisce, come capita di rado, scorrevolezza e profondità, commozione e divertimento, empatia e gusto intellettuale. La strada del mare è una nuova, imperdibile tappa dell'epica italiana del Novecento, quell'epica che il romanziere di Latina ha saputo raccontare come nessun altro.



BLOG TOUR: Se ti piace 
La strada del mare, leggi anche...


1. Acqua di sole di Bianca Rita Cataldi

PUGLIA 1956. UNA FAMIGLIA DI PROFUMIERI E UNA DI COLTIVATORI DI FIORI. UNA BAMBINA E UN BAMBINO. UN INCONTRO CHE CAMBIERÀ TANTE VITE.

È l'ultimo giorno del 1955 e sulla campagna intorno a Bari cade leggera la neve, come non si vedeva da tempo. A casa Gentile c’è subbuglio: sta per nascere un bambino. Ma l'urlo della madre fa capire che qualcosa è andato storto. Per fortuna, dopo ore di paura, il Signore fa la grazia e finalmente si può festeggiare il lieto evento, e il nuovo anno. Anche perché lavorare è impossibile: fuori è tutto bianco, e gli uomini della famiglia non possono recarsi nei campi per occuparsi dei fiori che da generazioni danno da vivere ai Gentile. Gli stessi fiori che, sotto un'altra forma, danno da vivere anche ai Fiorenza, la più importante famiglia di profumieri di Bari. E infatti, appena la neve inizia a sciogliersi e campi e strade tornano agibili, dalla città parte Adriano Fiorenza, il primogenito di Claudio, il grande maestro profumiere, e va dai Gentile per ordinare fiori da cui saranno tratte le essenze. Quel giorno Adriano porta con sé sua figlia Teresa, che ha sei anni, e durante quella visita nasce un’amicizia speciale tra lei e il piccolo Michele Gentile, suo coetaneo. È un incontro importante anche per Maria, la zia di Michele, che non avendone di propri lo considera come un figlio. Capisce che il bambino, con la sua straordinaria intelligenza, non può restare in paese, e così, con l’aiuto di Adriano, Michele sarà iscritto alla stessa scuola privata di Teresa, in città. I primi giorni sono difficili, Michele si sente un pesce fuor d'acqua e oltretutto subisce le angherie classiste dei compagni, provenienti dalle migliori famiglie di Bari. Eppure, con tenacia e determinazione, riuscirà a farsi valere. E a scuola rinsalderà la sua amicizia con Teresa e conoscerà la cugina di lei, Vittoria, un poco più grande di loro, una ragazza dal carattere fiero e intraprendente…



2. L'amurusanza e Terramarina

Tea Ranno percorre i territori fiabeschi e solari di Siracusa con il suo stile che fonde dialetto siculo e poesia e si lascia contaminare dal realismo magico sudamericano. Il risultato è una narrazione corale ipnotica, un moderno presepe fatto di personaggi vitali e incandescenti, una generosa parabola di accoglienza e solidarietà.







3. La cucitrice di sogni di Giulia Dal Mas


Celeste è una giovane ballerina classica e sta per affacciarsi a una carriera brillante, è innamorata di Luca e del loro bambino. Ma un terribile incidente la priva dei genitori adottivi: tutto il suo mondo sembra sgretolarsi, si sente smarrita e niente la entusiasma più. Un misterioso carillon e un pezzetto di tulle sono tutto ciò che la lega alla madre naturale: quando a Siena, di fronte a una sala da tè, l’anziana Margherita la scambia per la defunta Antonia Cateni, abbandona ogni titubanza, determinata a mettere insieme i pezzi del suo passato. Attraverso il carteggio che Margherita le dona, Celeste ripercorre la vita di Antonia, ballerina classica negli anni Cinquanta che, adorata nei teatri di Parigi e Leningrado, fu l’amante di un coreografo russo, e visse sulla sua pelle grandi successi e profonde delusioni. A più di sessant’anni di distanza, esplorando il mondo del palcoscenico, fatto di eleganza, perfezione, invidie e gelosie, Celeste si rappacificherà con se stessa e tornerà a danzare?



4. Lessico famigliare di Natalia Ginzburg


Lessico famigliare è il libro di Natalia Ginzburg che ha avuto maggiori e piú duraturi riflessi nella critica e nei lettori. La chiave di questo straordinario romanzo è delineata già nel titolo. Famigliare, perché racconta la la storia di una famiglia ebraica e antifascista, i Levi, a Torino tra gli anni Trenta e i Cinquanta del Novecento. E Lessico perché le strade della memoria passano attraverso il ricordo di frasi, modi di dire, espressioni gergali.
Scrive la Ginzburg: «Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all’estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c’incontriamo, possiamo essere, l’uno con l’altro, indifferenti, o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase, una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire “Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna” o “De cosa spussa l’acido cloridrico”, per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole»


5. Bagheria di Dacia Maraini


È il romanzo più autobiografico di Dacia Maraini, che racconta della Bagheria di fine anni ’40, dove la scrittrice ha trascorso buona parte della sua infanzia e adolescenza. Dopo il rilascio da un campo di prigionia, la famiglia si trasferisce nella cittadina palermitana, devastata dalla guerra. La Maraini racconta in modo schietto la Sicilia di quegli anni facendo un confronto con i problemi della Bagheria contemporanea.


6. Fiori di magnolia di Rosa Ventrella


Una grande epopea romantica, un inno alla vita e all’arte. E al coraggio di una donna.
Sono gli anni Cinquanta. Nina ha vent’anni e sogna di viaggiare e diventare pittrice, di andare a vivere in Francia e trovare una nuova esistenza lontana da Castro, da una zia amareggiata e da uno zio ambiguo e senza scrupoli. L’amore per il mare salentino non basta a calmare il suo desiderio di altrove. Forse potrà riuscirci Vittorio, il solo in grado di mettere a sopire le sue inquietudini. Ma Vittorio, ossessionato dal sogno di donarle una vita migliore, parte per l’America. Dodici mesi soltanto, le promette, poi tornerà a prenderla, la sposerà e la porterà in Francia. I mesi però diventano anni, e Nina, Ninette come vuole essere chiamata, decide di rialzarsi e continuare a vivere. Parte così per Cressanges, in Francia. E qui decide di vestirsi di una nuova pelle. Finché il passato non torna a sconvolgere la sua pace forse ritrovata…


7. La trilogia Io che amo solo te di Luca Bianchini


Ninella ha cinquant'anni e un grande amore, don Mimì, con cui non si è potuta sposare. Ma il destino le fa un regalo inaspettato: sua figlia si fidanza proprio con il figlio dell'uomo che ha sempre sognato, e i due ragazzi decidono di convolare a nozze. Il matrimonio di Chiara e Damiano si trasforma così in un vero e proprio evento per Polignano a Mare, paese bianco e arroccato in uno degli angoli più magici della Puglia.
Gli occhi dei 287 invitati non saranno però puntati sugli sposi, ma sui loro genitori. Ninella è la sarta più bella del paese, e da quando è rimasta vedova sta sempre in casa a cucire, cucinare e guardare il mare. In realtà è un vulcano solo temporaneamente spento. Don Mimì, dietro i baffi e i silenzi, nasconde l'inquieto desiderio di riavere quella donna solo per sé. A sorvegliare la situazione c'è sua moglie, la futura suocera di Chiara, che a Polignano chiamano la "First Lady". È lei a controllare e a gestire una festa di matrimonio preparata da mesi e che tutti vogliono indimenticabile: dal bouquet "semicascante" della sposa al gran buffet di antipasti, dall'assegnazione dei posti alle bomboniere - passando per l'Ave Maria -, nulla è lasciato al caso. Ma è un attimo e la situazione può precipitare nel caos, grazie a un susseguirsi di colpi di scena e a una serie di personaggi esilaranti: una diciassettenne che deve perdere cinque chili e la verginità; un testimone gay che si presenta con una finta fidanzata; una zia che da quando si è trasferita in Veneto dice "voi meridionali" e un truccatore che obbliga la sposa a non commuoversi per non rovinare il make-up.
Io che amo solo te è un romanzo sulle gioie segrete, sull'arte di attendere e sulle paure dell'ultimo minuto. Tra ironia e commozione, quello di Luca Bianchini è un avventuroso viaggio sull'amore, che arriva - o ritorna - quando meno te lo aspetti, ti rimette in gioco e ti porta dove decide lui. Come il maestrale, che accompagna i tre giorni di questa storia, sullo sfondo di una Puglia dove regnano ancora antichi valori e tanta bellezza.

Nessun commento:

Posta un commento